di Greta Quinti, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Piattaforme come Instagram, Facebook o TikTok offrono l’opportunità di raccontarsi, ma anche la possibilità di selezionare accuratamente cosa mostrare e cosa lasciare fuori. Questa libertà espressiva può essere stimolante, ma nasconde anche delle insidie: più l’immagine che costruiamo si allontana da chi siamo davvero, più può diventare difficile restare in contatto con la nostra autenticità.
Questo fenomeno diventa particolarmente delicato in adolescenza, una fase in cui l’identità è ancora in formazione e lo sguardo altrui riveste un peso cruciale.


Costruire un’identità digitale: libertà o pressione sociale?
Che cos’è “l’identità digitale”? – L’identità digitale prende forma attraverso una serie di scelte continue: cosa condividere, come apparire, cosa mettere in luce e cosa invece nascondere. Ogni contenuto pubblicato, che si tratti di una foto, un video o una semplice storia, contribuisce a definire un’immagine di sé che, spesso, può risultare distante dalla realtà. Anche se questo processo può sembrare innocuo, alla lunga può generare un conflitto profondo tra chi si è davvero e la versione idealizzata che viene mostrata online. Non si tratta semplicemente di apparenza o superficialità: alla base c’è il bisogno umano di sentirsi accettati, riconosciuti e apprezzati.
Secondo la Teoria della presentazione del sé di Erving Goffman, le persone tendono a mostrare una versione di sé in base al contesto in cui si trovano. In quest’ottica, i social media diventano una sorta di “palcoscenico”: modificare, selezionare e perfezionare ciò che si condivide diventa un modo per ottenere approvazione e conferme dall’esterno.
Questa rappresentazione digitale, proprio perché è così controllabile, può diventare sempre più distante dal vissuto reale. E quando la distanza si fa troppo grande, possono emergere conseguenze psicologiche rilevanti.
La Teoria della discrepanza del sé di Edward Higgins evidenzia come un divario marcato tra il sé reale e il sé ideale (o il sé percepito dagli altri) possa generare stati di ansia, disagio emotivo e bassa autostima.
Questa dinamica è particolarmente delicata nelle fasi di crescita e transizione, come l’adolescenza, quando l’approvazione degli altri è fondamentale e l’identità personale è ancora in via di definizione. In questi casi, l’immagine digitale rischia di condizionare la percezione di sé, creando un conflitto tra autenticità e rappresentazione.
Perché costruiamo un sé ideale online?
Ma cosa ci spinge davvero a mostrare sui social solo una parte di noi, spesso filtrata e distante dalla realtà? Alla base ci sono diversi meccanismi, talvolta consapevoli, altre volte automatici o inconsci, che ci portano a selezionare ciò che condividiamo e a nascondere ciò che riteniamo più fragile, imperfetto o “non all’altezza”.
- Filtri e photo editing. Strumenti come filtri e app di ritocco sono ormai parte integrante dell’esperienza online. Migliorare il proprio aspetto con pochi tocchi può aumentare la sicurezza personale nel breve termine, ma a lungo andare rischia di alterare la percezione di sé, creando una distanza tra l’immagine che vediamo e la realtà.
- Confronto sociale continuo. Secondo lo psicologo Leon Festinger, abbiamo la tendenza naturale a valutare noi stessi confrontandoci con gli altri. Sui social, però, questo confronto è costante e spesso poco realistico: ci si paragona a versioni curate e idealizzate delle vite altrui, alimentando insoddisfazione e il bisogno di mostrarsi sempre impeccabili.
- Controllo della narrazione della propria vita. I social media offrono la possibilità di scegliere cosa raccontare della propria vita. Spesso si condividono momenti di successo, gioia e realizzazione, lasciando fuori difficoltà, noia e vulnerabilità. In questo modo si costruisce un’immagine parziale, ma apparentemente coerente, che rispecchia solo una parte della realtà.
- “Ricompense digitali” e ricerca di approvazione. Like, commenti e visualizzazioni agiscono come gratificazioni immediate. Queste piccole “ricompense” rinforzano il desiderio di approvazione, generando un circolo vizioso in cui l’autostima rischia di dipendere dal numero di reazioni ricevute.
Quando il sé digitale si scontra con la realtà: conseguenze psicologiche
Quando la distanza tra il sé reale e il sé digitale diventa troppo marcata, le conseguenze emotive e psicologiche possono essere significative:
- Senso di inadeguatezza. Può emergere dalla percezione di non essere all’altezza della propria immagine digitale. Se la versione online appare più brillante, sicura e realizzata rispetto alla vita reale, può emergere la sensazione costante di non essere “mai abbastanza”.
- Ansia sociale e insicurezza nelle relazioni. Il timore di non corrispondere alla propria immagine online può causare disagio nelle interazioni reali. Ci si sente sotto pressione, come se l’approvazione degli altri dipendesse esclusivamente da una versione “perfezionata” di sé.
- Dipendenza da validazione esterna. Quando il valore personale è misurato in base al numero di like, commenti o visualizzazioni, l’autostima diventa instabile. Un contenuto meno apprezzato può essere sufficiente a scatenare insicurezze profonde e far sentire “meno interessanti” o “meno amati”.
- Confusione identitaria. Nei casi più delicati, si rischia di perdere il contatto con la propria autenticità. Se la versione digitale prende il sopravvento, può diventare difficile riconoscersi al di fuori dello spazio virtuale, compromettendo la costruzione di un’identità solida e coerente.


Verso un uso più consapevole dei social: come riavvicinare sé reale e sé digitale
Una ricerca pubblicata su Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking ha evidenziato come un uso eccessivo dei social, combinato a una forte discrepanza tra immagine reale e ideale, sia associato a sintomi depressivi e a un calo dell’autostima.
Di fronte a questi rischi, l’obiettivo non è demonizzare i social, ma promuoverne un uso più autentico e consapevole.
Ecco alcune strategie utili:
- Coltivare la consapevolezza emotiva. Prestare attenzione a come ci sentiamo mentre scorriamo i social è un primo passo importante. Riconoscere senza giudicare le emozioni che emergono, come invidia, insicurezza o ansia, aiuta a non farsi travolgere dal confronto con gli altri e a rimanere presenti a sé stessi.
- Ridurre il tempo online e vivere più nel reale. Ritagliarsi momenti offline, lontani dallo schermo, permette di riconnettersi con il presente e con le persone intorno a noi. Che si tratti di una passeggiata, di una chiacchierata sincera o di un’attività creativa, vivere il quotidiano in modo pieno aiuta a ritrovare equilibrio e presenza.
- Esporsi con autenticità. Condividere anche momenti di fragilità o difficoltà crea connessioni più vere e contrasta la pressione della perfezione. La vera connessione con gli altri nasce dalla sincerità e dall’autenticità.
- Mettere in pausa il confronto. Ricordiamoci che ciò che vediamo sui social è solo una parte della realtà: spesso la più curata, selezionata e positiva. Evitare paragoni continui con queste versioni “filtrate” aiuta a preservare un’immagine più realistica di sé e degli altri.
- Rafforzare l’autostima offline. Costruire il proprio valore personale attraverso esperienze reali (come coltivare passioni, prendersi cura di sé, investire in relazioni significative) aiuta a sviluppare un senso di identità più stabile e non dipendente da numeri o reazioni online.
Costruire un’identità è un percorso complesso, fatto di esplorazioni, tentativi, successi e insicurezze, un processo che, oggi più che mai, si sviluppa anche attraverso il mondo digitale. I social media possono essere strumenti straordinari di espressione e connessione, ma rischiano di diventare trappole se si perde il contatto con la propria autenticità.
Per gli adolescenti, che vivono un momento delicato nella formazione della propria identità, è fondamentale imparare a usare questi strumenti con consapevolezza. Navigare tra filtri, like e confronti continui senza smarrire il proprio sé reale richiede attenzione e cura.
Coltivare l’autenticità, anziché rincorrere un’immagine idealizzata, è un passo fondamentale verso un equilibrio emotivo più sano e duraturo.
(10 Giugno 2025)