Skip to content
Pubblicato inEsami del sangue (Analiti)

Anticorpi anti-DNA nativo: cosa sono, quando si dosano, valori e significato

Gli anticorpi anti-DNA nativo sono autoanticorpi diretti contro il DNA a doppia elica, utili come marcatore diagnostico per il lupus eritematoso sistemico e altre malattie autoimmuni.

Anticorpi anti-dna nativo

Gli anticorpi anti-DNA nativo (anche noti come anti-dsDNA) sono una classe di autoanticorpi che si legano in modo specifico al DNA a doppia elica, componente fondamentale del materiale genetico delle cellule. Sono considerati un marcatore sierologico altamente specifico per il lupus eritematoso sistemico (LES), una patologia autoimmune cronica che può colpire diversi organi e tessuti.

Prenota una visita ematologica

Cosa sono gli anticorpi anti-DNA nativo

↑ top

Gli anticorpi anti-DNA nativo appartengono alla famiglia degli autoanticorpi antinucleo (ANA), cioè anticorpi che il sistema immunitario produce erroneamente contro componenti del nucleo cellulare. In condizioni normali, il sistema immunitario riconosce le strutture cellulari del corpo come “self” e non le attacca. Tuttavia, nelle malattie autoimmuni, questo meccanismo si altera.

Nel caso degli anti-dsDNA, il bersaglio è il DNA a doppia elica, che viene riconosciuto come estraneo e attaccato dagli anticorpi, generando una risposta infiammatoria che può danneggiare vari organi.

Perché si misurano gli anti-DNA nativo

↑ top

Il dosaggio degli anticorpi anti-DNA nativo viene richiesto in ambito reumatologico o immunologico per:

  • contribuire alla diagnosi del lupus eritematoso sistemico

  • monitorare l’attività della malattia nel tempo

  • distinguere il LES da altre connettiviti

  • valutare l’efficacia delle terapie in corso.

La presenza di questi autoanticorpi è molto significativa perché:

  • è altamente specifica per il LES (fino al 97%)

  • è correlata con l’attività di malattia, in particolare con il coinvolgimento renale (lupus nefropatia)

  • tende a diminuire con il trattamento efficace.

Quando si prescrive il test

↑ top

Il test viene solitamente richiesto in presenza di sintomi o segni compatibili con un disturbo autoimmune sistemico, tra cui:

In presenza di una positività agli anticorpi antinucleo (ANA), si procede spesso con test di secondo livello come quello degli anti-dsDNA, insieme ad altri autoanticorpi (es. anti-Sm, anti-Ro, anti-La).

Come si effettua il test

↑ top

Il test per gli anticorpi anti-DNA nativo viene eseguito tramite un prelievo di sangue venoso, di solito al mattino e a digiuno. Il campione viene analizzato con diverse tecniche, tra cui:

  • ELISA (enzyme-linked immunosorbent assay)

  • immunofluorescenza indiretta (Crithidia luciliae test)

  • immunoblot.

La tecnica più specifica per il lupus è il test con Crithidia luciliae, che rileva solo gli anticorpi contro il DNA a doppia elica nativo.

Valori di riferimento

↑ top

I valori di riferimento possono variare leggermente tra un laboratorio e l’altro, ma generalmente si considerano:

  • negativo: < 10 UI/mL

  • positivo debole: 10–25 UI/mL

  • positivo moderato-forte: > 25 UI/mL.

Un risultato positivo non è sufficiente da solo per fare diagnosi, ma deve essere interpretato insieme al quadro clinico e ad altri esami.

Anticorpi anti-DNA nativo alti: cosa significa

↑ top

La presenza di anti-DNA nativo alti è fortemente indicativa di LES. In particolare:

  • livelli elevati sono associati a maggiore attività di malattia

  • valori molto alti possono suggerire un coinvolgimento renale (glomerulonefrite lupica)

  • la loro riduzione nel tempo può indicare una risposta positiva alla terapia.

Tuttavia, un valore alto può occasionalmente riscontrarsi anche in altre condizioni:

  • epatiti autoimmuni

  • infezioni virali acute (es. mononucleosi, epatite)

  • altre connettiviti (raro).

Anticorpi anti-DNA nativo bassi o assenti

↑ top

L’assenza di anticorpi anti-dsDNA non esclude completamente il LES, anche se lo rende meno probabile. Esistono infatti forme sieronegative della malattia, in cui altri autoanticorpi possono essere presenti, come:

  • anti-Sm

  • anti-RNP

  • anti-Ro/SSA

Inoltre, i valori possono fluttuare nel tempo, per cui in caso di sintomi persistenti si può ripetere il test.

Quando è utile ripetere il test

↑ top

Il dosaggio degli anti-DNA nativo può essere ripetuto:

  • per monitorare l’attività della malattia nel lupus già diagnosticato

  • per controllare l’efficacia dei farmaci immunosoppressori o corticosteroidi

  • in caso di peggioramento dei sintomi

Un aumento significativo dei livelli può precedere di giorni o settimane la riacutizzazione clinica del lupus, rappresentando quindi un importante marker predittivo.

Prenota una visita ematologica

Limiti del test

↑ top

Nonostante l’alta specificità per il LES, il test ha alcuni limiti:

  • può dare falsi positivi in caso di infezioni o altre patologie autoimmuni

  • la sensibilità non è assoluta: alcuni pazienti affetti da lupus possono avere valori negativi

  • va sempre contestualizzato nel quadro clinico e integrato con altri marcatori.

Gli anticorpi anti-DNA nativo sono uno strumento diagnostico e di monitoraggio molto utile per il lupus eritematoso sistemico. La loro presenza è fortemente indicativa della malattia, in particolare nelle forme attive e con coinvolgimento renale. Tuttavia, come per tutti i test immunologici, è fondamentale interpretarli nel contesto del quadro clinico complessivo, evitando valutazioni isolate che potrebbero generare confusione o allarmismi.