Skip to content
Pubblicato inPrevenzione e Benessere

Che cos’è l’indice glicemico e cosa indica

L’indice glicemico indica quanto un determinato cibo è in grado di far salire la glicemia, cioè il valore del glucosio nel sangue.

indice glicemico

Negli ultimi anni, l’indice glicemico (IG) è diventato un tema centrale quando si parla di dimagrimento, benessere fisico e salute metabolica. Tuttavia, è spesso oggetto di interpretazioni errate o semplificazioni fuorvianti. Da un lato, c’è chi lo considera irrilevante; dall’altro, chi demonizza qualsiasi alimento con IG elevato. Entrambi gli approcci sono scorretti e rischiano di promuovere comportamenti alimentari poco salutari.

Per chiarire cos’è realmente l’indice glicemico e come interpretarlo, abbiamo intervistato la Dott.ssa Silvia Accornero, medico specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio, con dottorato in Medicina Interna e Terapia Medica, che esercita presso il Santagostino di Milano.

Prenota una visita endocrinologia

Definizione di indice glicemico

↑ top

L’indice glicemico è un valore numerico che indica quanto un alimento contenente carboidrati aumenta la glicemia postprandiale rispetto al glucosio puro (valore di riferimento pari a 100). Non misura la rapidità dell’aumento della glicemia, ma l’intensità complessiva della risposta glicemica nei 120 minuti successivi all’ingestione.

La glicemia è il livello di glucosio presente nel sangue. I carboidrati che assumiamo vengono digeriti e trasformati in glucosio, che passa nel sangue. La risposta glicemica dipende dalla composizione dell’alimento (tipo di carboidrati, presenza di fibre, grassi, proteine), dal grado di lavorazione e dalla modalità di cottura.

Un alimento con IG 50 provoca una risposta glicemica pari al 50% di quella del glucosio puro, a parità di contenuto in carboidrati disponibili. L’IG non tiene conto della quantità totale di carboidrati ingeriti: per questo si utilizza anche il carico glicemico, parametro più completo che considera sia la qualità sia la quantità di carboidrati.

Esempio di calcolo del carico glicemico

↑ top

Il carico glicemico (CG) si calcola moltiplicando l’indice glicemico (IG) di un alimento per la quantità di carboidrati disponibili (in grammi) contenuti in una porzione, e dividendo il risultato per 100:

CG = (IG × grammi di carboidrati) / 100

Ad esempio, una porzione di 150 g di anguria ha un IG alto (circa 75), ma contiene solo circa 11 g di carboidrati:
(75 × 11) / 100 = 8,25

Quindi il carico glicemico dell’anguria è basso, nonostante l’indice glicemico sia elevato. Questo dimostra l’importanza di valutare sia la qualità che la quantità dei carboidrati assunti.

Quali sono gli alimenti con il più alto indice glicemico

↑ top

Posto che l’indice glicemico più alto, come abbiamo visto, è quello del glucosio, i cibi che maggiormente si avvicinano al valore di 100, sono tutti quelli che contengano o che siano veri e propri zuccheri semplici.

Gli zuccheri semplici sono quelli che risultano più facilmente digeribili e la cui carica energetica viene resa disponibile, per così dire, nel più breve tempo possibile.

Tralasciando lo zucchero, bianco o di canna è irrilevante, perché non è un cibo vero e proprio, gli alimenti con IG elevato (oltre 70) includono:

  • Glucosio
  • Miele
  • Sciroppo di glucosio
  • Pane bianco
  • Riso bianco
  • Patate (soprattutto bollite)
  • Cereali raffinati e zuccherati
  • Uva, fichi, datteri, banane molto mature

Alimenti con IG medio (56-69):

  • Pasta integrale
  • Riso integrale
  • Arance, mandarini, pesche
  • Legumi in scatola

Alimenti a basso IG (inferiore a 55):

La cottura, il grado di maturazione della frutta, la lavorazione industriale e l’associazione con altri macronutrienti (grassi e proteine) possono modificare l’IG. Gli alimenti ricchi di fibre rallentano l’assorbimento del glucosio, contribuendo ad abbassare l’indice glicemico del pasto.

Alimenti senza indice glicemico

↑ top

Carne, pesce, uova e oli vegetali (come l’olio extravergine d’oliva) non contengono carboidrati, e quindi non hanno indice glicemico: il loro valore è pari a zero. Tuttavia, se combinati con alimenti contenenti carboidrati, possono influenzare la risposta glicemica complessiva rallentandone l’assorbimento.

Quali sono i carboidrati che non fanno alzare la glicemia?

↑ top

Non esistono carboidrati digeribili che non abbiano alcun effetto sulla glicemia. Tuttavia, le fibre (soprattutto quelle solubili) sono carboidrati non digeribili e non influenzano direttamente la glicemia.

La differenza tra i carboidrati risiede nella velocità e nell’entità della risposta glicemica: i carboidrati semplici e raffinati tendono a provocare picchi glicemici, mentre quelli complessi, ricchi di fibre, generano un rilascio di glucosio più graduale.

Anche il picco glicemico, da solo, non è un parametro sufficiente per valutare il rischio metabolico. In soggetti sani con buona sensibilità insulinica, picchi occasionali non sono problematici. Diventano rilevanti nei pazienti con insulinoresistenza, diabete o sindrome metabolica.

Quali sono le implicazioni per la salute dell’indice glicemico?

↑ top

L’indice glicemico, da solo, non è un indicatore affidabile del rischio metabolico.

Il rischio per la salute dipende dalla quantità di carboidrati ingeriti, dalla loro qualità, dalla risposta insulinica individuale e dallo stile di vita (attività fisica, composizione corporea, ecc.).

Consumare abitualmente alimenti ad alto IG può contribuire al rischio di obesità, diabete e malattie cardiovascolari solo se associato a un eccesso calorico o a uno stile di vita sedentario. In una dieta bilanciata, con porzioni adeguate e un buon equilibrio tra macronutrienti, anche alimenti con IG medio-alto possono essere inclusi senza problemi.

Indice insulinico e insulinemia

↑ top

Il parametro più utile per valutare il metabolismo glucidico è l’insulinemia, cioè la quantità di insulina presente nel sangue. L’insulina è l’ormone che regola i livelli di glucosio: una sua carenza o una risposta alterata (insulinoresistenza) possono indicare un rischio di diabete o condizioni pre diabetiche.

L’indice glicemico è uno strumento utile per comprendere come un alimento influisce sulla glicemia, ma va integrato con altri parametri (carico glicemico, insulinemia, stile di vita). È sempre opportuno affidarsi a professionisti qualificati per valutare la dieta nel suo complesso e non basarsi su semplificazioni o classifiche assolute.

Prenota una visita endocrinologia

Cosa invece va tenuto sotto controllo dal punto di vista dei valori e dell’alimentazione?

↑ top

Quelli che devono essere tenuti sotto controllo sono i valori di glucosio nel sangue, cioè la risposta glicemica, oltre alla quantità e l’efficacia con cui il corpo produce insulina e reagisce ad essa.

Il valore che maggiormente va considerato in altre parole è l’indice insulinico, che misura la risposta insulinica provocata da un alimento specifico. Alcuni cibi (come i latticini) hanno un basso IG ma una risposta insulinica relativamente alta, e questo va considerato nella valutazione metabolica complessiva.

L’insulina, va ricordato, è l’ormone responsabile della regolazione del glucosio. Una sua produzione scarsa o una condizione di insulinoresistenza indicano possibilità di diabete o condizione prediabetica.