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Acidi biliari e acido ursodesossicolico


La analisi per gli acidi biliari sono uno strumento diagnostico fondamentale per comprendere lo stato di salute e la funzionalità del fegato.

Gli acidi biliari vengono sintetizzati nel fegato e si trovano nella bile. La loro secrezione avviene al livello del duodeno e la loro funzione è quella di aiutare la digestione, dal momento che svolgono un’azione cosiddetta detergente, che permette l’assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili.

Quando i loro valori sono fuori norma, si sviluppano delle conseguenze a carico dell’organismo. Cerchiamo di capire allora quando fare gli esami degli acidi biliari (nei quali sono compresi gli acidi glicocolici) quali sono i valori di riferimento, e come comportarsi in caso di valori alti.

Cos’è la bile? E quale funzione ha?

La bile è prodotta dal fegato ed è una secrezione, costituita principalmente di acqua, con un colore compreso tra il giallo e il verdastro. Al suo interno sono presenti diverse molecole quali: i sali biliari, i fosfolipidi, il colesterolo e la bilirubina.

Attraverso le vie biliari, e passando per la cistifellea, raggiunge l’intestino tenue. Qui, oltre a permettere l’assorbimento dei grassi, fa sì che l’organismo riesca a metabolizzare diverse vitamine come la A, la vitamina D, la E e la K. Un’altra funzione della bile è quella di neutralizzare le secrezioni gastriche, di per sé acide.

La bile può inoltre trasportare l’eccessivo colesterolo prodotto dal fegato fino alla cistifellea. Il colesterolo, quindi, tende ad accumularsi formando particelle solide. Queste particelle sono calcoli, che a loro volta sono all’origine delle calcolosi biliari.

Perché è importante misurare i valori degli acidi biliari?

In un organismo sano, al termine di un processo digestivo gli acidi biliari sono riassorbiti dal fegato, e solo un 10% della loro quantità rimane nel sangue. Un fegato sano, quindi, mantiene bassi i livelli di acidi biliari.

Nel sangue, la concentrazione di acidi biliari può essere alta quando il fegato è malfunzionante. I casi di alte concentrazioni di questi acidi sono indicativi di patologie a carico del fegato e della cistifellea, o di colestasi, una condizione che indica la riduzione o l’arresto del flusso della bile.

Tra i disturbi epatici legati ai valori alti ci possono essere:

  • cirrosi e cirrosi biliare primitiva
  • epatite
  • mononucleosi
  • tumore del fegato
  • mononucleosi infettive
  • patologie epatiche dovute a farmaci o abuso di alcol.

Valori di riferimento degli acidi biliari

Gli acidi biliari hanno un valore che può essere considerato normale fino alle 8 unità per millimetro cubo di sangue, e comunque non devono essere superiori alle 10 unità per millimetro cubo di sangue.

Nella maggior parte dei casi, questo intervallo di valori è ben tollerato dall’organismo.

I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.

L’acido ursodesossicolico

Di particolare interesse l’acido ursodesossicolico. Si tratta di un acido biliare secondario, prodotto dalla flora batterica intestinale, e il suo nome è dovuto alla particolarità di essere l’acido biliare principale negli orsi. Nell’organismo umano la sua funzione risiede nell’assorbimento del colesterolo all’altezza dell’intestino.

Tuttavia, è anche il principio attivo di un farmaco di sintesi usato per contrastare la colangite biliare primitiva, un ristagno della bile con tendenza alla cronicizzazione. Quando viene assunto come farmaco, tra i suoi “effetti collaterali” è presente un’alterazione dei risultati di queste analisi.

Cosa mangiare per abbassare i livelli di acidi biliari?

Per evitare che gli acidi biliari arrivino a formare calcoli è bene che nella propria alimentazione siano compresi:

  • carne bianca, possibilmente magra
  • yogurt e latte magri
  • derivati e prodotti di cereali integrali
  • verdure in buone quantità
  • frutta, due volte al giorno
  • olio extravergine di oliva come condimento principale.

Cosa non mangiare, invece, con acidi biliari alti?

Tutta la gamma di alcolici e superalcolici deve essere evitata, così come l’insieme dei condimenti grassi quali burro, panna, margarine, strutto e lardo. Anche i cibi provenienti da fast food devono essere esclusi dalla dieta.

Vanno allontanati inoltre latte intero e formaggi fermentati, oltre che formaggi piccanti; le carni grasse e lavorate (attraverso salatura, marinatura e affumicazione), le frattaglie, la selvaggina e ogni tipo di insaccato.

Altri alimenti che non dovrebbero essere ricompresi sono le bevande zuccherate e i dolci, soprattutto i dolci farciti con creme particolarmente elaborate.

Acidi biliari e gravidanza

I valori di questi acidi possono subire un incremento nelle donne in gravidanza, se soffrono di colestasi gravidica, che si specifica proprio per un aumento degli acidi biliari a livello ematico.

La causa di questo incremento è determinata dagli ormoni della gestazione, che determinano un arresto nel defluire della bile.

Come prepararsi agli esami degli acidi biliari?

Gli esami del sangue relativi a questi acidi possono essere svolti in due occasioni: a digiuno e a stomaco pieno. Questi due aspetti sono infatti fondamentali per l’interpretazione dei risultati delle analisi.

In che modo avviene il prelievo?

Il prelievo avviene, come da prassi, con un prelievo del sangue venoso dal braccio, o dall’avambraccio.