Intelligenza Artificiale: come cambia il modo di pensare

L'intelligenza artificiale influenzano quotidianamente le nostre azioni e, in definitiva, le nostre vite.

Intelligenza Artificiale: come cambia il modo di pensare

di Jacopo Vascotto, Università Cattolica del Sacro Cuore

Viaggio nell’era della creatività assistita

Prenota una seduta

Senza rendercene conto, viviamo ormai immersi in un universo in cui intelligenze artificiali
generative – come ChatGPT, Midjourney o Suno – influenzano quotidianamente le nostre
azioni. Basta pensare a quando Gmail ci suggerisce automaticamente come rispondere a
un’email, o a quando LinkedIn propone il titolo perfetto per il nostro prossimo post. Questi
strumenti ci promettono efficienza e rapidità, ma raramente ci chiediamo quale sia il loro
reale impatto sul nostro cervello e, in definitiva, sulla nostra vita.

Una nuova normalità: la delega cognitiva

Immaginate di dover scrivere un articolo, creare una presentazione o progettare una
grafica: appena ci troviamo di fronte a una pagina vuota, il riflesso automatico ormai è
quello di chiedere aiuto a un’intelligenza artificiale. Un recente studio ha dimostrato che
oltre il 70% delle persone accetta passivamente le soluzioni proposte dall’IA, soprattutto
se queste appaiono sicure e ben formulate. Questo comportamento porta, senza che ce
ne rendiamo conto, a un lento indebolimento della nostra capacità critica. In pratica,
iniziamo a fidarci più del risultato algoritmico che della nostra capacità di ragionamento
autonomo.
Ma c’è anche un altro effetto meno evidente: le IA tendono a rinforzare i nostri pregiudizi,
riproponendo ciò che è già familiare. Così facendo, anziché aprirci a nuove idee, ci
imprigionano in schemi già conosciuti e ci allontanano dal confronto con il nuovo e
l’inaspettato.

La creatività omologata

Un aspetto ancora più sottile riguarda l’impatto che questi strumenti hanno sulla nostra
creatività. Anche se l’IA promette di generare idee sempre nuove, la verità è che spesso
queste idee nascono da modelli statistici basati su miliardi di esempi già esistenti.
Secondo ricerche recenti, chi usa frequentemente strumenti di IA tende a produrre
contenuti che si somigliano tutti, con una riduzione significativa di originalità e innovazione
autentica. La creatività, quella vera, fatta di errori, intuizioni e lampi di genio imprevisti,
rischia così di scomparire gradualmente.

Troppa informazione è davvero un bene?

Un altro paradosso dell’uso massiccio delle IA è che, mentre queste tecnologie generano
contenuti rapidamente e con apparente facilità, noi ci ritroviamo spesso sopraffatti da una
mole enorme di informazioni. Questo eccesso può produrre ciò che gli psicologi chiamano
“decision fatigue”, cioè una stanchezza mentale dovuta alla necessità di filtrare e scegliere
continuamente tra troppe opzioni.
Ma non è tutto: il nostro cervello, abituato ad avere risposte istantanee da un’intelligenza
artificiale, tende anche a memorizzare meno e a riflettere meno in profondità sui contenuti,
creando una sorta di memoria liquida che dimentica rapidamente ciò che non è
immediatamente necessario.

Verso una simbiosi intelligente

Tutto questo, però, non significa demonizzare l’intelligenza artificiale. Anzi, la sfida
principale che ci attende è capire come integrare questi strumenti nella nostra vita in modo
equilibrato, mantenendo la nostra intelligenza sempre attiva e vigile.
Possiamo farlo in molti modi, come ritagliarci regolarmente momenti liberi dall’IA per
concentrarci su attività che stimolano la nostra capacità creativa e critica, oppure
prendendo l’abitudine di riflettere sulle informazioni ricevute prima di accettarle
automaticamente. Soprattutto, è fondamentale ricordarci di utilizzare l’intelligenza
artificiale come una partner creativa con cui dialogare e confrontarsi, non come una
sostituta delle nostre capacità.
Perché la vera sfida non è impedire che le macchine diventino troppo intelligenti, ma
assicurarci che noi, come esseri umani, non smettiamo mai di esserlo.

Bibliografia
? Chen Y. et al. (2025). Artificial Intelligence and Human DecisionMaking Biases.
Manufacturing & Service Operations Management.
? Zhang J., Song W., Liu Y. (2025). Cognitive bias in generative AI influences
religious education. Scientific Reports.
? Epstein Z. et al. (2024). How GenAI Changes Creative Work. MIT Sloan
Management Review.
? Hoskins A. (2024). AI and Memory. Memory, Mind & Media.
? Wang R.E., Srivastava M. (2025). Productive Struggle: The Future of Human
Learning in the Age of AI. Stanford AI Lab Blog.