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Pubblicato inSintomi

L’ipoglicemia

Si ha una condizione di ipoglicemia quando i valori glicemici del sangue scendono sotto i 70 mg/dl, determinando conseguenze a carico del sistema nervoso centrale.

ipoglicemia, definizione, sintomi, cosa fare

Che cos’è l’ipoglicemia?

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L’ipoglicemia è una condizione in cui i livelli di glucosio nel sangue scendono sotto i valori normali, ovvero al di sotto di 70 mg/dl. In un soggetto sano, i valori di glicemia a digiuno oscillano tra 70 e 100 mg/dl. Quando il glucosio nel sangue scende troppo rapidamente, si può verificare una crisi ipoglicemica.

Il glucosio è lo zucchero semplice che fornisce energia alle cellule del corpo e al cervello. Proviene dagli alimenti contenenti carboidrati semplici, come zuccheri e frutta, e carboidrati complessi, come cereali, legumi e tuberi. L’insulina, prodotta dal pancreas, regola il passaggio del glucosio dal sangue alle cellule.

L’ipoglicemia può presentarsi:

  • nei pazienti con diabete mellito, soprattutto in trattamento con insulina o farmaci ipoglicemizzanti. Questa è l’occorrenza più frequente
  • in soggetti senza diabete, in particolari situazioni, come ipoglicemia reattiva, interventi chirurgici intestinali, abuso di alcol o digiuno prolungato
  • durante la gravidanza, quando le variazioni ormonali possono influenzare la glicemia.

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Il glucosio

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Il glucosio è uno zucchero semplice, considerabile la fonte di energia più importante per l’organismo. Negli alimenti è presente sotto forma di:

  • carboidrati semplici, quindi zuccheri, reperibili negli alimenti di lavorazione industriale e nella frutta
  • carboidrati complessi che contengono amido, nei tuberi quali le patate, nei legumi e nei cereali.

A regolare l’utilizzo nelle cellule e la presenza di glucosio nel sangue interviene l’insulina, che svolge una azione ipoglicemizzante, per mezzo della quale il glucosio passa dal sangue alle cellule.

Tipi di ipoglicemia

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Secondo le indicazioni reperibili negli Standard italiani per la cura del diabete mellito, esistono tre tipi di ipoglicemia:

  • lieve, che si manifesta nei soggetti diabetici che assumono insulina. Può verificarsi fino a due occasioni a settimana e viene solitamente gestita in autonomia, con l’assunzione di cibi che contengono glucosio, come un succo di frutta, o carboidrati semplici
  • grave i cui sintomi, come sarà approfondito, sono più importanti. Per essere trattata necessita il trasporto in ambulanza e l’ospedalizzazione
  • notturna. In tre occasioni su quattro le notturne sono di tipo asintomatico, interessano fino alla metà dei soggetti che soffrono di diabete di tipo 1 e circa un terzo dei diabetici di tipo 2 in trattamento insulinico.

Va aggiunto un quarto tipo, che prende il nome di ipoglicemia reattiva, o post prandiale. Accade circa 2, 3 ore dopo avere terminato i pasti e non è ancora riconducibile ad una causa.

Quali sono i sintomi dell’ipoglicemia?

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I sintomi dell’ipoglicemia possono comparire rapidamente e variare da lievi a gravi. Riconoscerli precocemente è fondamentale per evitare complicazioni.

Gravità dei sintomi Manifestazioni principali
Sintomi lievi e moderati tremore alle mani
sudorazione fredda
battito accelerato
• fame intensa
• irritabilità, ansia
• difficoltà di concentrazione
• sonnolenza o mal di testa
Sintomi gravi • confusione mentale o perdita di coscienza
• disturbi visivi
crisi convulsive

 

ipoglicemia, sintomi principali e rischi

Quali sono le cause più comuni?

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Le cause di ipoglicemia variano in base alla presenza o meno del diabete. Le principali sono:

  • somministrazione eccessiva di insulina o farmaci ipoglicemizzanti nei pazienti con diabete di tipo 1 o 2
  • saltare i pasti o mangiare troppo poco
  • attività fisica intensa senza adeguato apporto di carboidrati
  • eccessivo consumo di alcol, soprattutto a stomaco vuoto
  • diete iperproteiche o a basso contenuto di carboidrati complessi
  • Intervento chirurgico a carico dell’apparato digerente che riduce l’assorbimento del glucosio
  • ipoglicemia reattiva, che si manifesta 2-3 ore dopo aver mangiato a causa di un’eccessiva risposta insulinica
  • patologie epatiche, renali o endocrine che alterano il metabolismo del glucosio.

Quando l’ipoglicemia è pericolosa?

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L’ipoglicemia diventa pericolosa quando il cervello e il sistema nervoso non ricevono abbastanza glucosio per funzionare correttamente.

Nei casi lievi (circa 100 mg di ipoglicemia lieve), i sintomi si risolvono con l’assunzione di zuccheri. Nei casi gravi, può verificarsi perdita di coscienza, crisi convulsive o, raramente, arresto cardiaco.

Gli episodi ripetuti di ipoglicemia sono particolarmente rischiosi nei pazienti con diabete mellito, soprattutto negli anziani o in chi presenta malattie cardiovascolari, perché possono aumentare il rischio di ictus o infarto.

Che differenza c’è tra ipoglicemia e iperglicemia?

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L’ipoglicemia si verifica quando il glucosio nel sangue scende sotto i valori normali, mentre l’iperglicemia è l’opposto: i livelli di glicemia sono troppo elevati, oltre i 126 mg/dl a digiuno.

Entrambe le condizioni possono essere pericolose, ma l’ipoglicemia richiede intervento immediato, laddove l’iperglicemia necessita di una gestione continuativa.

Come gestire l’ipoglicemia

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Riconoscere e intervenire rapidamente

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Il primo passo per gestire un episodio di ipoglicemia è riconoscerne tempestivamente i sintomi e intervenire con prontezza. Agire in modo rapido consente di evitare che la crisi peggiori e diventi pericolosa.

La regola del 15

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Il metodo di riferimento per trattare una crisi ipoglicemica è la regola del 15, semplice ma molto efficace. Consiste nell’assumere 15 grammi di zuccheri semplici, come tre zollette o bustine di zucchero sciolte in acqua, un cucchiaio di miele o marmellata, oppure circa 150 millilitri di succo di frutta o di una bibita zuccherata.

Dopo questa prima assunzione è necessario attendere 15 minuti, poi misurare la glicemia. Se il valore resta basso, la procedura deve essere ripetuta. Quando la glicemia torna nei valori normali, è importante assumere anche carboidrati complessi, come pane, cracker o frutta, per stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue ed evitare un nuovo calo o un episodio di ipoglicemia reattiva.

Gestione dell’ipoglicemia nei pazienti con diabete

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Nei pazienti con diabete mellito, la gestione dell’ipoglicemia richiede particolare attenzione. È consigliabile portare sempre con sé una piccola riserva di zuccheri, come caramelle o bustine, per poter intervenire rapidamente in caso di necessità. Il controllo regolare della glicemia, soprattutto prima e dopo l’attività fisica, è fondamentale per prevenire episodi di ipoglicemia.

L’alimentazione dovrebbe essere bilanciata e includere carboidrati a lento rilascio, capaci di mantenere più stabili i livelli di glucosio nel sangue. In caso di ipoglicemia grave o perdita di coscienza, non bisogna mai tentare di far ingerire cibo o bevande alla persona: è necessario somministrare un’iniezione di glucagone o chiamare immediatamente i soccorsi per permettere la somministrazione di glucosio per via endovenosa.

Gestione dell’ipoglicemia nelle persone senza diabete

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Anche chi non soffre di diabete può andare incontro a un episodio ipoglicemico. In questi casi, la situazione può spesso risolversi applicando la regola del 15 e correggendo le proprie abitudini alimentari. Se gli episodi tendono a ripetersi, può trattarsi di ipoglicemia reattiva o di una condizione metabolica che richiede una valutazione medica.

In alcuni casi specifici, soprattutto dopo un intervento chirurgico allo stomaco o all’intestino, possono comparire episodi di ipoglicemia post-prandiale.

Cosa non mangiare con ipoglicemia

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Chi soffre di ipoglicemia, soprattutto reattiva o senza diabete, dovrebbe evitare gli alimenti che causano picchi e cali rapidi di zucchero nel sangue. Da limitare o escludere sono:

  • bevande zuccherate e alcolici
  • dolci industriali ricchi di zuccheri semplici
  • caffè e tè in eccesso, che possono stimolare il rilascio di adrenalina
  • pasti troppo abbondanti o troppo distanziati nel tempo
  • diete povere di carboidrati complessi, come pane, cereali e legumi.

Meglio preferire un’alimentazione basata su pasti piccoli e frequenti, con carboidrati complessi e proteine per mantenere stabili i livelli di glicemia.

 

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Come prevenire l’ipoglicemia

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La prevenzione dell’ipoglicemia può variare nelle persone senza diabete o con diagnosi di diabete.

Categoria Indicazioni principali
Nei pazienti con diabete • non saltare mai i pasti e rispettare gli orari delle terapie insuliniche
• controllare la glicemia prima dell’attività fisica e integrare carboidrati se necessario
• limitare il consumo di alcolici
• avere sempre con sé zuccheri semplici o snack in caso di emergenza
• monitorare i livelli di glucosio più volte al giorno, soprattutto in terapia con insulina
Nelle persone senza diabete • mangiare ogni 3-4 ore, evitando lunghi digiuni
• preferire alimenti integrali, legumi, frutta e cereali complessi
• evitare eccessi di zuccheri raffinati, che possono causare ipoglicemia reattiva
• praticare attività fisica regolare, ma con adeguata alimentazione pre e post esercizio
• durante la gravidanza, mantenere una dieta equilibrata e controllare periodicamente la glicemia per prevenire ipoglicemia in gravidanza