Che cos’è il priapismo?
Si parla di priapismo quando si ha un'erezione superiore alle quattro ore.
Ne esistono di due tipi:
- ischemico, detto anche priapismo venoso o a bassa portata
- non ischemico, detto anche priapismo arterioso.
Entrambi i tipi possono essere pericolosi e portare, tra le altre cose, a disfunzione erettile. È pertanto indicato intervenire con urgenza quando se ne sospetta l’insorgenza.
In nessuno dei due casi l’erezione è legata ad uno stato di eccitazione. In altre parole non si verifica in presenza di stimoli sessuali, siano essi psicologici o tattili. A seconda del tipo di priapismo, il paziente può riscontrare o meno dolore.
Quali sono le cause?
Le cause di questa patologia non sono ancora del tutto chiare, ma si ipotizza sia legata ad una serie di condizioni pre-esistenti o allo stile di vita. In particolare è nota la correlazione del priapismo con:
È inoltre associato ad altre condizioni mediche o patologiche quali:
Anche se l’eziologia, cioè le cause scatenanti, non è chiara, è invece accertato il meccanismo fisiologico che sta alla base dei due tipi di priapismo.
Nel caso del priapismo ischemico o venoso, ciò che causa l’erezione prolungata è il mancato deflusso del sangue dalle vene dell’organo genitale maschile.
Il priapismo venoso è il più comune ed è da considerarsi un’emergenza medica a tutti gli effetti. Il permanere del sangue venoso nei corpi cavernosi del pene è infatti causa di ipossia dei tessuti (mancanza di ossigeno), il che può portare a fibrosi dei corpi cavernosi e a necrosi cellulare, con conseguente necessità di amputazione dell’organo per cancrena.
Deve essere pertanto trattato immediatamente recandosi al pronto soccorso per le dovute terapie.
Una variante di priapismo ischemico è il priapismo intermittente. Questo consiste in una prolungata serie di erezioni indesiderate e non legate ad eccitazione sessuale, che si risolvono in parte da sole.
Il priapismo arterioso è invece la variante meno comune, causata da un flusso di sangue superiore al deflusso. Questa variante è quella normalmente associata a traumi.
Come ti accorgi di avere priapismo?
La sintomatologia del priapismo è abbastanza semplice.
Nel caso del priapismo venoso l’erezione si prolunga oltre le 4 ore ed è dolorosa. L’asta del pene è rigida, mentre la parte terminale dello stesso, il glande, risulta non turgida.
Il priapismo arterioso invece non comporta un’erezione completa. Il pene risulta turgido, non indurito, tanto che può essere compresso. Questa condizione non è in genere associata a dolore.
Quanto dura l’erezione di un uomo?
Questo parametro è difficilmente inquadrabile in un set di valori fissi. Gli elementi che concorrono all’erezione e alla sua durata sono infatti molteplici, tra questi:
- stato di eccitazione
- stato emozionale
- presenza o meno di stimolo sessuale e sua durata
- età dell’uomo
- stato di salute generale
- stato di salute dell’arteria cavernosa
- assunzione di alcuni farmaci nel periodo di riferimento
Tutti questi fattori e le loro possibili combinazioni influenzano la durata di un’erezione. In linea generale si può stabilire in venti minuti circa il tempo medio per un maschio sano, tra i 30 e i 40 anni, durante un rapporto sessuale. Includendo le fasi preliminari del rapporto, il tempo medio può arrivare ai 40 minuti.
Si ribadisce che queste sono però approssimazioni statistiche, che hanno mero valore indicativo.
Come si cura il priapismo?
A seconda che si tratti di priapismo ischemico o non ischemico le procedure per la risoluzione sono differenti.
In caso di priapismo ischemico è assolutamente necessario recarsi al pronto soccorso.
Generalmente il medico dopo aver effettuato un’anamnesi della situazione tramite dialogo con il paziente, volto a comprendere la causa scatenante la condizione, procederà immediatamente alla rimozione del sangue venoso dall’area. Contestualmente vengono anche iniettati dei farmaci per scongiurare l’insorgere di una nuova crisi.
In caso di inefficacia di questi trattamenti, è però indispensabile un’intervento chirurgico. Il priapismo intermittente viene trattato come il priapismo ischemico.
Il priapismo non ischemico invece viene generalmente trattato con il raffreddamento dell’area. Impacchi freddi e analgesici per ridurre l’infiammazione hanno successo nella maggioranza dei casi. In alternativa si può ricorrere ad un piccolo intervento chirurgico per ridurre temporaneamente il flusso arterioso.