Le espressioni facciali giocano un ruolo importante nella comunicazione non verbale e sono parte integrante del nostro modo di relazionarci con il mondo.
Attraverso i movimenti del viso, possiamo trasmettere emozioni, intenzioni e reazioni senza l’uso delle parole. Ma quante espressioni esistono e cosa le rende così significative dal punto di vista psicologico?


Quante sono le espressioni del viso?
Le espressioni facciali, secondo numerose ricerche in ambito psicologico, si possono contare a decine, se non a centinaia, considerando le sfumature e le micro-espressioni che il nostro viso può assumere. Tuttavia, Paul Ekman, uno dei pionieri nello studio delle emozioni e delle espressioni facciali, ha identificato sette espressioni principali che sono universalmente riconosciute:
Queste sette espressioni sono considerate “universali” poiché sono presenti in tutte le culture e tra individui di ogni parte del mondo. Anche in culture isolate, dove il contatto con il mondo esterno è minimo, gli individui esprimono le stesse emozioni tramite i medesimi movimenti facciali. Questo suggerisce che le espressioni facciali sono una componente biologicamente radicata nel nostro cervello e non solo apprese attraverso l’imitazione o l’esperienza sociale.
Cosa sono le espressioni facciali per Paul Ekman?
Paul Ekman è stato uno dei primi psicologi a sostenere l’universalità delle espressioni facciali. La sua ricerca è culminata nello sviluppo di quello che è conosciuto come FACS (Facial Action Coding System), un sistema che classifica i movimenti del volto in base all’attivazione dei singoli muscoli facciali.
L’approccio di Ekman si basa sulla convinzione che le emozioni di base siano legate a reazioni fisiologiche che il corpo mette in atto in risposta a specifici stimoli. Il FACS suddivide il viso in diverse “unità d’azione”, ciascuna delle quali corrisponde a un movimento muscolare distintivo. Questo sistema è stato adottato in numerosi ambiti, dalla psicologia forense all’animazione computerizzata, per studiare e comprendere meglio la relazione tra emozioni ed espressioni facciali.
Ekman ha inoltre messo in luce l’importanza delle micro-espressioni, brevissimi movimenti del viso che durano una frazione di secondo e che spesso tradiscono emozioni che una persona sta cercando di nascondere. Queste micro-espressioni sono particolarmente significative negli studi di psicologia e criminologia, dove possono fornire indizi su sentimenti nascosti o intenzioni dissimulate.
A cosa servono le espressioni facciali?
Le espressioni facciali non sono semplicemente una manifestazione di ciò che sentiamo, ma svolgono un ruolo attivo nella nostra comunicazione e nelle dinamiche sociali. Attraverso le espressioni, infatti, riusciamo a trasmettere emozioni anche quando non abbiamo parole per esprimerle, permettendo una comunicazione non verbale ricca e immediata.
Le espressioni facciali servono a vari scopi:
- Comunicazione emotiva – Le espressioni facciali permettono di trasmettere rapidamente agli altri come ci sentiamo, facilitando la comprensione e l’empatia.
- Segnalazione di intenzioni – Alcune espressioni anticipano le nostre azioni. Ad esempio, un’espressione di rabbia potrebbe segnalare l’intenzione di scontrarsi verbalmente o fisicamente.
- Regolazione delle interazioni sociali – Le espressioni facciali aiutano a gestire le relazioni interpersonali, fornendo segnali su come dovremmo comportarci in una determinata situazione. Ad esempio, un sorriso può indicare apertura e amicizia, mentre un’espressione accigliata potrebbe suggerire che è il momento di fare attenzione.
Questi aspetti confermano quanto le espressioni facciali siano un elemento imprescindibile delle nostre interazioni quotidiane, e spesso sono più eloquenti delle parole.
Quali sono i tratti del volto che esprimono le emozioni?
Ogni emozione coinvolge specifici muscoli del volto, e alcune aree del viso sono particolarmente rilevanti per esprimere certi stati d’animo:
- Occhi e sopracciglia – Le emozioni più intense come la rabbia o la paura si manifestano spesso attraverso gli occhi. Ad esempio, sopracciglia aggrottate e occhi stretti sono tipici della rabbia, mentre occhi spalancati e sopracciglia sollevate indicano sorpresa o paura.
- Bocca e labbra – Le emozioni come la felicità e il disgusto vengono spesso trasmesse attraverso il movimento delle labbra. Un sorriso aperto è il simbolo universale della gioia, mentre il labbro superiore sollevato indica disgusto.
- Guance – Il movimento delle guance, anche se meno evidente, contribuisce alla manifestazione di emozioni come la felicità (guance sollevate in un sorriso genuino) o la tristezza (guance abbassate e rilassate).
Oltre a queste aree principali, anche altre micro-espressioni contribuiscono a dare una forma completa alle emozioni, come il lieve corrugarsi del naso per esprimere repulsione o il restringimento delle palpebre quando ci concentriamo.
Le espressioni facciali come evoluzione sociale e culturale
L’uso delle espressioni facciali ha probabilmente radici evolutive. La capacità di esprimere e riconoscere le emozioni è un fattore critico per la sopravvivenza nelle società primitive. In situazioni pericolose, la comunicazione non verbale era essenziale per coordinare le azioni e comprendere le intenzioni altrui. Anche oggi, questa capacità continua a svolgere un ruolo fondamentale, non solo nelle interazioni quotidiane ma anche nel contesto lavorativo, dove una buona gestione delle emozioni è spesso correlata a un maggiore successo professionale.
Sebbene Paul Ekman abbia dimostrato l’universalità di alcune espressioni, non va sottovalutato l’impatto che la cultura ha sulla loro interpretazione e uso. In alcune culture, ad esempio, l’espressione delle emozioni è maggiormente controllata e limitata, mentre in altre può essere più esagerata. In Giappone, per esempio, le espressioni di emozioni negative tendono a essere mascherate in pubblico per mantenere l’armonia sociale, mentre in altre parti del mondo, come in America Latina, le emozioni vengono espresse in modo più aperto e diretto.
Questo rende le espressioni facciali non solo uno strumento biologico, ma anche un mezzo adattativo attraverso il quale gli individui si conformano alle aspettative sociali del loro ambiente culturale.
Come le espressioni facciali influenzano le relazioni interpersonali
Le espressioni facciali influenzano notevolmente il modo in cui veniamo percepiti dagli altri. Un’espressione positiva come il sorriso può farci apparire più amichevoli e aperti, facilitando le interazioni sociali. Al contrario, un’espressione negativa può allontanare le persone o provocare una reazione difensiva.
Un aneddoto che illustra il potere delle espressioni facciali è l’esperimento condotto da Paul Ekman nel quale ha osservato che, quando i partecipanti dovevano giudicare l’affidabilità di una persona basandosi solo sulle espressioni del viso, riuscivano a fare deduzioni corrette nel 70% dei casi, anche senza alcun dialogo.
(24 Ottobre 2024)