OnlyFans nasce nel 2016 da un’idea dell’imprenditore Tim Stokely come piattaforma pensata per la condivisione di contenuti di vario tipo, accessibili tramite abbonamento. In pochi anni, il sito conosce una crescita esponenziale, registrando un vero e proprio boom tra il 2020 e il 2021: durante la pandemia, supera gli 85 milioni di utenti a livello globale. Oggi la piattaforma conta oltre 180 milioni di iscritti e più di due milioni di creator attivi.
In questo articolo, insieme alle terapeute Simona Solimando ed Elisabetta Mangano del Servizio Adolescenti di Santagostino Psiche, riflettiamo sul legame tra OnlyFans e mondo giovanile, approfondendo i principali rischi di OnlyFans per gli adolescenti.
“Come terapeute – ci raccontano le autrici – vogliamo riflettere sul significato di mercificazione del corpo e sui rischi di un’esposizione così intima online. A nostro parere, sarebbe importante ricevere una formazione sull’educazione sentimentale e affettiva sin da piccoli, un’educazione sessuale più strutturata, a scuola e a casa, e servirebbero leggi più veloci che possano tenere il passo con i cambiamenti della rete”.
Che cos’è OnlyFans e come funziona?
OnlyFans è una piattaforma digitale che consente ai creatori (creators) di condividere contenuti esclusivi con i propri abbonati (fans), in cambio di un pagamento mensile o di contenuti acquistabili singolarmente.
Nata come spazio generico per artisti, personal trainer e influencer, ha rapidamente acquisito notorietà per l’ampia diffusione di materiale a sfondo sessuale. Oggi, il nome OnlyFans è associato prevalentemente alla pornografia amatoriale o semi-professionale, con creator, spesso giovanissimi, che condividono foto e video intimi, dirette esplicite o contenuti personalizzati in cambio di denaro. I guadagni possono essere anche molto elevati e dipendono dal numero di follower e da quanti e quali contenuti vengono pubblicati ogni giorno.
La piattaforma si basa su un modello “pay-per-view”: l’utente paga un abbonamento mensile a un determinato profilo e può poi acquistare contenuti extra o interagire direttamente con chi pubblica, anche attraverso messaggi privati.
OnlyFans è accessibile a chiunque dichiari di avere più di 18 anni, ma la verifica dell’età non sempre è efficace nel prevenire l’accesso dei minorenni, che possono facilmente aggirare i controlli utilizzando documenti altrui o falsificati.
In questo contesto, si moltiplicano i rischi, soprattutto per gli adolescenti: da un lato come fruitori passivi, dall’altro come potenziali creator attratti da facili guadagni.
Cosa succede se ti iscrivi a OnlyFans?
Da un punto di vista tecnico, la registrazione come utente consente di accedere a contenuti protetti da paywall e di interagire con i creator.
Se invece si decide di diventare creator, il processo richiede l’invio di un documento di identità e la registrazione di un conto bancario, poiché la piattaforma trattiene una percentuale sulle entrate e invia il restante all’autore dei contenuti.
Ma oltre alle dinamiche economiche e logistiche, sono le implicazioni psicologiche e relazionali a rappresentare i veri pericoli. Iscriversi a OnlyFans, sia come consumatore sia come creator, comporta una serie di conseguenze che non sempre vengono considerate, soprattutto dai più giovani.
Per un adolescente, iniziare a produrre contenuti su OnlyFans può apparire come una scorciatoia per ottenere denaro e visibilità.
Tuttavia, esporsi sessualmente su internet comporta un’esposizione emotiva e sociale difficile da gestire. I contenuti pubblicati, anche se teoricamente protetti, possono essere facilmente salvati, condivisi o venduti su altri canali senza il consenso del creator.
Una volta online, perdere il controllo sulla propria immagine e sul proprio corpo è un rischio concreto, spesso sottovalutato. Tra gli adolescenti manca una reale consapevolezza: molti non si rendono conto delle possibili conseguenze legali e del fatto che le immagini, una volta pubblicate, possono restare in rete per sempre.
Dal punto di vista psicologico, l’esperienza può avere effetti importanti sull’autostima, sull’identità personale e sul senso del proprio valore. La validazione ottenuta attraverso “like” o guadagni economici può generare una dipendenza psicologica, alimentando un circolo vizioso in cui il riconoscimento esterno diventa l’unico metro di misura del proprio valore.
Inoltre, è provato che le donne che si espongono su OnlyFans subiscono un livello più elevato di molestie, disprezzo e pregiudizio rispetto agli uomini.
Cosa spinge i ragazzi a iscriversi a OnlyFans?
Capire cosa spinge un adolescente a entrare nel mondo di OnlyFans significa guardare oltre il singolo gesto e osservare un contesto più ampio, fatto di bisogni emotivi, pressioni sociali e modelli culturali.
La promessa di facili guadagni è certamente una leva forte: in un’epoca in cui il successo viene spesso misurato in termini economici e di visibilità, la possibilità di monetizzare il proprio corpo viene normalizzata, se non addirittura incoraggiata.
Nei percorsi di psicoterapia, infatti, quando capita di affrontare questi temi con i nostri giovani pazienti, l’argomento viene spesso introdotto come “non c’è nulla di male a pubblicare una parte del corpo” o “se posso guadagnare dei soldi dalla mia cameretta perché non farlo?”
Tuttavia le motivazioni sono anche più sottili e psicologicamente complesse. Molti ragazzi si avvicinano a OnlyFans in cerca di approvazione, attenzione o potere personale. Esporsi può diventare un modo per sentirsi desiderabili, visibili, per combattere l’insicurezza o per riscattare un senso di inadeguatezza.
A volte si tratta di reagire a dinamiche relazionali tossiche, come il bisogno di sentirsi visti e apprezzati, ottenere consensi o farsi nuovi amici. In altri, il desiderio è quello di controllare il proprio corpo e la propria narrazione, ribaltando il ruolo passivo del “guardato” in quello attivo del “mostro per scelta”.
La relazione con l’altro passa attraverso un like. E sono proprio il desiderio di mostrarsi, la necessità di colmare un vuoto, l’emulazione delle amiche o degli amici a fare da base a questo fenomeno.
Ovviamente, anche l’influenza dei social media gioca un ruolo centrale. L’iper-sessualizzazione delle immagini, la continua esposizione a modelli estetici irraggiungibili, la gamification della popolarità (follower, like, visualizzazioni) creano un terreno fertile in cui la sessualità diventa merce da offrire per ottenere riconoscimento.
I rischi di OnlyFans per gli adolescenti
La presenza degli adolescenti su piattaforme come OnlyFans solleva interrogativi importanti dal punto di vista psicologico ed educativo. In una fase delicata dello sviluppo identitario, l’esposizione precoce a dinamiche legate alla sessualità online può avere effetti profondi.
I rischi di OnlyFans non sono solo legati alla sicurezza digitale, ma si estendono a livello emotivo, cognitivo e relazionale.
Sessualità dietro uno schermo
Durante l’adolescenza, la scoperta della sessualità è un processo naturale e necessario, ma ha bisogno di contesto, tempo e relazioni significative per maturare in modo sano. L’intermediazione di uno schermo, come avviene su OnlyFans, può alterare profondamente questo percorso.
Esporsi o fruire di contenuti sessuali in modo virtuale riduce la sessualità a una performance da offrire o acquistare, privandola di aspetti essenziali come l’intimità, il consenso reale e l’empatia.
L’interazione viene filtrata da dinamiche economiche, algoritmiche e visive, che plasmano il comportamento e il desiderio. Questo può portare a una visione distorta del corpo e delle relazioni affettive, in cui l’autenticità viene sostituita da un’immagine costruita per piacere e per vendere.
Per molti adolescenti, questa modalità di esplorazione sessuale può diventare la norma: un corpo che vale in base ai like, un desiderio che risponde alla domanda del mercato, una relazione che si fonda sulla fantasia più che sulla reciprocità. In questo contesto, il rischio è quello di perdere il contatto con la propria realtà emotiva e con i confini personali.
Inoltre, nella fase di creazione dei contenuti ci si isola sempre di più dal mondo esterno, tutto avviene nella propria stanza, che giorno dopo giorno può trasformarsi in una prigione e generare solitudine. Si possono provare disagio e vergogna e arrivare a sperimentare veri e propri disturbi dell’umore.
Dipendenza da validazione e guadagno
Un altro pericolo significativo è la dipendenza psicologica. Gli adolescenti sono particolarmente sensibili alla gratificazione immediata. Il successo su piattaforme come OnlyFans, misurato in follower, commenti e incassi, attiva un meccanismo simile a quello delle dipendenze: più attenzione ricevo, più ne ho bisogno per sentirmi valido.
Questo meccanismo può creare una dipendenza emotiva dalla piattaforma stessa, con conseguenze importanti: ansia da prestazione, paura di perdere visibilità, senso di vuoto quando l’interazione cala. Inoltre, il legame tra autostima e guadagno economico può portare a spingersi sempre oltre, cedendo a richieste che, fuori da quel contesto, sarebbero impensabili.
La psicologia dell’adolescente non è ancora strutturata per gestire questo tipo di pressione. La costruzione dell’identità, in questo modo, rischia di diventare fragile, basata su parametri esterni e soggetta a crollare alla prima critica o perdita di interesse da parte del pubblico.
Attaccamento emotivo verso chi guarda (o chi paga)
Un aspetto spesso trascurato, ma psicologicamente cruciale, riguarda il legame affettivo che può crearsi tra creator adolescenti e i loro abbonati. Anche se si tratta di una relazione virtuale, chi produce contenuti può sviluppare un attaccamento emotivo verso chi lo sostiene economicamente.
Le attenzioni ricevute, i complimenti e la sensazione di essere scelti o desiderati possono facilmente essere percepiti come forme genuine di affetto o riconoscimento, soprattutto oggi, quando i ritmi frenetici e le difficoltà nel costruire relazioni di persona spesso generano insoddisfazione nella vita reale.
In realtà, si tratta di dinamiche profondamente sbilanciate, in cui l’interesse dell’altro è condizionato dal denaro e dall’erotizzazione dell’interazione. Questo può portare a fraintendimenti emotivi, delusioni, o peggio: alla dipendenza affettiva da sconosciuti. In una fase di sviluppo in cui il bisogno di appartenenza è fortissimo, la disponibilità a “dare tutto” pur di sentirsi visti può mettere l’adolescente in posizioni vulnerabili.
Questo tipo di attaccamento può lasciare ferite profonde, compromettendo la capacità di costruire relazioni sane e reciproche nella vita vera.
Come supportare i figli adolescenti nell’utilizzo della rete?
Durante l’adolescenza, la percezione del rischio è ridotta rispetto all’età adulta. Pubblicare o vendere immagini del proprio corpo online può sembrare normale, privo di implicazioni profonde. In questa fase delicata, è invece essenziale aiutare i ragazzi a dare significato a quei gesti, stimolandoli a porsi domande come: “Cosa significa per me mostrare una parte del mio corpo online?” oppure “Chi sono al di là dei like? Quanto valgo davvero?”
Domande come queste favoriscono la costruzione dell’identità, aprendo uno spazio di riflessione sul corpo, sull’autostima e sulla trasformazione personale, tanto fisica quanto psichica.
Essere genitori, in questo contesto, significa offrire ascolto autentico, dialogo empatico e curiosità verso ciò che accade nel mondo virtuale dei propri figli. Evitare un approccio proibizionista è fondamentale: gli adolescenti hanno bisogno di sentirsi visti, non solo corretti. Non serve essere esperti di tecnologia, ma è utile conoscere il funzionamento dei social, delle piattaforme e delle app più utilizzate, per poterne parlare in modo credibile e diventare punti di riferimento affidabili.
È essenziale anche essere consapevoli dei pericoli reali della rete: dal cyberbullismo agli incontri con predatori digitali, dal phishing al grooming (l’adescamento online tramite manipolazione psicologica), fino alle conseguenze di contenuti pubblicati con leggerezza e visibili nel tempo.
Per molti adolescenti, il futuro è un’idea astratta e lontana. È compito della famiglia proteggerli, accompagnandoli nel presente con presenza, ascolto e fiducia.
(2 Giugno 2025)