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Piede diabetico, che cos’è e come si cura


Il piede diabetico è una possibile complicanza del diabete mellito, che causa una compromissione delle funzionalità del piede dovuta a danni a carico di articolazioni, muscoli e nervi.

Che cos’è il piede diabetico?

Il piede diabetico è una delle possibili complicanze del diabete e consiste in una compromissione delle funzionalità del piede, dovute ad alterazioni a carico di apparato muscolo scheletrico, vasi sanguigni e nervi.

Come inizia il piede diabetico?

Le prime manifestazioni del piede diabetico sono, nella maggior parte dei casi:

  • aumentata temperatura 
  • scarsa sensibilità del piede
  • presenza di ulcere, tagli, graffi o bolle

Il paziente, nelle fasi iniziali, può anche accusare formicolio, che si manifesta, in particolare, durante le ore della notte. Di solito, comporta un fastidio tale da compromettere il sonno e, in alcuni casi, da impattare negativamente sulla qualità della vita della persona in generale.

Tra i sintomi iniziali possiamo includere anche la sensazione di essere punti da uno spillo all’altezza delle gambe e dei piedi.

Quando il diabete colpisce i piedi?

Come anticipato, il piede diabetico è una delle possibili complicanze del diabete nel momento in cui il paziente non riesce a tenere sotto controllo la propria glicemia, ossia i livelli ematici di glucosio.

Ci sono, poi, altri fattori di rischio che possono favorire lo sviluppo del piede diabetico. 

Tra i principali si possono citare:

Il diabete va, quindi, tenuto sotto controllo, oltre che con le terapie specifiche, anche correggendo il proprio stile di vita e le abitudini alimentari. 

In caso contrario, il rischio è che la malattia causi alterazioni metaboliche in grado di danneggiare le arterie - si parla in questo caso di arteriopatia diabetica - e i nervi degli arti inferiori (neuropatia), con conseguenti danni anche a carico delle funzionalità del piede.

I danni ai vasi sanguigni, ad esempio, comportano un deficit di apporto di sangue, mentre quelli ai nervi possono provocare sintomi quali scarsa sensibilità o capacità di movimento.

Il piede diabetico è una complicanza che può colpire sia le persone che soffrono di diabete di tipo 1, sia quelle affette da diabete di tipo 2.

Come capire se si ha il piede diabetico: sintomi

Il piede diabetico può causare sintomi a vari livelli: articolare, muscolare, nervoso e cutaneo.

Per quanto riguarda le manifestazioni articolari, il paziente può accusare un irrigidimento dei legamenti, delle cartilagini e dei tendini. Ciò comporta difficoltà nel movimento e dolore nel momento in cui si carica sugli arti, nel caso specifico i piedi.

La regione tendenzialmente più coinvolta è quella delle teste metatarsali, ossia l’area anteriore del piede. 

Le conseguenze muscolari, invece, possono essere perdita di forza e atrofizzazione che, a loro volta, comportano un cattivo appoggio del piede.

I nervi perdono la loro funzionalità non essendo più in grado di trasmettere in modo corretto gli impulsi elettrici. Le percezioni tattili, quindi, vengono compromesse. Il paziente può subire alterazioni nella percezione del dolore e delle temperature, oltre al fatto di non rendersi precisamente conto di quale parte del piede sia in appoggio durante il movimento.

Tra i sintomi del piede diabetico ci sono anche manifestazioni cutanee, come pelle secca e disidratata, in cui è più facile si formino lesioni che, a causa del diabete, ci mettono più tempo del normale a guarire e possono infettarsi.

I tempi di guarigione più lenti sono associati a problemi dei vasi sanguigni periferici, che non riescono più a trasportare livelli sufficienti di ossigeno ai tessuti. 

Tipica del piede diabetico è la formazione di ulcere che, nei casi più severi, possono arrivare a coinvolgere anche i tessuti sottocutanei, con conseguenti possibili osteomieliti, ossia infezioni a carico dell’osso e del midollo osseo contemporaneamente.

Se, però, sono presenti dei danni ai nervi (neuropatia diabetica), lesioni al piede come le ulcere possono anche non provocare dolore. Situazione, questa, che rischia di far ritardare la diagnosi, con tutte le conseguenze negative che ne derivano.

Anche perché in oltre il 50% dei casi, le ulcere che si formano sulle piante dei piedi vanno incontro ad infezioni. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, inoltre, il 20% delle amputazioni sarebbe causato proprio dalle ulcere plantari infette.

Circa la metà dei pazienti diabetici che hanno sviluppato ulcere avrebbero recidive entro l’anno. La percentuale sale al 65% in un arco temporale più ampio di tre anni

Le lesioni ulcerative delle piante dei piedi sono manifestazioni presenti sia nel diabete mellito di tipo 1 sia nel tipo 2. Solo che, nel primo caso, colpiscono nella maggior parte dei casi persone giovani, mentre nel secondo coinvolgono prevalentemente gli anziani.

Tra le conseguenze dei danni a carico di tendini, muscoli e nervi del piede ci possono essere anche deformazioni osteo-articolari.

Un esempio è rappresentato dalle cosiddette dita a martello, ovvero la tendenza delle dita dei piedi a piegarsi, con un conseguente appoggio del carico errato e uno stress anomalo a carico di muscoli e articolazioni.

Diagnosi del piede diabetico

Come si può facilmente intuire da quanto detto fino ad ora, la tempestività della diagnosi è un aspetto fondamentale nel trattamento della malattia e delle principali complicanze croniche del diabete.

Nel caso del piede diabetico, la diagnosi passa innanzitutto dall’esame obiettivo nel corso della visita specialistica, preceduto dalla raccolta di informazioni sulla storia clinica del paziente. 

Le eventuali infezioni che possono svilupparsi nelle lesioni del piede vengono identificate attraverso opportune analisi di laboratorio come gli esami del sangue per testare:

  • funzionalità renale
  • enzimi epatici

Con la radiografia, poi, si possono individuare eventuali lesioni a carico delle ossa, mentre per quelle che coinvolgono i tessuti molli, sarebbe opportuno procedere con una risonanza magnetica.

Per lesioni ai vasi sanguigni, invece, può essere prescritto l’eco doppler, con cui si valutano struttura e morfologia o, ancora, l’angiogramma, per avere una rappresentazione generale dei vasi attraverso la somministrazione di mezzi di contrasto.

Come curare il piede diabetico?

L’obiettivo dei trattamenti del piede diabetico è duplice: prevenire le recidive ed evitare la conseguenza peggiore di questa condizione, ossia l’amputazione dell’arto.

Detto questo, sono diverse le strategie di intervento per le principali manifestazioni sintomatologiche del piede diabetico.

Nel caso in cui, ad esempio, lesioni e ulcere si infettino, si può procedere con una terapia antibiotica.

L’opzione chirurgica è prevista sia per trattare l’ulcera, ma anche per curare possibili osteomieliti, nel caso in cui l’infezione si sia estesa anche all’osso.

Un’attenzione particolare va posta anche sul modo di caricare il peso che, a causa delle disfunzioni causate dal diabete, può risultare scorretto e peggiorare ulteriormente la situazione. Per questa ragione, è consigliabile utilizzare calzature e plantari appositi, su indicazione dello specialista.

Come per tutti i pazienti diabetici, infine, è fondamentale il monitoraggio e il controllo dei livelli di glicemia, che vanno ottimizzati attraverso terapia farmacologica e cambiamenti nello stile di vita.