- Uveite, che cos’è e come si classifica?
- Sintomi dell’uveite
- Cosa provoca l’uveite?
- Come si guarisce dall’uveite?
Uveite, che cos’è e come si classifica?
↑ topL’uveite è una infiammazione dell’uvea, ed è piuttosto rara. L’uvea è uno strato vascolarizzato e pigmentato che si trova tra sclera, la parte bianca dell’occhio, e la retina. Risulta costituita da iride, corpo ciliare e coroide L’uveite può essere:
- anteriore: quando l’infiammazione colpisce solo la camera anteriore dell’occhio, in cui si trovano cornea, iride e cristallino
- intermedia: quando è implicato l’umore vitreo, una massa trasparente e gelatinosa che ricopre i quattro quinti dell’occhio
- posteriore: quando ad essere infiammata è la parte posteriore del bulbo oculare, ovvero retina e nervo ottico
- panuveite: quando si estende per tutta l’uvea.
Sintomi dell’uveite
↑ topA seconda del tipo di infiammazione dell’uvea, il paziente può presentare sintomi specifici.

L’uveite è pericolosa?
↑ topL’infiammazione dell’uvea può determinare, se non trattata per tempo, complicazioni anche severe, come glaucoma, cataratta o addirittura perdita permanente della vista.
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Cosa provoca l’uveite?
↑ topLe cause dell’infiammazione dell’uvea possono essere dovute a disturbi sia locali che sistemici. Nello specifico, la presenza di granulomi iridei aiuta a individuare la causa scatenante dell’uveite, che in simili circostanze può essere fatta risalire ad una infezione o una patologia infiammatoria di tipo cronico.
In assenza di granulomi ci si orienta verso l’ipotesi di malattie autoimmuni, e si prescrivono al paziente esami di approfondimento al fine di identificare la presenza di fattori infiammatori e di antigeni specifici (per esempio l’antigene HLAB 27).
Come si diagnostica?
Il primo passo nella diagnosi dell’uveite è la visita oculistica. La classificazione delle varie forme è fondamentale per avere indicazioni precise sulla diagnosi e sul trattamento più idoneo. È fondamentale innanzitutto raccogliere la storia clinica del paziente, prendendo nota dei sintomi che non riguardano solamente gli occhi. Un attento esame con la lampada a fessura, poi, consentirà di identificare la progressione e le caratteristiche dell’uveite.
La cura dell’uveite richiede quindi un approccio multidisciplinare, che comprenda:
- visita oculistica
- esami del sangue
- esami di laboratorio per risalire alle cause
- intervento di specialisti delle malattie o delle infezioni scatenanti.
È necessario intervenire tempestivamente per evitare la progressione dell’infiammazione e la conseguente compromissione dei tessuti nobili dell’occhio.
Quanto dura l’uveite?
↑ topLa durata dell’uveite varia in base alla parte dell’occhio coinvolta e alla gravità dell’infiammazione. In generale, è possibile distinguere tra:
- uveite acuta che ha una durata inferiore alle 6 settimane
- uveite cronica che ha una durata superiore a 6 mesi.

Come si guarisce dall’uveite?
↑ topI farmaci di prima linea sono gli antinfiammatori corticosteroidei, se necessario associati o alternati a immunosoppressori. È importante però aver condotto un’indagine diagnostica accurata per individuare le cause originarie che hanno scatenato l’uveite e agire con le terapie più specifiche.
In generale, i farmaci per il trattamento dell’uveite comprendono:
- antivirali, quando la patologia è provocata da un virus, come herpes e la varicella
- antimicotici, quando è provocata da un’infezione fungina
- antibiotici, quando è dovuta a un’infezione batterica
- cortisonici e soppressori del sistema immunitario, se è provocata da una malattia autoimmune
- antimalarici, se all’origine dell’affezione ci sono patologie come toxoplasmosi o toxocariasi.
È necessario ricorrere al trattamento chirurgico, convenzionale o con laser, in presenza di complicazioni come distacco della retina, cataratta o glaucoma.
L’andamento della patologia può essere lungo e recidivante, per questo il follow up e la cura dei casi più complessi andrebbero affidati a centri specializzati e organizzati per la loro gestione.
Si può prevenire?
↑ topSi può parlare di prevenzione non in termini assoluti ma attraverso controlli oculisti svolti con regolarità e che permettono una diagnosi precoce.
Alcune azioni che comunque aiutano sono rappresentate da uno scrupoloso seguire delle norme igieniche, come lavarsi le mani prima di toccarsi gli occhi, con un supplemento di attenzione nel caso in cui si vivesse con degli animali domestici.
Particolare attenzione richiede anche l’uso delle lenti a contatto che, se non giornaliere ma almeno mensili, richiedono una pulizia su base giornaliera e vanno indossate e rimosse sempre soltanto dopo essersi lavati le mani.