Molte coppie vivono periodi di crisi, eppure solo alcune decidono di chiedere l’aiuto esterno di uno psicologo. Il dato positivo è che le comuni difficoltà di una relazione possono essere superate grazie a una terapia di coppia qualificata.
Questo articolo spiega perché chiedere la consulenza di un terapeuta di coppia, anche online, può rivelarsi la decisione migliore, che aumenterà il benessere psicologico e fisico del singolo e di entrambi.
Terapia di coppia: a cosa serve?
La terapia di coppia si rivolge al legame tra i due partner più che al singolo individuo, si focalizza sulla relazione e sui cambiamenti che possono essere apportati. Gli obiettivi sono:
- superare una crisi che rende insoddisfatti;
- recuperare intesa, per ricostruire fiducia e riavvicinarsi nell’intimità;
- vivere la relazione in modo più costruttivo e soddisfacente.
Lo psicoterapeuta di coppia aiuta i partner a definire le problematiche, identificando gli obiettivi terapeutici e mettendo a fuoco le criticità.
Quando è utile la terapia di coppia?
I problemi che emergono in una terapia di coppia tendono ad essere quasi sempre gli stessi: i cambiamenti di vita, la difficoltà di liberarsi del proprio bagaglio familiare, o l’incapacità di scendere a patti con la parte non emersa della relazione.
La terapia di coppia si rivela essere un ottimo strumento di aiuto quando uno solo, o entrambi i partner, vivono un malessere duraturo. È utile soprattutto per coniugi sotto lo scacco di dinamiche ripetitive che alimentano incomprensioni e creano un circolo vizioso di frustrazione, fino a determinare un calo del desiderio.
Rappresenta quindi un’importante risorsa per ritrovare la serenità e rafforzare il legame con il proprio partner.
Ecco alcuni segnali che indicano che la terapia di coppia potrebbe rivelarsi utile:
- Problemi di comunicazione e discussioni frequenti
- Crisi dovute a infedeltà o tradimenti: quando la fiducia è stata tradita, la terapia può aiutare a ricostruirla e ad affrontare le ferite emotive.
- Difficoltà legate a separazione o divorzio: un terapeuta può guidare nel processo e aiutare a gestire le emozioni e le questioni pratiche
- Presenza di abusi o violenza domestica: in questi casi la terapia può aiutare a riconoscere la situazione, trovare sicurezza e intraprendere un percorso di guarigione
- Disaccordi sull’educazione dei figli: insieme al terapeuta si possono sviluppare strategie di comunicazione e parenting efficaci.
- Differenze culturali: la terapia favorisce la comprensione reciproca e il rispetto delle diversità
- Problemi economici che gravano sulla relazione e generano stress
- Problemi sessuali e dipendenze affettive
- Delusioni e frustrazione per aspettative non soddisfatte: un terapeuta può aiutare a ridefinire le aspettative di entrambi e a lavorare per una relazione più appagante
- Difficoltà nella gestione delle emozioni: se rabbia e gelosia creano tensioni nella coppia, la terapia può aiutare a gestire le emozioni in modo costruttivo
Quando la terapia di coppia non serve?
La terapia di coppia può essere uno strumento prezioso, e spesso risolutivo di una crisi. Ma non è adatta a ogni situazione.
Non è utile, per fare un esempio eclatante, quando uno dei due partner è totalmente disinteressato a salvare la relazione o partecipa solo per compiacere l’altro, senza un reale coinvolgimento. Anche in presenza di una relazione d’abuso, fisico o psicologico, la terapia di coppia non è indicata: prima di lavorare sulla relazione, va garantita la sicurezza individuale.
In altre occasioni, la terapia può essere superflua. È questo il caso in cui il problema non riguarda la coppia in sé, ma ci sono difficoltà personali profonde, come una depressione o un lutto, che richiedono un lavoro individuale. Inoltre, se entrambi i partner hanno già maturato la decisione di separarsi e cercano nella terapia solo una conferma del distacco, può essere più indicato un percorso di mediazione o sostegno alla separazione.
Anche quando la comunicazione è ormai completamente interrotta e nessuno dei due desidera più mettersi in gioco, la terapia rischia di diventare sterile. Sono sempre necessarie la motivazione e una minima volontà condivisa per avviare un cambiamento.
Se il partner non accetta la terapia di coppia
Quando uno dei due partner rifiuta la terapia di coppia, o mostra dubbi particolarmente forti, va innanzitutto evitato lo scontro diretto.
Spesso dietro il rifiuto si nascondono paure, diffidenze o la fantasia che andare in terapia significhi ammettere una colpa. È quindi importante lasciare spazio al dialogo, e spiegare che la terapia non serve a stabilire chi ha ragione e chi ha torto. E che, soprattutto, è uno strumento che ha comune unico obiettivo quello di migliorare la relazione.
Se l’altra persona continua a opporsi, è comunque possibile intraprendere un percorso individuale: in molti casi, una terapia personale può aiutare a comprendere meglio la dinamica relazionale e, indirettamente, a introdurre un cambiamento anche nella coppia. E come accade spesso nei primi colloqui, è possibile prenotare un incontro preliminare con un terapeuta di coppia anche da soli.
Si tratta di un primo incontro che può servire a chiarire dubbi e raccogliere prime informazioni per comunicare più efficacemente il proprio bisogno al partner. Non sempre si inizia in due. Ma lavorare su di sé può diventare un modo per stimolare l’altro, nel tempo, a partecipare.
La terapia di coppia nell’approccio sistemico relazionale
La coppia non vive solo nel presente. A volte le crisi di coppia possono nascere dall’intrecciarsi con dimensioni interpersonali e trans-temporali. Ciascuno ama in base alle proprie esperienze e ai traumi subiti, che possono essere rivissuti quando si diventa genitori.
Secondo la teoria sistemica, adottata nelle dinamiche di relazione, quando due persone si scelgono stringono un patto costituito da una parte emersa ed esplicita e una parte sommersa e implicita. Come un iceberg.
La parte emersa unifica la coppia ed è costituita da:
- richieste aperte e accettazione delle richieste del partner;
- norme esplicite e chiare;
- accordi condivisi tra i due partner;
La parte sommersa, al contrario, è determinata da:
- vincoli inconsapevoli;
- richieste implicite che l’altro ci confermi una specifica immagine di noi.
Ovvero: “Ti scelgo per ciò che segretamente vorrei che fossi”. Certe coppie, per esempio, basano l’equilibrio sulla dinamica dichiarata dei ruoli di salvatore e salvato. Ma quando i ruoli si invertono, il salvatore pone al partner richieste di accudimento percepite come improprie. Qui può verificarsi una crisi di coppia.
Uno sguardo terzo sulla coppia può risultare utile. Purtroppo, spesso un significativo numero di coppie decide di separarsi senza avere chiesto il parere di un esperto o, scelta peggiore, mantiene un legame disfunzionale.
Crisi di coppia: fattori esterni e fattori interni
Se le emozioni travolgenti dell’inizio sfumano, si fa strada una valutazione più oggettiva delle caratteristiche del partner. Questo passaggio, a volte, sfocia in una delusione delle aspettative.
I fattori più comuni all’origine di una crisi di coppia sono, comunque, divisi in due categorie: i fattori esterni e i fattori interni. Nel dettaglio:
- i fattori esterni, percepiti come incontrollabili e causa di insicurezza, possono essere i cosiddetti life-events, ovvero i cambiamenti di vita, negativi e positivi, che impattano sull’equilibrio della coppia: un lutto o la cura di un bambino appena nato, la perdita di un lavoro, una malattia, delle catastrofi naturali;
- fattori interni quali l’uscita dalla famiglia d’origine e il relativo bagaglio familiare (idee, valori, abitudini) che può essere un ostacolo alla definizione del nuovo nucleo familiare.
Ulteriori cause delle crisi di coppia
La crisi di coppia può scatenarsi anche dal tradimento. Per coniugi che hanno dichiarato fedeltà questo è uno dei principali fattori disgreganti, perché compromette la fiducia nel partner. Tuttavia, è possibile capire perché avvenga un tradimento e provare a superarlo.
Spesso la crescita individuale dei partner non procede di pari passo. Questo momento può accadere in concomitanza della richiesta di una maggiore autonomia di un elemento della coppia.
Come si svolge una terapia di coppia?
Una parte importante all’inizio del percorso sarà dedicata all’analisi delle aspettative e delle motivazioni che hanno portato la coppia in terapia.
Dopo la fase iniziale, nei primi colloqui il terapeuta compie una raccolta di informazioni sulle ragioni che hanno portato la coppia a richiedere aiuto, ed esplora le interpretazioni del problema, le aspettative, i tentativi effettuati. Questo passaggio servirà a stabilire il quadro diagnostico.
L’obiettivo è definire un contratto di lavoro terapeutico chiaro tra la coppia e il professionista, con il fine di elaborare specifiche strategie di comunicazione in grado di creare un nuovo equilibrio. La coppia si apre al terapeuta sperimentando con lui le proprie dinamiche, instaurando una dimensione relazionale triadica.
Definito il contratto terapeutico e stabiliti gli obiettivi di lavoro coerenti, il terapeuta di coppia consentirà ai partner di mettere a fuoco il significato del disagio o del sintomo, per modificare le dinamiche ripetitive e disfunzionali che la coppia mette in atto.
Passo dopo passo, la terapia aiuta le coppie a sviluppare nuovi modi di stare insieme in modo più sano. Grazie a una maggiore comprensione di sé e della coppia, le persone coinvolte possono decidere se continuare la relazione o se separarsi in modo consapevole e sereno.
Qual è il ruolo del terapeuta di coppia?
Il terapeuta di coppia non è un giudice né un arbitro, come a volte viene erroneamente ritenuto. Non prende posizione tra i partner, ma crea uno spazio neutrale e non giudicante in cui ciascuno possa sentirsi ascoltato e legittimato a esprimere il proprio punto di vista, le proprie emozioni e i vissuti.
La sua funzione principale è aiutare la coppia a leggere con maggiore consapevolezza le proprie dinamiche, offrendo strumenti per migliorare la comunicazione e per affrontare i conflitti in modo costruttivo. Attraverso l’ascolto attivo e domande precise, il terapeuta cerca di stimolare un confronto più autentico, facilitando l’emersione di bisogni, aspettative e vissuti spesso inespressi.
Il suo lavoro non si concentra solo sul problema, ma pone in risalto anche le risorse della coppia: riconoscere ciò che funziona è parte integrante del processo di cura. Inoltre, il terapeuta aiuta entrambi a interrompere i circoli viziosi in cui spesso ci si impantana, promuovendo nuove modalità di interazione. Il percorso, che rimane comunque centrato sulla relazione, valorizza in ogni caso anche le soggettività: ogni elemento della coppia viene accompagnato a prendere contatto con le proprie responsabilità e i propri desideri. E il focus del percorso terapeutico rimane sempre incentrato sul legame.
Quanto dura un percorso di terapia di coppia?
La durata complessiva della terapia è variabile. A definirla è lo psicoterapeuta, basandosi sulle problematiche e sull’intensità del conflitto. I fattori che incidono sulla durata possono essere la natura dei conflitti, le interpretazioni che i partner danno della situazione, le dinamiche comunicative e relazionali, e le prospettive di cambiamento.
Condizione necessaria è il desiderio autentico di risolvere i conflitti, che depone a favore della risoluzione della crisi.
In linea generale, una volta individuati gli obiettivi di coppia su cui lavorare, la terapia prevede incontri della durata di circa un’ora a cadenza settimanale, quindicinale o mensile, a seconda delle situazioni e dell’approccio adottato.
Quanto costa una seduta di terapia di coppia?
Al Santagostino una seduta di terapia di coppia costa 65€.
Le psicoterapeute e gli psicoterapeuti di coppia del Santagostino sono pronti ad aiutare. È sufficiente prenotare un primo colloquio di orientamento (on line e gratis).
Nei colloqui successivi il terapeuta raccoglie informazioni sulle ragioni che hanno portato i partner a richiedere una terapia di coppia, ed esplora le interpretazioni del problema, le aspettative, i tentativi effettuati. Questo passaggio servirà a stabilire il quadro diagnostico.
La terapia di coppia funziona?
Ricerche e testimonianze confermano come le coppie che chiedono un aiuto specialistico ottengono diversi benefici, aumentando la percentuale di successo della terapia. Le coppie riescono a superare le situazioni di stallo, per recuperare una dimensione comunicativa e relazionale più vitale e gioiosa.
Anche le coppie più funzionali possono trarre beneficio da una terapia. Le esperienze positive suggeriscono come la terapia di coppia si riveli utile anche per partner sani che sentono il desiderio di migliorare la comunicazione interna, rafforzare il legame e affrontare al meglio cambiamenti ed eventi stressanti.
É importante ricordare che, oltre alla competenza del terapeuta e all’applicazione di tecniche specifiche, il successo di una terapia di coppia dipende in gran parte da tre elementi fondamentali:
1. La volontà di entrambi i coniugi: entrambi i partner devono essere motivati e coinvolti attivamente nel processo terapeutico
2. La costanza e la pazienza: la terapia di coppia richiede tempo e impegno. Non bisogna aspettarsi soluzioni miracolose o cambiamenti immediati
3. La lealtà e la sincerità: la relazione terapeutica si basa sulla fiducia e sulla riservatezza. Entrambi i coniugi devono essere leali e sinceri con il terapeuta, condividendo liberamente i propri pensieri, sentimenti e preoccupazioni.
(17 Maggio 2025)