Il termine Sluggish Cognitive Tempo (SCT), noto in italiano come Sindrome del Disimpegno Cognitivo, descrive un insieme di sintomi che includono lentezza nel processamento delle informazioni, mancanza di attenzione sostenuta e una costante sensazione di affaticamento mentale.
Il termine disimpegno potrebbe dare l’impressione che la persona stia scegliendo di “disimpegnarsi” o di essere distratta intenzionalmente. Tuttavia, è importante sottolineare che il disimpegno non è un giudizio sul comportamento della persona, ma una semplice traduzione del termine inglese sluggish che indica: mancanza di energia, prontezza o vigore.


La lentezza e la distrazione costante infatti non sono volontarie, ma manifestazioni neurologiche che influenzano il funzionamento cognitivo. Quindi, il termine disimpegno è utilizzato solo per descrivere una condizione oggettiva e non per attribuire responsabilità o intenzioni personali.
Sebbene ancora poco conosciuta dal grande pubblico, questa condizione è stata oggetto di crescenti studi negli ultimi anni, con molteplici ricerche che hanno cercato di stabilire un collegamento tra SCT e altre condizioni neurologiche, come l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività).
Una delle principali difficoltà nel diagnosticare il SCT risiede nella sua somiglianza con altre condizioni, come la depressione e lo stesso ADHD. Tuttavia, nonostante queste somiglianze, il SCT presenta un insieme distintivo di sintomi che lo rendono una condizione a sé stante. In questo articolo esploreremo le caratteristiche della sindrome, i suoi sintomi, le cause e i fattori di rischio, e infine le strategie per affrontarla.
Cosa si intende per disimpegno cognitivo?
Il disimpegno cognitivo è una condizione caratterizzata da una difficoltà costante nel mantenere l’attenzione, con una sensazione di lentezza mentale che influisce negativamente sul funzionamento quotidiano. Si manifesta con una marcata difficoltà a processare informazioni in modo rapido ed efficace, causando un disallineamento rispetto ai ritmi cognitivi richiesti dalla vita quotidiana.
Il termine Sluggish Cognitive Tempo è stato introdotto per la prima volta negli anni ’80 nel contesto di studi sull’ADHD. Tuttavia, è stato presto riconosciuto come un’entità separata, con sintomi unici che differiscono dalle tipiche manifestazioni dell’ADHD. Mentre l’ADHD si caratterizza principalmente per l’iperattività e l’impulsività, il SCT si contraddistingue per una lentezza mentale persistente, una distrazione marcata e un disimpegno cognitivo, senza la componente impulsiva.
Il rallentamento nei processi cognitivi osservato nei soggetti con SCT si manifesta soprattutto nelle attività che richiedono una continua concentrazione o una risposta rapida agli stimoli. Queste persone tendono a lavorare a un ritmo più lento rispetto alla norma, affrontando difficoltà nel completare compiti che richiedono un’attenzione costante.
Dal punto di vista psicologico, il disimpegno cognitivo è strettamente legato a un funzionamento mentale rallentato e alla ridotta capacità di elaborare informazioni e reagire agli stimoli esterni in maniera tempestiva. Questo comporta una sensazione di disconnessione con la realtà circostante e una scarsa efficacia nella gestione delle attività.
Cause e fattori di rischio dello Sluggish Cognitive Tempo
Le ricerche sulle cause del SCT hanno evidenziato una serie di fattori neurobiologici e genetici che possono contribuire allo sviluppo della sindrome. Alcuni studi suggeriscono che anomalie nel funzionamento di specifiche aree cerebrali, come la corteccia prefrontale, potrebbero giocare un ruolo nel rallentamento cognitivo.
Accanto ai fattori genetici, alcuni ricercatori hanno ipotizzato che anche i fattori ambientali, come lo stress cronico o una carenza di sonno prolungata, possano contribuire al manifestarsi del SCT.
Il disimpegno cognitivo è spesso associato a condizioni di stress, ansia e privazione del sonno, che possono aggravare i sintomi del SCT. Tuttavia, non è ancora chiaro se questi fattori siano una causa diretta o semplicemente aggravino una condizione preesistente.
Differenze tra disimpegno momentaneo e cronico
È importante distinguere tra episodi di disimpegno cognitivo momentaneo, che possono essere comuni e legati a condizioni di stress o stanchezza, e il disimpegno cognitivo cronico, come nel caso del SCT, che ha un impatto costante e duraturo sulla vita della persona. Nel SCT, infatti, la lentezza cognitiva non è episodica, ma si presenta come una condizione stabile e pervasiva.
Le persone affette da SCT faticano a mantenere l’attenzione su compiti quotidiani, tanto nel contesto lavorativo quanto in quello sociale. Questa difficoltà si traduce spesso in una minore produttività, in relazioni interpersonali poco soddisfacenti e in una sensazione di frustrazione personale. In ambito scolastico e lavorativo, i soggetti con SCT tendono a fare fatica a rispettare scadenze e a mantenere il passo con i colleghi o compagni di classe.
Sintomi e segni del disimpegno cognitivo
Il SCT si manifesta attraverso una serie di sintomi specifici, che includono:
- lentezza nel processamento delle informazioni
- distrazione costante e mancanza di attenzione sostenuta
- fatica mentale
- incapacità di mantenere la concentrazione
Il SCT presenta molte somiglianze con altre condizioni, tra cui l’ADHD e la depressione, ma si distingue per la marcata lentezza cognitiva. L’ADHD, ad esempio, è caratterizzato da un alto livello di impulsività e iperattività, sintomi assenti nel SCT. La depressione, d’altro canto, può condividere alcuni aspetti del disimpegno cognitivo, ma si accompagna a un umore marcatamente basso, una componente non sempre presente nel SCT.
Come si comporta una persona con disimpegno cognitivo?
In ambito sociale, scolastico e lavorativo, il SCT si manifesta attraverso una serie di comportamenti specifici. In ambito scolastico, gli studenti con SCT spesso non riescono a seguire il ritmo delle lezioni e possono apparire disinteressati o distratti. Al lavoro, gli adulti con SCT faticano a completare i compiti assegnati nei tempi previsti, mostrando una lentezza significativa nel raggiungimento degli obiettivi.
Sebbene il SCT sia stato studiato inizialmente sui bambini, è sempre più evidente che anche gli adulti ne sono colpiti. Negli adulti, il disimpegno cognitivo può influire gravemente sulle performance lavorative e sulle relazioni interpersonali, generando spesso un senso di inadeguatezza.
Dal punto di vista sociale, le persone con SCT possono apparire distaccate, poco reattive e persino “assenti” durante le conversazioni, con un impatto negativo sulle relazioni interpersonali. In ambito professionale, la lentezza nell’elaborazione delle informazioni e la difficoltà a mantenere l’attenzione possono ridurre la produttività e generare stress e frustrazione.
Come capire se si ha un disimpegno cognitivo?
La diagnosi del SCT si basa su una combinazione di test psicometrici e osservazioni cliniche. Alcuni questionari, come il Sluggish Cognitive Tempo Scale, vengono utilizzati per valutare i sintomi nei bambini e negli adolescenti.
È consigliabile rivolgersi a uno psicologo o a uno psichiatra se si sperimentano con regolarità i sintomi descritti, soprattutto quando questi iniziano a interferire con la vita quotidiana.


Strategie e trattamenti per il disimpegno cognitivo
La terapia cognitivo comportamentale (CBT) è uno degli approcci più efficaci per trattare il SCT. Questa terapia mira a migliorare le capacità di organizzazione e concentrazione, aiutando i pazienti a sviluppare strategie per affrontare i compiti quotidiani.
Gestire la lentezza cognitiva richiede l’adozione di tecniche pratiche, come la suddivisione dei compiti in piccoli obiettivi e l’uso di strumenti organizzativi.
Sebbene alcuni farmaci utilizzati per il trattamento dell’ADHD siano stati sperimentati anche per il SCT, i risultati non sono sempre soddisfacenti. Gli stimolanti possono migliorare la concentrazione, ma spesso non hanno un impatto significativo sulla lentezza cognitiva.
(25 Ottobre 2024)