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Artrosi cervicale: eziologia e possibili trattamenti


L’artrosi cervicale è una patologia progressiva e cronica che corrisponde ad una degenerazione del tessuto cartilagineo delle vertebre, dei dischi e dei legamenti del collo. Da cosa origina? Come si tratta?

Cos’è l’artrosi cervicale?

Il termine artrosi cervicale indica una osteoartrite che determina l’usura e l’erosione a danno:

  • delle superfici delle articolazioni che interessano le vertebre cervicali
  • dei dischi cartilaginei che si trovano tra le vertebre.

La zona interessata dall’artrosi cervicale è la zona del collo, le cui sette vertebre sono denominate da C1 a C7. Queste sette vertebre della spina dorsale, o della colonna vertebrale, insieme ai dischi intervertebrali prendono il nome di rachide cervicale.

Che disturbi dà l’artrosi cervicale?

Il primo disturbo tipico dell’artrosi cervicale è dato da un dolore che attraversa la zona cervicale. Un dolore che tende al peggioramento progressivo e che può interessare il capo, ma anche le spalle e le braccia, fino alle dita della mano. Quando il soggetto svolge attività fisica, il dolore può aumentare e diminuisce in un contesto di riposo.

Fra i sintomi dell’artrosi cervicale vanno comune annoverati:

  • senso di nausea
  • vertigini
  • cefalea, o mal di testa
  • formicolio percepito negli arti
  • mobilità limitata
  • collo rigido.

È possibile che nel ruotare il collo o nell’abbassare la testa, il soggetto senta un suono simile ad uno schiocco. Questo suono è dovuto al processo di ossificazione e alla formazione di osteofiti, escrescenze formate al livello delle articolazioni.

L’artrosi cervicale è una patologia progressiva e irreversibile. Quando si verifica la compressione delle radici, nella zona dei nervi cervicali, è possibile che insieme ai formicolii il soggetto percepisca delle piccole scosse, tra collo, spalle e braccia. Questi sintomi si hanno anche nei casi in cui si verifichi una ernia del disco.

Possono essere indicati ulteriori sintomi che caratterizzano i casi più gravi. Sintomi quali la perdita di sensibilità, una forza muscolare diminuita, difficoltà nel compiere alcuni movimenti.

Quanto dura un attacco di artrosi cervicale?

Questo tipo di artrosi interessa non solo vertebre e dischi intervertebrali. Le strutture coinvolte possono essere infatti anche i muscoli, ad esempio, oppure i legamenti, il sistema nervoso e il tessuto fasciale.

Una stima di riferimento, che varia sensibilmente da soggetto a soggetto, è di circa 7 giorni, massimo 10 giorni in cui accadono blocchi acuti della colonna cervicale. Questo è un periodo nel quale anche la cervicalgia, ovvero il dolore associato a questa patologia, è più intenso.

Da quali cause è determinata?

L’artrosi cervicale si verifica per via della degenerazione e dell’usura della cartilagine presente nella colonna cervicale. Tra le cause ci sono:

  • dischi intervertebrali disidratati, che determinano un contatto tra le vertebre e un conseguente dolore
  • gli osteofiti, come si accennava, ovvero gli speroni ossei, che stimolano sia la radice del nervo che il midollo spinale
  • ernia cervicale, che si verifica quando i dischi intervertebrali perdono il nucleo polposo, che si riversa all’esterno determinando un’ernia del disco, visibile come rigonfiamento nella zona interessata
  • lesioni, dovute ad un incidente ad esempio, o dovute ad attività ripetitive che comportano il sollevamento di pesi.

Vanno indicati anche dei fattori di rischio per l’insorgenza di questa artrosi. Fattori quali la familiarità, il tabagismo, cattive posture, una condizione di sovrappeso o di obesità.

Come capire se si ha l’artrosi cervicale?

Una visita ortopedica permette allo specialista di svolgere un esame obiettivo che ricerchi i sintomi dell’artrosi cervicale. È possibile che sia richiesto al paziente di svolgere alcuni movimenti che permettano di ottenere una valutazione sulla gravità e la tipologia delle lesioni. L’anamnesi inoltre permette di comprendere abitudini e stili di vita che possono avere contribuito all’insorgenza della patologia.

Lo specialista può prescrivere alcuni esami strumentali per approfondire il quadro clinico:

Cosa fare in caso di artrosi cervicale?

Non esistono terapie in grado di interrompere la progressione dell’artrosi cervicale; la degenerazione della cartilagine e delle articolazioni interessate non si arresta. Tutt’al più, viene rallentata. Tuttavia ci sono farmaci in grado di attenuare, anche sensibilmente, i dolori, donando al soggetto una qualità della vita più accettabile e soddisfacente.

Tra i farmaci che vengono somministrati ci sono:

Un altro valido aiuto è dato dalle sessioni di massaggi e dalla fisioterapia. Si ricorre alla chirurgia solo in casi particolarmente gravi, come una compressione importante del midollo spinale o del nervo.

Importa, in ogni caso, correggere le cattive abitudini posturali che possono avere contribuito all’esordio della patologia, o ad un suo aggravamento. Mantenere una posizione corretta si rivela essenziale soprattutto quando per periodi lunghi si ha una posizione eretta o si è seduti. L’obiettivo è quello di non gravare sulla cervicale.

Per i soggetti obesi o in sovrappeso la perdita di peso, anche solo parziale, risulta un valido aiuto per alleviare i sintomi.

Importanza della rieducazione posturale

L’artrosi cervicale, come tutte le condizioni a carico della colonna vertebrale e delle articolazioni, richiede una importante azione di prevenzione, anche alla luce della irreversibilità con cui si manifesta.

In una ottica preventiva la rieducazione posturale dimostra tutta la sua efficacia, grazie all’ausilio di una corretta e calibrata attività fisica. In questo modo si proteggono spalle e tronco, evitando al contempo di cadere in altre patologie a carico dell’apparato muscolo scheletrico, come iperlordosi o ipercifosi.