La terapia di esposizione in realtà virtuale per combattere l’ansia sociale

Come l'utilizzo della realtà virtuale può aiutare a trattare il disturbo d'ansia sociale: dalle modalità di esposizione alle aree di intervento

La terapia di esposizione in realtà virtuale per combattere l’ansia sociale

di Giulia Capellini, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Che cos’è il disturbo d’ansia sociale

Il Disturbo d’Ansia Sociale (SAD), noto anche come fobia sociale, è un disturbo psicologico comune caratterizzato da paura e disagio eccessivi in situazioni sociali dove l’individuo teme il giudizio negativo degli altri. 

La Terapia di Esposizione in Realtà Virtuale (VRET) utilizza ambienti virtuali generati al computer per esporre sistematicamente gli individui con SAD agli stimoli temuti in un ambiente altamente controllato. Questa modalità di esposizione può essere personalizzata per adattarsi alle esigenze individuali.

In VRET, gli individui si immergono completamente negli ambienti virtuali tramite sistemi di visualizzazione, visori per la realtà virtuale (HMD) e suoni sintetizzati, il che aiuta a stimolare molteplici sensi, migliorando il senso di realismo (presenza) e l’ancoraggio della memoria dell’ambiente virtuale. La VRET può essere utilizzata come trattamento autonomo o in combinazione con la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), la terapia cognitiva (CT) o un programma di esposizione (EXP).

Come funziona la VRET

Il meccanismo psicologico alla base dell’efficacia della VRET sui sintomi dell’ansia si basa sulla Emotional Processing Theory (EPT). Gli individui con SAD possiedono strutture di paura patologiche che non rappresentano accuratamente la realtà, coinvolgendo risposte eccessive e resistenza alla modificazione. La EPT suggerisce che queste strutture includono cognizioni disfunzionali, e la loro modificazione attraverso la terapia di esposizione è cruciale. Il meccanismo della VRET si basa su due condizioni importanti per la modificazione di una struttura di paura:

  • Attivazione della struttura di paura: L’esposizione alle situazioni sociali temute nell’ambiente virtuale attiva la struttura di paura del paziente.
  • Incorporazione di nuove informazioni e sostituzione degli elementi patologici con quelli realistici: Durante l’esposizione virtuale, il paziente sperimenta situazioni sociali in un ambiente sicuro e controllato, il che permette di generare informazioni correttive che contraddicono i pensieri errati e di sostituire le presupposizioni presenti nella struttura di paura patologica. La VRET fornisce un ambiente su misura per le strutture di paura dei pazienti e un feedback in tempo reale. Ciò consente ai terapeuti di controllare l’esposizione alle situazioni temute, permettendo agli individui di affrontare gradualmente le proprie paure. L’abituazione sia all’interno che tra le sessioni è risultata positivamente correlata agli esiti del trattamento nella terapia di esposizione.

La VRET mira a impattare principalmente i sintomi dell’ansia sociale. Diverse valutazioni vengono utilizzate per misurare questi cambiamenti:

  • Ansia nelle interazioni sociali
  • Paura della valutazione negativa
  • Ansia da prestazione pubblica
  • Funzionamento generale
  • Aspetti comportamentali
  • Risposte fisiologiche
  • Autoefficacia

Come la realtà virtuale interviene

L’intervento digitale con VRET impatta sui sintomi e segnali dell’ansia sociale attraverso diverse modalità:

  • Ambiente controllato e sicuro: La VR offre un ambiente sicuro e controllato dove i pazienti possono affrontare gradualmente le loro paure sociali. Questo può ridurre l’ansia iniziale associata all’esposizione in vivo.
  • Personalizzazione dell’esposizione: La VRET consente di sintonizzare finemente ogni esposizione sulle esigenze individuali del paziente, controllando gli elementi situazionali. Gli scenari virtuali possono essere adattati per affrontare specifiche paure sociali. Ad esempio, si possono variare il feedback degli avatar, il loro genere, i gesti e il numero di persone presenti.
  • Esperienza immersiva e realistica: L’uso di HMD e la stimolazione multisensoriale migliorano il senso di presenza nell’ambiente virtuale, il che sembra cruciale per elicitare emozioni come l’ansia in un contesto terapeutico.
  • Real-time feedback: La VR può fornire un feedback immediato, aiutando i pazienti a rendersi conto, ad esempio, che il pubblico non è così critico come immaginano.
  • Semplificazione dell’esposizione per i terapeuti: La VRET è risultata più semplice da condurre rispetto all’esposizione in vivo, permettendo di sfruttare maggiormente le esperienze di esposizione. Ciò può aumentare l’accettazione di questa tecnologia da parte dei terapeuti.
  • Potenziale per la combinazione con la CBT: La VRET combinata con la CBT può portare a un maggiore effetto del trattamento.
  • Accessibilità: La VRET potrebbe essere più accessibile per individui troppo timidi per cercare un contatto diretto con un terapeuta e lo sviluppo di versioni auto-gestite potrebbe ulteriormente migliorare l’accessibilità.
  • L’uso di video a 360° in VR offre un maggiore realismo, è meno costoso e richiede una formazione minima, facilitando l’implementazione. Sebbene l’utente non possa esplorare completamente l’ambiente, questa tecnologia ha mostrato risultati positivi nell’indurre ansia in pazienti con SAD.

È importante considerare che la qualità della tecnologia VR e il supporto del terapeuta rimangono fattori importanti per l’efficacia della VRET.