- Cosa sono i calcoli renali?
- Quali sono le cause delle calcolosi?
- Litiasi urinaria
- Sintomi dei calcoli renali
- Diagnosi e trattamento dei calcoli renali
- Cosa bere per poter favorire l’espulsione del calcolo?
- Cosa succede se non si toglie un calcolo renale?
- Come evitare recidive
Cosa sono i calcoli renali?
↑ topUn calcolo è una concrezione di sali minerali e materiale organico che si forma dentro i dotti ghiandolari o in alcuni organi cavi. Il calcolo o, in termini tecnici, la litiasi, viene classificato a seconda dell’organo in cui va a formarsi, oppure in base alla composizione.
I principali tipi di calcoli possono essere, a titolo di elenco:
- renali
- alla cistifellea (o colecisti), al fegato e biliari
- tonsillari
- salivari.
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Quali sono le cause delle calcolosi?
↑ topLe cause sono differenti a seconda del tipo di calcoli. In generale però ci sono dei fattori di rischio e delle abitudini che accomunano tutte le forme di calcoli.
Tra queste senza dubbio vanno citate:
- predisposizione genetica
- alimentazione inadeguata con squilibri di micronutrienti, per esempio eccessiva presenza di proteine animali a fronte di una scarsa idratazione (meno di due litri al giorno).
- processi infiammatori di vario tipo.
Litiasi urinaria
↑ topDetta anche calcolosi urinaria, calcolosi delle vie urinarie o calcoli renali, è una delle cause principali di accesso in Pronto Soccorso. È causata da calcoli che si localizzano a livello dell’apparato urinario o delle vie urinarie, che possono quindi interessare reni o ureteri.
Nel 70% dei casi si tratta di calcoli di ossalato di calcio o di fosfato di calcio.
Le cause principali sono le cosiddette ipercalciurie idiopatiche, che si verificano quando il rene elimina più calcio nelle urine del normale, senza una causa conclamata. Altre cause della litiasi urinaria sono:
- disidratazione
- clima
- abuso di medicinali
- ipertiroidismo
- infezioni delle vie urinarie.
Sintomi dei calcoli renali
↑ topNella colica renale, il dolore è lombo-addominale di tipo colico. Si irradia inferiormente nel percorso teorico dell’uretere omolaterale. Questo dolore può inoltre essere accompagnato da altri sintomi sistemici quali:
o sintomi locali quali:
- ematuria, ovvero presenza di sangue nelle urine
- disuria, dolore durante la minzione
- pollachiuria, aumento della frequenza della minzione
Si danno anche casi in cui possono essere asintomatici.
Nonostante spesso la clinica sia suggestiva, occorre valutare la situazione con una tecnica di imaging medica. Normalmente il primo step è l’ecografia, mentre il gold standard per la diagnosi rimane la TAC dell’addome senza mezzo di contrasto.
Diagnosi e trattamento dei calcoli renali
↑ topLa diagnosi necessita di una visita di controllo con un urologo, che farà dapprima la raccolta dei dati anamnestici, cioè annoterà la sintomatologia dichiarata dal paziente, con particolare riferimento a dolore durante la minzione e familiarità o precedenti di condizioni renali.
Successivamente il medico effettua l’esame obiettivo, che però necessita per forza di alcuni esami specifici per poter dare un parere definitivo.
Gli esami che possono essere necessari per la diagnosi di calcoli renali sono:
- esame delle urine
- esami del sangue
- ecografia
- tomografia computerizzata (TC)
- urografia, cioè raggi X con mezzo di contrasto
Il trattamento dipende dalle dimensioni e dalla sintomatologia e può essere conservativo, con antinfiammatori, oppure può essere necessaria una litotrissia extracorporea ad onde d’urto.
In alcuni casi comunque, soprattutto se sono di piccole dimensioni, i calcoli vengono espulsi da soli.
Tra i trattamenti disponibili ci sono i seguenti:
- analgesici e farmaci miorilassanti per facilitare l’espulsione
- idratazione importante con introduzione di grandi quantità d’acqua in tempi ristretti
Nel caso questo non servisse all’espulsione del calcolo, sono disponibili alcuni trattamenti ad un maggiore grado di invasività, come:
- onde d’urto per frammentare i calcoli e renderli più facili da espellere
- intervento di ureteroscopia, con cui i calcoli vengono frammentati “manualmente”
- intervento sul rene detto nefrolitotomia, con cui si frammenta il calcolo attraverso un foro sul rene
- intervento nell’uretere detto litotrissia, in cui i calcoli vengono frammentati con un endoscopio inserito nell’uretere.
Cosa bere per poter favorire l’espulsione del calcolo?
↑ topPer favorire l’espulsione dei calcoli può essere utile assumere alcuni liquidi, che favoriscono da un lato l’attività renale e quindi la produzione di urina, dall’altro la scomposizione dei calcoli in modo che la loro espulsione sia più facile e meno dolorosa.
Tra le principali bevande consigliate ci sono:
- acqua oligominerale rigorosamente, in quantità abbondanti, tra i 2,5 e 3 litri al giorno
- tè e caffè
- succo di limone diluito in acqua, il cui acido citrico può aiutare nello scioglimento dei calcoli di calcio
Cosa succede se non si toglie un calcolo renale?
↑ topNel caso di mancata rimozione del calcolo, si possono verificare complicazioni anche abbastanza serie ai danni dei reni.
Tra le principali condizioni della mancata rimozione dei calcoli renali ci possono essere:
- ostruzione delle vie urinarie, per cui la minzione risulta difficoltosa o addirittura dolorosa. Le ostruzioni urinarie possono causare danni ai reni
- infezioni all’apparato urogenitale, causate dall’urina ristagnante che diventa ricettacolo per proliferazioni batteriche
- danni seri ai reni
- in casi estremi anche l’insufficienza renale
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Come evitare recidive
↑ topPer evitare le recidive, vi sono alcune misure generali che possono prevenire la formazione di calcoli.
È molto importante per esempio un apporto idrico adeguato, dato che è stata dimostrata una relazione inversamente proporzionale tra la quantità di acqua e la formazione di calcoli, e modifiche della dieta anche in base al tipo di calcolo e alla causa.
Come detto in precedenza, un’alimentazione con un apporto di proteine animali importanti può favorire la formazione di calcoli.
Si consiglia pertanto, in caso di necessità di un apporto proteico maggiorato per motivi per esempio sportivi, di rivolgersi ad un nutrizionista. Il professionista sarà in grado di prescrivere un regime alimentare con una corretta alternanza di fonti proteiche animali e vegetali, in modo che il rischio sia ridotto.
Va comunque precisato che in caso di predisposizione o familiarità con la condizione, la prevenzione può aiutare, ma non garantire che il problema non si ripresenti in futuro.
Altri accorgimenti che possono risultare utili per ridurre il rischio di recidiva sono:
- ridurre il consumo di sale da tavola
- ridurre il consumo di spinaci e cioccolato
- attività fisica regolare e commisurata al livello di allenamento e di prestanza individuale .