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​​L'anestesia epidurale: cos’è e a cosa serve


L'anestesia epidurale o peridurale è una tecnica di anestesia loco-regionale realizzata da un medico anestesista. Questa procedura prevede la somministrazione di farmaci anestetici/analgesici attraverso un ago e/o un catetere posizionato nello spazio epidurale. Vediamo di cosa si tratta precisamente.

Cos'è l'anestesia epidurale e in cosa consiste?

L'anestesia epidurale o peridurale è una tecnica di anestesia loco-regionale realizzata da un medico anestesista. Prevede la somministrazione di farmaci anestetici o analgesici attraverso un ago e/o un catetere posizionato nello spazio epidurale. Lo spazio epidurale ha una dimensione molto limitata (da 3 a 6 mm) ed è situato all'interno della colonna vertebrale, tra legamento giallo e dura madre, cioè gli involucri protettivi del midollo.

Solo l'esperienza e l'abilità manuale dell'anestesista nell'individuazione di questo spazio garantisce il buon risultato della procedura. La tecnica è stata introdotta in Italia nel 1931 e da allora è rimasta pressoché inalterata fino ai giorni nostri, ad eccezione, ovviamente, dei materiali (oggigiorno monouso e biocompatibili) e dei farmaci (anestetici locali, oppiacei più potenti e meno tossici).

A cosa serve?

L'iniezione di anestetici locali e/o analgesici consente di bloccare (anestesia) o attenuare (analgesia) le stimolazioni dolorose che, attraverso i nervi periferici, giungono al midollo spinale e quindi al cervello. Questa metodica consente di anestetizzare ampie parti del corpo (es. regione addominale e arti inferiori) e permette l'esecuzione di interventi chirurgici anche molto invasivi a paziente sveglio o solo leggermente sedato. Per questo motivo è particolarmente indicata in soggetti anziani o in precario stato di salute.

Oltre che per interventi chirurgici è molto utilizzata per:

In questi casi, il dosaggio e la concentrazione dei farmaci impiegati saranno tali da bloccare solo le fibre nervose sensitive e non quelle motorie (consentendo il movimento muscolare).

Come viene fatta l'anestesia epidurale?

L'anestesia epidurale viene eseguita sul paziente seduto o sdraiato su un fianco, con la schiena incurvata in avanti, per aprire gli spazi tra le vertebre e avere un migliore accesso. Dopo aver individuato lo spazio più idoneo all'inserimento dell'ago, l'anestesista, con un ago molto sottile, pratica un'anestesia locale, che consente di eseguire la tecnica senza provocare dolore. A questo punto si introduce un ago di maggiori dimensioni che si fa avanzare con molta cautela tra le vertebre.

Una volta raggiunto lo spazio si inietta direttamente l'anestetico e/o si fa passare al suo interno un sottilissimo tubicino di materiale plastico morbido, il catetere peridurale, che renderà possibili ripetute somministrazioni di farmaco, senza dover ricorrere a ulteriori punture.

Che differenza c'è tra anestesia spinale ed epidurale?

L'epidurale e quella spinale sono due tipi di anestesia locale differenti. Nel caso dell’anestesia spinale, gli anestetici e gli analgesici vengono iniettati nello spazio subaracnoideo del midollo spinale, ovvero quella zona, compresa tra la meninge aracnoide e la dura madre, in cui fluisce il liquido cefalorachidiano (o cerebrospinale). 

Quando si utilizza l'epidurale?

Dal momento che lo scopo dell’anestesia epidurale è quello di annullare la sensibilità al dolore a livello del busto e lungo gli arti inferiori, senza addormentare il paziente, le circostanze che rendono necessario il ricorso a questa procedura, come detto in precedenza, sono generalmente:

  • Gli interventi chirurgici
  • La terapia del dolore
  • Il parto.

Nello specifico, gli interventi chirurgici che richiedono questo tipo di anestesia comprendono: 

  • Taglio cesareo
  • Interventi di chirurgia toracica, addominale, vascolare, urologica, ortopedica e in cardiochirurgia.

In questi casi, la tecnica viene utilizzata da sola, con un dosaggio farmacologico tale da garantire una soppressione completa di tutte le sensazioni che l'atto chirurgico evoca nella zona trattata; o con dosaggio minore, come coadiuvante di un'anestesia generale, per ridurre la quantità di anestetici generali e per il controllo del dolore post-operatorio.

Nella terapia del dolore, l’epidurale viene utilizzata più spesso per algie che interessano il tratto lombare e gli arti inferiori, e dovute a patologie vascolari (ischemiche), neurogene (ernia, neurolesione), oncologiche.

Durante il parto, invece, il posizionamento del catetere epidurale e l'uso appropriato di farmaci, consente in pochi minuti un ottimo controllo del dolore, senza interferire sulle altre sensibilità e mantenendo la capacità della gravida di percepire le contrazioni e partecipare attivamente alla progressione del parto. Non compromette la deambulazione e non condiziona l'allattamento nel post-parto. Inoltre, qualora ci fosse la necessità di procedere a un taglio cesareo, il catetere peridurale può essere utilizzato per effettuare un'anestesia chirurgica, evitando il ricorso a una anestesia generale.

Quali sono i vantaggi?

Gli anestetici/analgesici iniettati agiscono direttamente sulle radici nervose e consentono, con dosaggi molto limitati, di ottenere un ottimo livello di anestesia/analgesia con limitati effetti collaterali.

Il vantaggio dell’epidurale, rispetto ad altri metodi di analgesia, è che questa permette un controllo ottimale del dolore, senza il rischio di depressione respiratoria, tipico degli anestetici oppiacei. Questi ultimi hanno, come ulteriori effetti collaterali, nausea e sonnolenza. Secondo alcuni studi, l’epidurale potrebbe ridurre anche il rischio di complicazioni chirurgiche, come trombosi e infezioni. 

Quanto tempo dura l'anestesia epidurale?

La durata dell’anestesia epidurale dipende dal tipo di intervento per cui si è resa necessaria. L’effetto inizia a comparire entro 20-30 minuti dalla somministrazione dei farmaci: il paziente lo sentirà gradualmente aumentare, avvertendo un senso di intorpidimento a petto, gambe e addome, che perderanno sensibilità e forza. 

L’effetto può durare da qualche ora a diversi giorni (dura di più in caso di interventi di chirurgia maggiore). La durata può essere modulata, inoltre, dall’anestesista. In generale, dal momento in cui viene interrotta la somministrazione dei farmaci, lo smaltimento degli effetti residui impiega circa 2 ore.

Controindicazioni

Come ogni pratica invasiva, anche l'anestesia epidurale presenta alcune controindicazioni. L'epidurale è controidicata principalmente in caso di alterazioni della coagulazione e presenza di una grave infezione generalizzata (setticemia, meningite) o locale (infezioni della cute nella zona circostante la puntura). Altri ostacoli al blocco peridurale sono:

  • L'ipotensione grave (dovuta ad esempio ad una emorragia in atto)
  • Le deformazioni della colonna vertebrale (possono ostacolare il passaggio dell'ago)
  • Le intolleranze (seppure rare) ai farmaci utilizzati.

Preparazione 

Prima di eseguire l’anestesia epidurale, lo specialista procede alla visita del paziente, spiegandogli lo svolgimento della procedura e i possibili rischi. Dopo di che, il paziente è tenuto a firmare il consenso informato, assicurando di aver compreso quanto è stato spiegato dal medico.

In ultimo, l'anestesista, prima dell'esecuzione dell’anestesia, darà istruzioni precise al paziente sull’alimentazione da seguire, su ciò che è permesso bere, e su eventuali medicinali da sospendere. Si ricorda, infine, che non è permesso guidare nelle 24 ore successive all’anestesia.

L’anestesia epidurale fa male?

L’anestesia epidurale, come accennato, non è dolorosa. Il paziente avverte solo un leggero fastidio durante l’inserimento dell’ago. Il fastidio è comunque attenuato, dal momento che la parte dove avviene l’iniezione viene comunque anestetizzata per ridurre il disagio.

Quali sono i rischi e gli effetti collaterali dell'anestesia epidurale?

L’anestesia epidurale è una procedura sicura e i rischi si verificano molto di rado. Eventuali effetti collaterali possono interessare il sistema nervoso centrale o periferico, o riguardare altri organi e apparati. Le complicazioni neurologiche possono essere causate da:

  • Inserimento dell’ago o del catetere
  • Infezioni
  • Effetti tossici degli anestetici o di altre sostanze iniettate
  • Ischemia (mancato apporto di sangue)
  • Compressione.

Gli effetti collaterali dell'anestesia epidurale, come detto, sono poco frequenti e molto raramente gravi. I più comuni sono rappresentati dal dolore nella sede dell'iniezione, che si risolve spontaneamente in pochi giorni, e dall'ipotensione, che può essere facilmente risolta da un'adeguata infusione di liquidi. Un sintomo che si presenza di frequente è il prurito, dovuto all'uso di oppioidi, che può essere facilmente trattato con antistaminici.
Evento molto raro è la cefalea severa, che può essere controllata con appositi analgesici e si risolve anch'essa nel giro di qualche giorno, e ancora più rara è l'evenienza di ematoma peridurale con danno nervoso permanente.

Possono presentarsi parestesie, avvertite generalmente a livello dell’osso sacro e degli arti inferiori. Queste scompaiono rapidamente e non necessitano di trattamenti. Altri effetti collaterali comprendono:

  • Senso di ebbrezza
  • Tinniti
  • Sapore metallico in bocca
  • Diplopia
  • Vertigini
  • Brividi.

Qualora dovessero comparire i sintomi sopra elencati, è necessario sospendere la somministrazione dell’epidurale, e monitorare il paziente e l’entità dei sintomi.