- Che cos’è la bronchiolite?
- Come avviene il contagio
- Come si riconosce la bronchiolite nei neonati
- Come si cura la bronchiolite in un neonato
- Quanto ci vuole per guarire dalla bronchiolite
- Cosa si rischia con la bronchiolite?
- Cosa fare se il neonato ha i sintomi della bronchiolite
- Che differenza c’è tra bronchiolite, bronchite e polmonite?
Che cos’è la bronchiolite?
↑ topLa bronchiolite è un’infezione virale comune nei neonati e lattanti, che tende a manifestarsi principalmente durante i mesi invernali, tra novembre e marzo. Colpisce i bronchioli, le piccole vie aeree dei polmoni, provocandone l’infiammazione e l’aumento delle secrezioni, portando così a difficoltà respiratorie.
Come avviene il contagio
↑ topIl principale responsabile della bronchiolite è il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), ma altri virus, come quelli che causano il comune raffreddore negli adulti, possono contribuire all’infezione. Il contagio avviene attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni infette, come la maggior parte delle infezioni respiratorie. Pertanto, è fondamentale proteggere i neonati e i lattanti dal contatto con persone che presentano sintomi di raffreddamento, soprattutto nei mesi invernali.
Come si riconosce la bronchiolite nei neonati
↑ topInizialmente, i sintomi della bronchiolite possono sembrare quelli di un comune raffreddore, con febbre lieve e naso chiuso. Tuttavia, con il progredire dell’infezione, possono comparire sintomi più gravi come tosse insistente, difficoltà a nutrirsi e problemi respiratori. Non sempre è presente la febbre, che in molti casi è bassa o assente. La caratteristica principale della bronchiolite è la difficoltà respiratoria, che si manifesta con:
- respiro accelerato (più di 40-50 respiri al minuto)
- dilatazione delle narici durante la respirazione
- rientramenti della pelle tra le costole o alla base del collo
- uso dei muscoli addominali per respirare.
Come si cura la bronchiolite in un neonato
↑ topEssendo causata da un virus, non esiste una terapia specifica che elimini la bronchiolite. La gestione della malattia consiste principalmente nel supportare il piccolo paziente fino alla risoluzione spontanea. Se i sintomi sono lievi, il pediatra potrebbe consigliare paracetamolo per alleviare la febbre e il malessere, insieme a lavaggi nasali con soluzione fisiologica per facilitare la respirazione e la nutrizione. In alcuni casi, se il bambino è predisposto al broncospasmo, potrebbe essere utile l’uso di aerosol con broncodilatatori, anche se l’efficacia di questi trattamenti è ancora oggetto di dibattito nella letteratura medica.
Quanto ci vuole per guarire dalla bronchiolite
↑ topLa bronchiolite ha generalmente un decorso che dura tra i 12 e i 14 giorni, con un picco di gravità attorno al quinto giorno dall’inizio dei sintomi. Tuttavia, la durata e la gravità possono variare da caso a caso.
Cosa si rischia con la bronchiolite?
↑ topI neonati, soprattutto nei primi tre mesi di vita, sono particolarmente vulnerabili. Sono inoltre a rischio i bambini nati prematuri, quelli con:
- cardiopatie congenite
- immunodeficienze
- fibrosi cistica
- displasia broncopolmonare.
In queste categorie, è importante contattare il pediatra alla comparsa di febbre o altri sintomi. Nei neonati colpiti da bronchiolite, l’affaticamento respiratorio può diventare così grave da compromettere la capacità di respirare in modo efficace. Quando la respirazione diventa superficiale e inefficace, può verificarsi un accumulo di anidride carbonica nel sangue, portando a una condizione nota come acidosi respiratoria. Inoltre, è comune che nei bambini affetti da bronchiolite si manifesti anche un’otite media acuta, che spesso si presenta come complicazione secondaria all’infezione delle vie aeree.
Cosa fare se il neonato ha i sintomi della bronchiolite
↑ topÈ importante monitorare che il bambino riesca ad alimentarsi correttamente e che i livelli di ossigenazione nel sangue siano adeguati. In pratica, i genitori dovrebbero prestare attenzione alla quantità di latte che il piccolo assume durante i pasti e al numero di pannolini bagnati nelle 24 ore, per valutare sia l’alimentazione che l’idratazione. Se non si dispone di un saturimetro per misurare l’ossigenazione, è utile osservare il modo in cui respira e il suo comportamento.
Un neonato che presenta una bassa saturazione di ossigeno spesso mostra cambiamenti comportamentali, come irritabilità o letargia, e segni di difficoltà respiratorie. Il ricovero può essere necessario se il bambino necessita di ossigenoterapia o supporto per l’alimentazione e l’idratazione.
Che differenza c’è tra bronchiolite, bronchite e polmonite?
↑ topCaratteristica | Bronchiolite | Bronchite | Polmonite |
---|---|---|---|
Parte del polmone colpita | Bronchioli (piccole vie aeree) | Bronchi (vie aeree più grandi) | Polmoni (tessuto polmonare) |
Età più colpita | Neonati e bambini sotto i 2 anni | Adulti e bambini più grandi | Tutte le età, ma più comune in bambini piccoli e anziani |
Causa principale | Virus respiratorio sinciziale (RSV) | Virus o batteri; esposizione a fumo o sostanze irritanti | Infezioni batteriche o virali, talvolta fungine |
Sintomi più comuni | Respiro rapido, tosse persistente, difficoltà respiratoria, febbre leggera | Tosse con produzione di muco, affaticamento, febbre | Febbre alta, tosse, difficoltà respiratoria, dolore toracico |
Gravità | Più grave nei neonati e nei bambini piccoli | Generalmente meno grave, ma può peggiorare in persone vulnerabili | Potenzialmente grave, specialmente in persone anziane o immunocompromesse |