- Cos’è la sindrome serotoninergica?
- Con quali sintomi si manifesta?
- Quali sono le cause della sindrome serotoninergica?
- Come avviene la diagnosi?
- In che modo intervenire?
La sindrome serotoninergica è una condizione clinica potenzialmente pericolosa.
È causata da un’eccessiva attivazione dei recettori della serotonina a livello del sistema nervoso centrale e periferico. Può manifestarsi in seguito all’assunzione o all’interazione di alcuni farmaci serotoninergici.
Sebbene rara, la sindrome è spesso sottodiagnosticata, soprattutto nei pazienti in terapia con più farmaci psichiatrici. Il riconoscimento tempestivo delle manifestazioni cliniche è fondamentale per una gestione efficace.
Approfondisce l’argomento la dottoressa Clara Maria Basi, psichiatra del Santagostino.
Cos’è la sindrome serotoninergica?
↑ topSi tratta di una condizione potenzialmente grave, causata da un’eccessiva stimolazione dei recettori della serotonina (5-HT) situati nel sistema nervoso centrale e periferico.
I recettori 5-HT1A sono tra quelli più coinvolti: si trovano nel cervello e giocano un ruolo importante nella regolazione dell’umore, del sonno e del comportamento. Quando sono sovrastimolati, come nel caso della tossicità da serotonina, possono causare squilibri gravi nel funzionamento del cervello e del corpo.
Questa sindrome per lo più si verifica come effetto collaterale o interazione di alcuni farmaci che vanno ad aumentare i livelli di serotonina, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, gli inibitori della ricaptazione della serotonina e noradrenalina, gli antidepressivi triciclici e gli inibitori delle monoamino ossidasi, oggi meno usati nella pratica clinica.
La sindrome serotoninergica è rara, ma anche sottodiagnosticata. L’incidenza è variabile tra lo 0,5% e il 2% nei pazienti trattati con farmaco serotoninergico.
Sono più a rischio:
- pazienti in politerapia psichiatrica
- anziani, per via della ridotta capacità di metabolizzare i farmaci
- persone che abusano o fanno uso improprio di sostanze serotoninergiche.
Con quali sintomi si manifesta?
↑ topI sintomi principali possono manifestarsi anche entro poche ore dall’assunzione dei farmaci o dalla loro interazione. Le manifestazioni cliniche si suddividono in:
- alterazioni dello stato mentale: ansia, confusione, ipervigilanza, delirio, insonnia. Questi disturbi indicano che il livello del sistema nervoso centrale è compromesso, con un aumento dell’attività cerebrale che può sfociare in agitazione o delirio
- alterazioni del sistema nervoso autonomo: ipertensione o ipotensione, tachicardia, ipertermia (febbre alta), sudorazione profusa, midriasi (dilatazione delle pupille). Il sistema nervoso autonomo regola funzioni vitali involontarie e in questa sindrome può essere gravemente destabilizzato
- alterazioni neuromuscolari: iperreflessia (riflessi esagerati), clono (scatti ritmici involontari, soprattutto agli arti inferiori), tremori, rigidità muscolare, incoordinazione, mioclono (spasmi muscolari). Questi sintomi possono essere i primi campanelli d’allarme per i medici.
Il clono e l’iperreflessia sono segnali utili per distinguere questa sindrome dalla sindrome neurolettica maligna, in cui sono invece assenti, ma è presente una rigidità massiccia e generalizzata.
Quali sono le cause della sindrome serotoninergica?
↑ topI possibili farmaci che possono indurre questa sindrome appartengono a diverse categorie:
- inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (come la fluoxetina o la sertralina)
- inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina
- antidepressivi triciclici e inibitori delle monoamino ossidasi
- tramadolo, analgesico che ha anche effetto sul sistema serotoninergico
- linezolid, un antibiotico con attività serotoninergica
- triptani, utilizzati per la terapia dell’emicrania
- dextrometorfano, presente in alcuni sciroppi per la tosse
- litio, stabilizzatore dell’umore
- sostanze psicoattive come MDMA, LSD e cocaina
Anche l’interazione tra due o più di questi principi attivi può essere sufficiente a scatenare la crisi.
Va inoltre sottolineata la presenza tra le possibili cause di alcuni integratori “naturali” come l’iperico (conosciuto anche come erba di San Giovanni), che agisce a livello serotoninergico e può essere pericoloso se associato ad altri farmaci.
Come avviene la diagnosi?
↑ topLa diagnosi è clinica, ovvero si basa sull’osservazione dei sintomi e sulla storia dei farmaci assunti. Uno strumento utile è l’applicazione dei criteri di Hunter, secondo cui la diagnosi si pone se un paziente ha assunto un farmaco serotoninergico e presenta almeno uno tra i seguenti sintomi:
- clono spontaneo
- clono inducibile associato ad agitazione o diaforesi (sudorazione abbondante)
- clono oculare con febbre alta
- tremore e iperreflessia
- rigidità muscolare con febbre superiore a 38°C, associata a clono
Gli esami di laboratorio possono essere eseguiti per escludere altre diagnosi o per valutare eventuali complicanze, come:
- aumento della CPK (enzima che segnala danno muscolare)
- acidosi metabolica
- alterazioni renali o epatiche
- rischio di coagulazione intravascolare disseminata.
Tuttavia, questi esami non sono specifici e non confermano da soli la diagnosi di tossicità da serotonina.
In che modo intervenire?
↑ topLa gestione della sindrome serotoninergica deve essere tempestiva:
- sospensione immediata del farmaco serotoninergico sospetto
- supporto alle funzioni vitali, con somministrazione di liquidi, ossigeno, e farmaci antipiretici per ridurre la febbre
- benzodiazepine, utili per contenere agitazione e tremori
Nei casi più gravi può essere somministrata ciproeptadina, un farmaco orale che blocca i recettori della serotonina In presenza di ipertermia severa o instabilità del sistema nervoso autonomo, può essere necessario il ricovero in terapia intensiva.