I disturbi di adattamento: cosa sono e quanto durano

Non sempre riusciamo a vivere fino in fondo e a gestire opportunamente la tristezza o lo stress per un evento traumatico. Spesso si producono resistenze, che possono diventare un vero e proprio disturbo di adattamento. In questa evenienza, può essere risolutiva una psicoterapia.

I disturbi di adattamento: cosa sono e quanto durano

I disturbi dell’adattamento possono manifestarsi quando una persona ha vissuto situazioni difficili.

Che sia la morte di una persona cara, la fine di una relazione o problemi finanziari, la persona inizia ad attuare risposte disadattive come ansia, tristezza o depressione. E può isolarsi o rifugiarsi nell’abuso di sostanze.

Il dottor Leonardo Provini, psicologo e psicoterapeuta del Santagostino, spiega in che modo i disturbi dell’adattamento possono sorgere, come riconoscerli e perché devono essere trattati con un supporto psicoterapico.

Disturbi dell’adattamento, cosa sono?

Secondo il manuale DSM- 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), i disturbi dell’adattamento (DA) sono un gruppo di disturbi psicologici che si manifestano in risposta a degli accadimenti significativi di vita. Si parla di DA quando una persona ha difficoltà a adattarsi a una situazione di vita nuova o difficile, come un lutto, un divorzio, un cambiamento di lavoro o una malattia.

Le caratteristiche principali dei disturbi dell’adattamento sono:

  • reazione a un fattore stressante identificabile: la causa dei disturbi è un evento o una situazione che ha avuto un impatto sulla vita della persona e può riferirsi a contesti diversi, come relazioni di coppia o in ambito sociale, lavorativo
  • sintomi emotivi o comportamentali: le reazioni possono includere ansia, depressione, irritabilità, difficoltà a concentrarsi, sentimenti di tristezza o disperazione, e talvolta comportamenti disfunzionali come l’isolamento o l’abuso di sostanze
  • tempistica: i sintomi di un disturbo dell’adattamento iniziano generalmente entro tre mesi dall’evento stressante e tendono a risolversi entro sei mesi o un anno dopo che il fattore stressante è scomparso o la persona si è adattata
  • impatto sulla vita quotidiana: i disturbi dell’adattamento causano un notevole disagio o difficoltà nelle normali attività quotidiane come lavoro, scuola o relazioni interpersonali.

In sintesi, si tratta di difficoltà temporanee nell’affrontare cambiamenti o eventi stressanti. Ma con il giusto supporto, come la terapia psicologica, molte persone riescono a superare il disturbo e a riprendersi.

Perché si parla di disturbo dell’adattamento?

Si parla di disturbo per il fatto che le reazioni agli eventi risultano spesso “eccessivi”. Infatti, la persona che si trova ad affrontare queste situazioni sperimenta un significativo impatto sulla sua vita di tutti giorni e sperimenta dei sintomi quali quelli citati nel paragrafo precedente.

È importante sottolineare che ogni persona nella sua individualità tende a fare esperienza e significare le situazioni in maniera soggettiva e unica per l’appunto. Per questo motivo è importante che in queste situazioni la persona possa contattare un clinico esperto per cercare di comprendere il perché delle proprie reazioni.

Frequentemente accade che il tempismo dell’insorgenza del disturbo, oltre ad essere reattivo a un determinato evento o cambiamento di vita, si connetta proprio alla soggettività di quella persona con la propria storia di vita, le proprie relazioni interpersonali significative interiorizzate. Prime fra tutti le esperienze definite “di attaccamento” con i propri genitori o caregiver, ma non solo. Possiamo dire che la storia della persona faccia da cornice all’insorgenza del disturbo.

È importante sottolineare questi aspetti anche per il fatto che spesso le persone che vivono queste sintomatologie invalidanti rischiano di temere un giudizio sociale associato a questo “eccesso dei sintomi reattivi”. Spesso quello che accade è che le persone che sperimentano questo disturbo temono di essere in qualche modo “sbagliate” o di esagerare il dolore e le sofferenze percepite. Questo timore frequentemente è il primo intervento psicoterapeutico che noi clinici siamo chiamati ad affrontare.

Quanto dura un disturbo dell’adattamento?

Questo è un punto molto importante da affrontare anche in connessione al precedente. Infatti, la durata di un disturbo dell’adattamento può variare notevolmente da persona a persona, e dipende da vari fattori come:

  • gravità degli accadimenti vissuti
  • supporto sociale disponibile
  • risorse individuali
  • presenza di altre condizioni psicologiche.

Tuttavia, come riferito in precedenza il DSM-5 suggerisce che, generalmente, i sintomi di un disturbo dell’adattamento si manifestano entro tre mesi dall’esposizione allo stressor e tendono a risolversi entro un periodo di sei mesi. Dopo che la causa dello stress si è ridotta o la persona si è adattata alla situazione.

Tuttavia, e questo è un punto determinante, il disturbo può persistere oltre i sei mesi, specialmente se la persona non riceve il supporto adeguato o se il fattore stressante continua a influenzare la sua vita. In alcuni casi, i sintomi possono evolversi in altre condizioni anche più gravi, come disturbi d’ansia o depressione maggiore, se la persona non riesce a superare il disagio o l’incapacità di adattarsi.

Quindi, se non affrontato, il disturbo potrebbe non risolversi spontaneamente e potrebbe portare a una sofferenza prolungata, con impatti negativi sul funzionamento quotidiano e sulle relazioni importanti per la vita di tutti i giorni. Frequentemente, purtroppo, è in questi momenti di sofferenza pervasiva e prolungata che noi clinici incontriamo queste persone, per il fatto che non riescono più a gestire queste sofferenze in autonomia. Il fattore di rischio centrale è: più il tempo passa e più la condizione clinica da trattare risulti complessa.

Un passaggio verso la promozione del benessere

Per fortuna c’è da dire che negli ultimi anni sempre di più si sta passando da una cultura della psicopatologia a una cultura della promozione del benessere. Molte persone che incontriamo nella nostra pratica clinica-psicoterapeutica, in maniera responsabile, sono attente alla loro salute mentale e richiedono un intervento in maniera tempestiva.

Inoltre, lo stigma sociale del “matto” che va in psicoterapia perché è una persona “debole” e che non riesce a “risolversi i problemi” da solo, seppure ancora presente e implicitamente insita nella cultura generale, sembrerebbe stia lasciando spazio a una cultura per l’appunto più incentrata su una promozione del benessere.

Diagnosi dei disturbi di adattamento

Per fare diagnosi è importante considerare i seguenti fattori:

  • valutazione dei sintomi
  • identificazione dello stressor
  • durata dei sintomi
  • esclusione di altre condizioni
  • impatto significativo sul funzionamento
  • uso degli strumenti diagnostici.

 

 

Come si cura il disturbo dell’adattamento?

Come accennato in precedenza è importante iniziare un lavoro di psicoterapia quanto prima. Risulta importante e fondamentale che la persona responsabile che dovesse sperimentare o riconoscersi in alcuni o tutti dei sintomi riportati nel primo paragrafo, si rivolga a un clinico competente per una valutazione diagnostica e prognostica preliminare e propedeutica al trattamento vero e proprio.