La schizofrenia è una forma di psicosi cronica, caratterizzata da alterazioni del pensiero, delle emozioni e del comportamento.
I sintomi causati da questa condizione vengono categorizzati in sintomi psicotici positivi, negativi e cognitivi . Non sono ancora note delle cause certe e univoche, e certamente non va trascurata una componente genetica.
Il trattamento farmacologico, che comunque non è esente da effetti collaterali, è affiancato e corroborato da una psicoterapia individuale e spesso anche familiare.
In generale, la schizofrenia non peggiora con l’età, ma la sua evoluzione nel tempo dipende da diversi fattori biologici, psicologici e sociali.
Che cos’è la schizofrenia?
La schizofrenia è un disturbo mentale particolarmente grave. Il significato del termine viene dalle due parole greche schizein e phren che possono essere tradotte con scissione della mente, un meccanismo che Eugen Bleuler – lo psichiatra che coniò questo termine – riteneva fondamentale nella psicopatogenesi del disturbo.
Bleuler si oppose alla visione di Emil Kraepelin, che descriveva la dementia praecox come un disturbo progressivo e irreversibile. Introdusse una distinzione tra sintomi primari (disturbi delle associazioni, autismo, ambivalenza e affettività inappropriata), considerati centrali, e sintomi secondari, come allucinazioni, deliri e catatonia – ritenuti accessori e non esclusivi della schizofrenia.
In seguito, Kurt Schneider individuò i cosiddetti sintomi di “Primo Rango” (percezioni deliranti, esperienze di passività e allucinazioni uditive), ma la loro validità diagnostica è stata successivamente messa in dubbio, poiché possono manifestarsi anche in altri disturbi.
Oggi, l’idea del deterioramento cognitivo progressivo è stata superata. La schizofrenia è considerata una condizione complessa, priva di sintomi univoci e con una prognosi variabile. I sintomi psicotici positivi, un tempo ritenuti centrali, sono ora interpretati come l’espressione di una vulnerabilità comune anche ad altri disturbi e, in parte, alla popolazione generale.
Quali sono i sintomi della schizofrenia?
La schizofrenia si caratterizza per diversi sintomi, tra cui :
- sintomi psicotici positivi: allucinazioni, deliri, esperienze di passività, classificati come disturbi di forma e contenuto del pensiero e disturbi della senso-percezione
- sintomi psicotici negativi: anedonia, abulia, apatia, alogia, appiattimento affettivo, disorganizzazione comportamentale
- sintomi cognitivi: deficit dell’attenzione, della memoria o delle capacità esecutive.
I fenomeni psicotici positivi, che in passato venivano considerati appannaggio quasi esclusivo della schizofrenia, nella pratica clinica appaiono all’interno di differenti disturbi psichiatrici, neurologici, medici e del neuro-sviluppo. Sono tuttora considerati l’elemento principale che caratterizza i disturbi dello spettro della schizofrenia, ma possono riscontrarsi anche nei disturbi correlati a sostanze e in oltre la metà dei pazienti con disturbo bipolare.
Classificazione della schizofrenia
Il passaggio dal DSM-IV-TR al DSM-5 ha introdotto alcune modifiche significative nei criteri diagnostici della schizofrenia. Se nel DSM-IV-TR la Schizofrenia era distinta in cinque sottotipi (Paranoide, Disorganizzata, Catatonica, Indifferenziata, Residua), il DSM-5 ha eliminato la distinzione per sottotipi e ha introdotto una valutazione dimensionale della gravità dei sintomi.
L’ICD-10, standard internazionale dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha invece mantenuto la distinzione in sottotipi: paranoide, ebefrenica o disorganizzata, catatonica, indifferenziata, residua, simplex.
Una nuova classificazione: i disturbi dello spettro schizofrenico
Come abbiamo visto, l’approccio più recente del DSM-5, introdotto nel 2013, non suddivide più la schizofrenia in sottotipi. La patologia è, invece, inserita all’interno di un più ampio spettro che comprende numerosi disturbi, tra cui:
- disturbo delirante
- schizofreniforme
- schizoaffettivo
- schizotipico di personalità
- psicotico breve
- psicotico indotto da sostanze/farmaci.
Questo approccio punta a una visione più integrata e comprensiva delle diverse manifestazioni psicotiche.
I principali disturbi psicotici – Disturbo Psicotico Breve, Disturbo Schizofreniforme e Schizofrenia – si differenziano soprattutto per la durata dei sintomi.
Il Disturbo Psicotico Breve dura meno di un mese, quello Schizofreniforme da 1 a 6 mesi, mentre la Schizofrenia supera i 6 mesi e rappresenta l’evoluzione del 60-80% dei casi di disturbo schizofreniforme.
Il Disturbo Delirante è caratterizzato dalla presenza di deliri in assenza di allucinazioni, sintomi negativi o disorganizzazione del pensiero e del comportamento.
Il Disturbo Schizoaffettivo combina i sintomi della schizofrenia con un episodio dell’umore maggiore, prevedendo almeno due settimane di sintomi psicotici senza alterazioni dell’umore.
Infine, i sintomi psicotici possono comparire anche in altri disturbi, come il Disturbo Depressivo Maggiore e il Disturbo Bipolare, dove rappresentano manifestazioni associate e non centrali.
Quali sono i sintomi iniziali della schizofrenia?
Nella fase prodromica possono comparire i Sintomi di Base (BS), ossia lievi alterazioni della percezione, dell’affettività, del pensiero, del linguaggio e del movimento, vissute come estranee al proprio modo abituale di essere.
A questi si aggiungono le Esperienze Anomale del Sé (ASEs), che riguardano la perdita del senso spontaneo di essere autori dei propri pensieri o azioni, e le Esperienze di Salienza Aberrante (AS), ovvero la percezione di un’eccessiva importanza attribuita a stimoli prima neutri.
Questi segni possono essere appena percettibili o più evidenti, influenzando la capacità di socializzare, studiare o lavorare. Nella fase immediatamente successiva alla fase iniziale, possono emergere sintomi subclinici, come:
- ritiro sociale
- isolamento
- irritabilità
- sospettosità
- pensieri bizzarri
- percezioni distorte
- sintomi ansioso-depressivi
L’inizio della schizofrenia, caratterizzato da deliri e allucinazioni, può essere repentino (in pochi giorni o settimane) oppure graduale e insidioso (nel corso di diversi anni).
Quali sono i sintomi fisici?
La schizofrenia è soprattutto un disturbo psichico, ma può manifestarsi anche con sintomi fisici diretti, legate alla malattia stessa, o indiretti.

Cosa fa una persona schizofrenica?
Chi soffre di disturbi psicotici come la schizofrenia spesso non è consapevole della propria condizione. Le allucinazioni e i deliri, per definizione, non vengono riconosciuti come tali dalla persona che li vive. Questa mancanza di consapevolezza rende difficile intervenire, dal momento che il paziente non sente il bisogno di ricevere aiuto. Spesso, i familiari o coloro che cercano di aiutarlo vengono visti come nemici e diventano oggetto dei deliri stessi.
Come parla una persona schizofrenica?
Le persone affette da schizofrenia possono manifestare un linguaggio disorganizzato, che si esprime attraverso:
- Incoerenza e disorganizzazione: il discorso risulta frammentato, con salti logici e associazioni poco chiare, rendendo difficile seguirlo.
- Ecolalia: ripetizione automatica di parole o frasi dell’interlocutore, senza comprenderne il significato.
- Paragrammatismi: errori grammaticali o sintattici, come tempi verbali scorretti o frasi non convenzionali.
- Neologismi: invenzione di parole nuove o uso di termini con significati personali, spesso incomprensibili.
- Pensiero tangenziale: tendenza a divagare, rispondendo in modo non pertinente o introducendo temi non correlati.
Queste caratteristiche possono influenzare significativamente la comunicazione quotidiana, rendendo difficile per le persone con schizofrenia esprimere i propri pensieri in modo chiaro. Di conseguenza, possono emergere difficoltà nelle interazioni sociali e professionali.
A cosa è dovuta la schizofrenia? Cause e fattori di rischio
Le cause della schizofrenia sono tutt’oggi ancora incerte. Tuttavia, è condivisa dalla maggior parte degli esperti la convinzione che alla base di questa condizione psichiatrica ci sia una molteplicità di fattori concomitanti e non una causa univoca.
L’unico marker neurobiologico chiaramente associato alla schizofrenia è l’aumentata sintesi presinaptica di dopamina nel corpus striatum, correlata alla gravità dei sintomi psicotici positivi. Secondo una delle teorie più accreditate, la malattia deriva da una disregolazione dopaminergica che provoca un’attività neuronale indipendente da stimoli e contesto, persistente anche in loro assenza.
Questa alterazione sarebbe legata a fattori precoci di vulnerabilità, come anomalie del neurosviluppo, danni organici, esperienze infantili avverse o uso di sostanze psicoattive (in particolare cannabis), che rendono iperattivo il sistema dopaminergico.
Sul piano della neuroconnettività, si ipotizza una disfunzione della corteccia cingolata anteriore e dell’insula anteriore, aree chiave del Salience Network. Tale ipotesi è confermata da una riduzione della sostanza grigia in queste regioni, riscontrata in soggetti a rischio, nei pazienti di nuova diagnosi e in quelli con schizofrenia cronica.
Recenti scoperte indicano un ruolo significativo dei fattori genetici nella schizofrenia. Individui con un parente di primo grado affetto da schizofrenia hanno un rischio più elevato di sviluppare il disturbo rispetto alla popolazione generale.
Chi è a rischio schizofrenia? Incidenza e familiarità
La schizofrenia può manifestarsi a qualsiasi età, ma alcuni fattori, genetici, ambientali e legati allo stile di vita, possono aumentare la probabilità di svilupparla.
La diagnosi e il trattamento precoci sono fondamentali per il miglioramento del benessere a lungo termine.
In che modo si svolge la diagnosi?
Per l’accertamento della sindrome schizofrenica, secondo il DSM-5, il soggetto deve presentare almeno due dei seguenti sintomi:
- allucinazioni
- deliri
- disturbi del linguaggio e del pensiero
- disturbi motori.
Queste manifestazioni, inoltre, dovrebbero essere presenti per un periodo di almeno sei mesi consecutivi e impattare negativamente sulla quotidianità del paziente: studio, lavoro o attività di routine.
La diagnosi di schizofrenia avviene anche per esclusione, in quanto bisogna accertare che i sintomi non siano associabili ad altri disturbi simili come il disturbo schizoaffettivo il disturbo bipolare.
Poiché i sintomi psicotici positivi possono comparire in diversi disturbi, alcuni autori ritengono che le psicosi affettive e schizofreniche non siano entità separate, ma diverse manifestazioni di una base psicopatogenetica comune, modulata da fattori individuali e psicopatologici. Questa prospettiva ha portato a ipotizzare l’esistenza di uno Spettro Psicotico trans-diagnostico.
Lo specialista potrebbe, inoltre, richiedere una serie di esami strumentali (risonanza magnetica cerebrale o TAC) o di laboratorio (esami del sangue o delle urine) per escludere cause organiche.
Schizofrenia e suicidio
Il rischio suicidario rappresenta una preoccupante complicanza per le persone affette da schizofrenia. Gli studi indicano che individui con schizofrenia hanno una significativa probabilità di attuare tentativi di suicidio, ed è importante evidenziare che circa il 20% dei pazienti tenta il suicidio almeno una volta nel corso della vita.
I fattori di rischio associati al comportamento suicidario in pazienti con schizofrenia includono l’uso di sostanze e la presenza di sintomi depressivi. Anche alcune caratteristiche della malattia, come allucinazioni intense o deliri persecutori, possono incrementare il rischio.
La comprensione e l’identificazione di questi fattori sono essenziali per lo sviluppo di strategie preventive, incentrate sulla gestione della sintomatologia del paziente e sull’offerta di un supporto psicosociale adeguato.
La valutazione del rischio suicidario dovrebbe quindi rientrare nella prassi clinica per i pazienti con schizofrenia, integrando interventi mirati alla riduzione di tali rischi. Questo include l’impiego di terapie farmacologiche e psicoterapeutiche per affrontare non solo i sintomi psicotici ma anche la comorbidità con disturbi dell’umore, problemi di abuso di sostanze, e possibili fattori stressanti psicosociali.
Come si cura la schizofrenia?
Il trattamento della schizofrenia, a oggi, consiste nella cura delle principali manifestazioni sintomatologiche della malattia e nel sostegno alla vita relazionale. Solitamente ciò avviene attraverso la somministrazione di farmaci antipsicotici, abbinata a percorsi psicoterapeutici e di riabilitazione, finalizzati a far riacquisire al paziente le capacità relazionali e sociali perse a causa della patologia.
Terapia farmacologica
Per quanto riguarda la terapia farmacologica, sia per il trattamento della fase acuta della schizofrenia sia per il mantenimento successivo, vengono utilizzati antipsicotici di prima e seconda generazione.
In alcuni casi, la terapia farmacologica può prevedere la somministrazione di antipsicotici in combinazione con ansiolitici o antidepressivi. L’importante è attenersi scrupolosamente alle prescrizioni dello specialista.
Psicoterapia
Nel trattamento della schizofrenia è fondamentale, come anticipato, abbinare alla terapia farmacologica dei percorsi di psicoterapia. Tra le principali strategie di intervento, in questo senso, si possono citare:
- la psicoterapia
- social skills training
- psicoterapia familiare, con partecipazione di membri chiave, in grado di riconoscere tempestivamente eventuali segnali di ricadute.
Gli interventi di tipo psicoterapeutico prevedono anche programmi di inserimento socio-lavorativo. È molto importante non interrompere le cure a fronte di effetti indesiderati o un generale senso di sfiducia, per diminuire il rischio di eventuali ricadute.
Tutto quello che devi sapere sulla schizofrenia e i temi correlati
Che cos'è il disturbo delirante?
Il disturbo delirante è caratterizzato dalla presenza di uno o più deliri persistenti, spesso realistici (es. persecuzione o gelosia), ma senza altri sintomi psicotici come allucinazioni o disorganizzazione del pensiero. Leggi di più..
Che cos'è il disturbo schizofreniforme?
Simile alla schizofrenia, questo disturbo si manifesta con sintomi psicotici come deliri, allucinazioni, comportamento disorganizzato o pensiero confuso. Tuttavia, la durata è limitata tra uno e sei mesi. Se i sintomi persistono oltre sei mesi, può essere diagnosticata la schizofrenia.
Che cos'è il disturbo schizoaffettivo?
Si caratterizza per una combinazione di sintomi tipici della schizofrenia (come deliri e allucinazioni) con gravi episodi di alterazione dell’umore, che possono essere depressivi, maniacali o una combinazione di entrambi. La persona sperimenta sia sintomi psicotici positivi sia cambiamenti importanti del tono dell’umore per la maggior parte della durata della malattia.
Che cos'è il Disturbo schizotipico di personalità?
È un disturbo di personalità che si manifesta con pensieri e comportamenti eccentrici, difficoltà nelle relazioni sociali, ansia sociale intensa e credenze bizzarre . Sebbene possano esserci disturbi del pensiero, non si raggiunge il livello di alterazione dell’esame di realtà caratteristico della schizofrenia.
Il Disturbo psicotico indotto da sostanze/farmaci
Si verifica quando l’uso o l’astinenza da sostanze (come droghe o farmaci) provoca sintomi psicotici, quali allucinazioni o deliri. I sintomi sono strettamente collegati alla sostanza assunta, e in genere si risolvono una volta che l’effetto della sostanza si esaurisce, anche se possono durare più a lungo in alcuni casi.
L'allucinazione: cos'è e come si riconosce
L’allucinazione è una percezione sensoriale in assenza dell’oggetto percepito. Può coinvolgere uno o più sensi, come la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto o il gusto. Le allucinazioni visive e uditive sono le più comuni, spesso associate ad altri sintomi psicotici in quadri più complessi come la Schizofrenia o il Disturbo Bipolare, ma possono verificarsi anche in condizioni mediche, uso di sostanze, disturbi di personalità o in stati di deprivazione sensoriale. Chi ne soffre percepisce queste esperienze come reali, anche se non hanno una base oggettiva.
Mania di persecuzione: che cos'è e come trattarla
La mania di persecuzione, o delirio persecutorio, è una particolare tipologia di disturbo del contenuto del pensiero, ossia un delirio in cui una persona crede erroneamente di essere costantemente minacciata, spiata, seguita contro da altri.
Queste convinzioni non hanno basi nella realtà e possono includere la paura di essere danneggiati fisicamente o emotivamente da individui, gruppi o istituzioni. Questo tipo di delirio è spesso presente in disturbi psicotici come la schizofrenia o il disturbo delirante.
Anedonia o assenza di piacere: come riconoscerla
L’anedonia è l’incapacità di provare piacere o interesse per attività che normalmente sarebbero gratificanti, come il cibo, le interazioni sociali o gli hobby. È un sintomo comune della depressione e di altri disturbi mentali, come la schizofrenia, e può manifestarsi sia a livello fisico (perdita di piacere sensoriale) che sociale (mancanza di interesse nelle relazioni). L’anedonia può compromettere gravemente la qualità della vita, rendendo difficile trovare motivazione o gioia nelle esperienze quotidiane.

