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Le ragadi anali, di cosa si tratta e come si curano

A cura di
Carla Luciana
Raviolo

La ragade anale è una piccola ferita che si manifesta sul canale anale, e può essere la causa di dolore associato alla defecazione. Come intervenire per la sua risoluzione?

Cosa sono le ragadi anali?

La ragade è una ferita del margine anale. Se risulta essere presente da tempo, può avere una appendice cutanea esterna, che prende il nome di marisca, e una papilla ipertrofica all’interno.

La posizione più frequente è la posteriore. Se consideriamo l’ano come il quadrante di un orologio, e immaginiamo poi il paziente in posizione ginecologica, la localizzazione più frequente si intende ad ore 6, abbastanza frequente è anche in sede anteriore ad ore 12, più rara ai lati.

In altri termini, potremmo definire la ragade come una piccola lacerazione della mucosa anale. In Italia ad occuparsi delle patologie dell’ano, insieme a quelle del retto e del colon, è presente la SICCR, Società Italiana di Chirurgia Colo-Rettale.

Che sintomi manifestano le ragadi anali?

Il sintomo più importante è il dolore durante la defecazione. Un dolore che successivamente può durare alcuni minuti o anche diverse ore.

Può essere presente sanguinamento durante la defecazione. Un sanguinamento a volte modesto, che si manifesta con delle macchioline sulla carta igienica. Può essere presente anche del prurito.

Al manifestarsi di questi sintomi è importante rivolgersi al proprio medico.

Perché si formano le ragadi anali?

La causa della formazione delle ragadi non è ben chiara. Esistono tuttavia vari fattori che concorrono alla loro comparsa:

  • evacuazione di feci dure, difficoltosa e protratta
  • diarrea
  • traumi
  • malattie infiammatorie
  • l’ipertono, o spasmo, dello sfintere interno spesso associato a questa patologia. Può esserne considerato causa ed effetto.

Lo sfintere interno è un muscolo liscio involontario importante per la continenza. Lo stress può causarne lo spasmo e favorire la formazione della ragade. Il dolore stesso, poi, ne mantiene la contrattura, causando una difficoltà all’evacuazione ed impedendo una guarigione della ragade stessa.

È anche possibile che le ragadi siano presenti come manifestazioni perianali nei pazienti che soffrono del morbo di Crohn, una malattia infiammatoria cronica.

Come guarire dalle ragadi?

La maggior parte delle ragadi, circa i due terzi, tende a guarire con la sola terapia medica.

Sono importanti alcune attenzioni alimentari quali:

  • un’adeguata idratazione, circa 2 litri di acqua o di bevande non gassate al giorno
  • l’assunzione di fibre o lassativi per combattere la stipsi.
  • l’astensione dai cibi piccanti e speziati che possono aumentare il dolore locale.

Importanti sono i bagni caldi che aiutano a rilassare lo sfintere interno. Passando quindi ad una terapia di tipo medico, si possono usare pomate a base di calcio antagonisti o nitroglicerina che hanno lo scopo di risolvere l’ipertono dello sfintere interno.

Queste pomate si possono associare a prodotti che favoriscono la cicatrizzazione. Sempre con lo scopo di dilatare lo sfintere interno esistono dei dilatatori a forma di cono o palloncini che vengono introdotti nel canale anale e poi gonfiati. Infine sono state proposte anche iniezioni locali di tossina botulinica.

Ragadi anali e terapia chirurgica

Nei casi refrattari alla terapia medica bisogna ricorrere alla terapia chirurgica. L’intervento più frequente è la sfinterotomia laterale interna. Tale approccio consiste nel sezionare parzialmente lo sfintere interno in modo da risolvere l’ipertono muscolare. Questo intervento, seppure in casi limitati è a rischio di incontinenza. Una recente metanalisi valuta l’incidenza a lungo termine dell’incontinenza intorno al 13%-14%.

Bisogna perciò fare attenzione soprattutto nelle donne giovani in quanto già nella donna lo sfintere è meno spesso ed inoltre un’eventuale gravidanza può contribuire all’indebolimento dell’apparato sfinteriale. Soggetti a rischio sono anche i pazienti che hanno già subìto interventi proctologici, in cui è necessaria una attenta valutazione preoperatoria dello sfintere.

Un altro intervento chirurgico è l’anoplastica che consiste nell’asportazione della ragade e nella riparazione con un lembo di mucosa anale o di cute del paziente. È stata anche proposta l’anoplastica associata all’iniezione di tossina botulinica.

È possibile prevenire le ragadi?

Per quanto riguarda la prevenzione è fondamentale lo stile di vita:

  • un’abbondante idratazione,  
  • un’alimentazione con un adeguato apporto di fibre quindi una dieta ricca di frutta e verdure
  • non passare lungo tempo in bagno e andarci quando c’è lo stimolo
  • non trattenere le feci
  • non rinunciare ad una leggera attività fisica.

Lo stress dovrebbe essere, infine, evitato. Una visita proctologica sarebbe poi opportuna, anche come screening e ai fini di prevenzione.