- Cos’è il tetano?
- Quando c’è il rischio di tetano?
- Cosa succede se contrai il tetano?
- Come svolgere la diagnosi?
- Quale terapia è prevista?
- È possibile fare prevenzione?
Cos’è il tetano?
↑ topIl tetano è un’infezione acuta, di tipo non contagioso, dovuta al batterio Clostridium tetani. È questo un batterio Gram-positivo anaerobico, che si ritrova sia in forma di spore che in forma vegetativa. Il germe, nella sua forma vegetativa, dà origine ad una tossina tetanica, che ha nome tetanospasmina. È particolarmente potente, è nel dettaglio una neurotossina all’origine dei sintomi del tetano.
Il tetano richiede una diagnosi e un trattamento tempestivi, perché se non viene trattato può determinare non solo la paralisi del paziente ma, in alcuni casi, il suo decesso.
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Quante forme esistono?
↑ topCi sono quattro forme di tetano:
- generalizzato o sistemico: la forma più comune e allo stesso tempo quella meno grave, ma richiede comunque una diagnosi rapida e adeguata per evitare il rischio di decesso
- localizzato: è una forma meno comune che interessa una zona ben precisa del corpo, anche se ha la possibilità di diventare tetano generalizzato
- encefalico: forma che riguarda i nervi cranici. Anche questa forma può divenire generalizzata
- neonatale: questa rara forma può interessare i neonati dopo qualche giorno dalla nascita, e può determinarne il decesso.
Quando c’è il rischio di tetano?
↑ topIl rischio di contrarre il tetano sorge principalmente quando le spore del batterio Clostridium tetani entrano nel corpo attraverso ferite o tagli. Specificamente, le circostanze che possono aumentare il rischio di infezione includono:
- ferite contaminate con sporcizia, terra, polvere, feci o saliva: queste ferite, essendo sporche, presentano un rischio più elevato di sviluppare il tetano rispetto alle ferite pulite
- ferite che non vengono adeguatamente lavate e disinfettate: l’ambiente anossico, ovvero privo di ossigeno, di una ferita non pulita può fornire le condizioni ideali per la proliferazione delle spore di Clostridium tetani
- contatti con terreni contaminati: le spore del tetano sono presenti nel suolo, quindi le ferite che si verificano a seguito di un contatto con il terreno contaminato sono particolarmente a rischio.
Gli oggetti che presentano ruggine non determinano un rischio di contrarre il tetano, contrariamente a quanto a volte si pensa. Sono veicoli di contagio solo nella misura in cui sono stati in contatto con feci di animali portatori del batterio.
Cosa succede se contrai il tetano?
↑ topIl periodo di incubazione del tetano può variare, da 2 giorni fino a mesi, ma mediamente è di circa 14 giorni. La durata dell’incubazione può essere influenzata da diversi fattori, tra cui il tipo, l’estensione e la localizzazione della ferita.
I sintomi iniziali del tetano possono manifestarsi già durante il periodo di incubazione e possono includere febbre, cefalee, dolori, formicolii, e alla testa, oltre a irritabilità. Questi segni iniziali possono essere facilmente confusi con altre patologie, rendendo talvolta difficile la diagnosi precoce del tetano.
Man mano che la malattia progredisce, i sintomi principali emergono chiaramente e sono caratterizzati da contrazioni e spasmi muscolari. I sintomi principali sono comunque:
- rigidità dei muscoli della mascella, ovvero trisma, che può portare a difficoltà nell’aprire la bocca
- spasmi muscolari dolorosi che possono rendere difficile la respirazione e la deglutizione
- febbre e aumento della sudorazione
- tachicardia, battito cardiaco accelerato.
Quali sono le possibili complicanze?
↑ topTra le complicanze del tetano si possono indicare spasmi che colpiscono le corde vocali e i muscoli respiratori, con difficoltà respiratorie. È possibile che il paziente sviluppi alterazioni nel ritmo cardiaco o ipertensione.
Va ricordato che nel 50% dei casi il tetano determina il decesso del paziente.
Come svolgere la diagnosi?
↑ topLa diagnosi è sostanzialmente clinica, dal momento che attualmente non ci sono test di laboratorio dedicati.
Quale terapia è prevista?
↑ topLa terapia consiste nella somministrazione di TIG (immunoglobuline umane antitetaniche) oltre alla pulizia meticolosa della ferita infetta. Se è presente del tessuto in necrosi, deve essere rimosso. È prevista l’adozione di disinfettanti in grado di ossidare, ad esempio l’acqua ossigenata, e di antibiotici, come la penicillina, per contrastare la diffusione e la produzione di altra tossina.
Per trattare gli spasmi si agisce con una terapia sintomatica, che prevede ad esempio anestetici generali o sedativi. L’avere contratto il tetano non rende immuni. Una volta che il paziente sarà tornato in buone condizioni di salute è comunque necessaria una vaccinazione antitetanica.
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È possibile fare prevenzione?
↑ topLa forma più efficace di prevenzione è data dal vaccino. In Italia devono essere obbligatoriamente vaccinati i bambini, in età pediatrica con almeno 4 somministrazioni, e alcune categorie professionali a maggior rischio di infezione, come lavoratori agricoli e allevatori di bestiame. La vaccinazione è comunque raccomandata per tutta la popolazione a intervalli regolari, ogni 10 anni, per mantenere per mantenere una protezione adeguata ed evitare cosi la somministrazione di immunoglobuline.
Secondo l’attuale calendario vaccinale sono previste 3 dosi, al terzo, quinto e undicesimo mese, nel contesto del vaccino esavalente. Tra i 5 e i 6 anni si ha una dose di richiamo, e una ulteriore dose di richiamo si ha tra i 13 e i 15 anni.
Per gli adulti di età compresa tra i 19 e i 60 anni è consigliata una somministrazione periodica, ogni 10 anni. Per il viaggiatore è consigliato associare al tetano anche la difterite, la pertosse e la poliomielite, malattie presenti in alcune aree del mondo.