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Ureaplasma, che cos’è e come si cura


L’Ureaplasma urealyticum è un batterio della famiglia dei micoplasmi, tra i microrganismi responsabili dell’insorgere di infezioni sessualmente trasmissibili, che prolifera nelle mucose corporee, in particolare a livello genitale

Cos’è l’Ureaplasma urealyticum?

Ureaplasma urealyticum è un batterio che fa parte della famiglia dei micoplasmi, microrganismi caratterizzati dalle dimensioni estremamente ridotte e dalla mancanza di una parete cellulare. 

Questo patogeno, come tutti i batteri che appartengono a questa famiglia, prolifera in particolare nelle mucose del nostro organismo, specialmente in quelle genitali, dove cresce e metabolizza l’urea da cui prende il nome.

Come si contrae l’infezione da ureaplasma?

L’ureaplasma colonizza le mucose genitali in particolare. Per questa ragione, l’infezione determinata da questo patogeno può essere trasmessa per via sessuale, durante rapporti di qualsiasi tipo non protetti.

L’infezione da ureaplasma può essere trasmessa anche dalla madre al figlio durante il parto o dalla madre al feto nel corso della gravidanza.

Ha un’incidenza particolarmente alta - stimata tra il 40 e l’80% - nella popolazione femminile sessualmente attiva.

Nella famiglia dei micoplasmi esistono due specie di ureaplasma: l’urealiticum e il parvum. Tuttavia, è la prima specie quella che viene trasmessa nella maggior parte dei casi, la seconda, invece, si comporta da batterio commensale, ossia microrganismi presenti che, però, non causano alcun danno.

Cosa provoca l’ureaplasma?

L’infezione da ureaplasma nella popolazione maschile provoca le tipiche manifestazioni sintomatologiche associabili alle infezioni genitali. Queste comprendono una sensazione di bruciore durante la minzione e la perdita di secrezioni biancastre.

L’infezione, che inizialmente può limitarsi all’area dell’uretra, può diffondersi anche alle zone adiacenti, tra cui i testicoli e la prostata. In questa eventualità, è concreto il rischio di sviluppare condizioni patologiche quali prostatiti o infiammazioni dell’epididimo, il condotto attraverso il quale passa lo sperma.

Se l’infezione da ureaplasma non viene trattata adeguatamente e tempestivamente può svilupparsi e comportare anche una compromissione della fertilità.

La proliferazione dell’ureaplasma nelle donne può favorire diverse condizioni patologiche quali:

Anche tra la popolazione femminile, se l’infezione non viene trattata in maniera adeguata può arrivare a compromettere la fertilità.

Generalmente, queste patologie sono dovute non all’azione di un singolo patogeno, ma ad una sinergia di più microrganismi. Tra questi sono compresi solitamente:

Le manifestazioni sintomatologiche sono, come detto, quelle tipiche delle infezioni genitali a trasmissione sessuale e includono, tra le donne, dispareunia, ossia dolore durante i rapporti e bruciore vaginale.

Quando l’infezione viene trasmessa dalla madre al feto nel corso della gravidanza possono aumentare:

Infine, nei pazienti che hanno un sistema immunitario compromesso, l’infezione da ureaplasma può estendersi anche ai reni e alle ossa causando, in quest’ultimo caso, anche artriti.

Quando e perché bisogna fare il test?

I test per la ricerce dell’Ureaplasma urealyticum possono essere prescritti nel momento in cui il paziente accusi sintomi di infezioni genitali associabili a micoplasmi.

Qual è il campione richiesto?

L’esame per la ricerca di questo batterio può essere condotto su campioni di urina. Bisogna, poi, tener presente che batteri come l’Ureaplasma urealyticum sono particolarmente suscettibili ai cambiamenti di temperatura. Per questa ragione, la fase di raccolta è un’operazione estremamente delicata e importante. Inoltre, se il campione non può essere analizzato nell’immediato, si rendono necessari terreni di coltura, tenendo conto, però, che la proliferazione batterica richiede un arco temporale di diversi giorni.

A queste problematiche si può ovviare attraverso la tecnica della reazione a catena della polimerasi (Pcr), attraverso la quale vengono moltiplicati frammenti di acidi nucleici a partire dalle sequenze di nucleotidi iniziali e finali.

Come ci si prepara all'esame?

Non c’è alcun tipo di preparazione specifica per l’esecuzione di questo test.

Cosa fare con test ureaplasma positivo?

I pazienti che hanno contratto un’infezione da ureaplasma vengono trattati con terapia antibiotica. Bisogna seguire scrupolosamente le indicazioni del medico, in quanto non è infrequente la presenza di ureaplasma antibiotico-resistente. A tal proposito, per avere un quadro della situazione, che aiuti a determinare la terapia migliore, può essere effettuato un antibiogramma, ossia un esame in vitro grazie al quale è possibile verificare che un microrganismo sia sensibile o meno ad un determinato antibiotico. Finché l’infezione non si è risolta completamente, è raccomandata l’astensione da ogni tipo di rapporto sessuale, tenendo presente che la terapia dovrebbe essere seguita da tutti i partner sessuali, a prescindere dalla presenza o meno di manifestazioni sintomatologiche.