Skip to content
Pubblicato inPrevenzione e Benessere

Insonnia: cause e 5 rimedi efficaci

L’insonnia è un disturbo del sonno che può intaccare notevolmente non solo il riposo notturno, ma anche la qualità della vita di chi ne soffre. Se leggera, può essere trattata con una buona igiene del sonno. Nei casi gravi, richiede un sostegno psicologico e farmacologico.

insonnia, rimedi efficaci, cosa fare

Insonnia, una definizione

↑ top

L’insonnia è un disturbo che si manifesta con difficoltà nel prendere sonno e nel mantenerlo; il soggetto percepisce insoddisfazione in merito alla quantità di ore di riposo notturno o alla qualità del sonno. Si tratta di un disturbo persistente che può rendere complesso e delicato tanto il prendere sonno, che il rimanere addormentati, o entrambe le cose.

Chi soffre di insonnia al proprio risveglio è stanco e si ritrova con minore energia per affrontare le comuni attività giornaliere. A risentirne sono anche l’umore, la salute, le prestazioni professionali e, in termini più generali, la qualità della vita.

Secondo l’AIMS, Associazione Italiana di Medicina del Sonno, a soffrire di insonnia cronica, oppure transitoria, è 1 adulto su 4, in Italia.

Prenota una visita neurologica, percorso Insonnia

Quante ore di sonno sono necessarie?

↑ top

Ma quante ore si deve dormire? L’ammontare di ore di sonno varia da individuo a individuo. Una media di riferimento è data da 7, 8 ore di sonno continuativo e di qualità. È comunque sempre possibile che si verifichino dei brevi periodi di notti insonni, almeno in una occasione nella propria vita.

In altre circostanze è possibile che si sviluppi una insonnia cronica, la quale può essere conseguenza di patologie in corso o dell’assunzione di farmaci. In questo ultimo caso si parla di insonnia secondaria.

Quando si considera insonnia?

↑ top

Quando questo disturbo del sonno colpisce il soggetto per almeno tre giorni alla settimana e si protrae per un tempo superiore a uno/tre mesi, si può iniziare a parlare di insonnia. Nei casi in cui la qualità e quantità del sonno attraversano difficoltà per brevi periodi, dai pochi giorni fino alle tre settimane, si può invece parlare di disturbo acuto del sonno.

In sintesi, i criteri che permettono di parlare di insonnia sono:

  • tempo necessario all’addormentamento e risveglio notturno che siano uguali o maggiori di 30 minuti
  • frequenza settimanale di 3 o più notti
  • durata uguale o maggiore di uno/tre mesi.

Quali sono i sintomi dell’insonnia grave

↑ top

Si parla di insonnia grave quando la persona presenta difficoltà persistente ad addormentarsi, risvegli frequenti o molto precoci e incapacità di tornare a dormire. Spesso si associa a sonno non ristoratore, anche dopo ore sufficienti a letto.

Durante il giorno possono comparire stanchezza intensa, difficoltà di concentrazione, calo della memoria e irritabilità. Nei casi più severi si osservano alterazioni dell’umore, ridotta motivazione, scarsa tolleranza allo stress e sintomi fisici come mal di testa o tensione muscolare.

In presenza di un simile quadro rivolgersi al neurologo o al centro specializzato nei disturbi del sonno.

Quando consultare un medico

↑ top

È consigliabile rivolgersi a un medico quando l’insonnia persiste per più di tre settimane, nonostante cambiamenti nello stile di vita e una buona igiene del sonno.

Anche episodi più brevi possono richiedere attenzione se interferiscono in modo significativo con il lavoro, le relazioni o il benessere generale. Un consulto è indicato quando l’insonnia si accompagna a ansia marcata, depressione, dolore cronico o disturbi respiratori notturni.

Gli specialisti di riferimento, si ricorda, sono il neurologo o il medico del sonno. Intervenire precocemente riduce il rischio di cronicizzazione e previene conseguenze sulla salute fisica e mentale della persona.

Criteri e tipi di insonnia

↑ top

Il tipo di insonnia viene stabilito in base ad alcuni criteri specifici: la durata, l’insorgenza e le cause scatenanti.

  • La durata, che permette di distinguere l’insonnia in transitoria, se si manifesta per una periodo che non supera la settimana e in modo occasionale; o insonnia a breve termine, se la durata va da un minimo di una ad un massimo di tre settimane. Periodi più lunghi di insonnia la qualificano invece come insonnia cronica, oppure a lungo termine
  • l’insorgenza, ossia il momento in cui si verifica il disturbo. Si parla di insonnia iniziale con difficoltà di addormentamento, o insonnia di termine quando si ha risveglio precoce prima dell’alba. Si parla, invece, di insonnia centrale quando il risveglio accade, in più di una occasione, durante la notte.
  • Le cause, o l’assenza di cause specifiche.  Si ha una insonnia primaria in mancanza di cause definite, o di natura patologica. Viene definita insonnia secondaria invece quando il disturbo presenta un chiaro legame con situazioni esterne al soggetto.

Insonnia, cause e associazioni

↑ top

I fattori che determinano l’insorgenza di questo disturbo sono:

  • di natura genetica, data la familiarità nel 30% dei casi
  • patologie quali la sindrome delle gambe senza riposo
  • di tipo comportamentale, legati allo stile di vita. La sedentarietà o un’attività fisica inadeguata, un ritmo sonno veglia irregolare, il riposare nelle ore diurne, perfino alcune cattive abitudini alimentari durante il giorno o prima di coricarsi sono tutti elementi di disturbo che possono portare ad insonnia. Anche l’esposizione a schermi di smartphone o tablet, e schermi televisivi, che in alcuni soggetti sembra favorire il sonno, è in realtà dannosa dal punto di vista della quantità e qualità del sonno
  • emotivi, come stress o eventi emozionali intensi. L’insonnia può essere segno di disturbi psicologici o vere e proprie patologie psichiatriche, come la depressione
    di ordine cognitivo, come nel caso del rimuginio. La preoccupazione che ne segue non favorisce l’addormentamento.

insonnia, 5 rimedi efficaci

Cosa fare quando si ha l’insonnia?

↑ top

Sono 3 i principali trattamenti per gestire e risolvere l’insonnia. Il primo implica modifiche al proprio stile di vita, il secondo richiede il supporto di uno psicologo/psicoterapeuta, mentre il terzo prevede l’assunzione di farmaci. Assunzione da seguire sotto stretta osservazione medica.

Stile di vita

↑ top

Questo approccio è indicato per chi soffre di insonnia occasionale o lieve, spesso legata a cattive abitudini quotidiane. È il primo passo da intraprendere prima di ricorrere ad altri interventi, dal momento che agisce sulle cause più comuni di questo disturbo aiutando a dormire bene. E prevede:

Supporto psicologico

↑ top

È consigliato quando l’insonnia è associata ad ansia, stress o pensieri ricorrenti che rendono difficile addormentarsi o mantenere il sonno. Si rivolge a chi, anche in condizioni ambientali ottimali, fatica a rilassarsi mentalmente. Agire sul piano emotivo e cognitivo aiuta a ridurre la tensione e favorire il riposo. Possibili strategie e scelte sono:

  • praticare tecniche di rilassamento come respirazione profonda o meditazione
  • praticare la mindfulness per rimanere ancorati al presente e diminuire la ruminazione mentale
  • seguire la terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBT-I) per modificare pensieri e comportamenti nocivi
  • creare rituali serali rilassanti come leggere o ascoltare musica calma
  • evitare di forzare il sonno riducendo l’ansia legata all’insonnia.

Prenota una visita neurologica, percorso Insonnia

Approccio farmacologico

↑ top

Va preso in considerazione quando l’insonnia è grave, persistente e non migliora con modifiche dello stile di vita o interventi psicologici. È indicato anche nei casi in cui il disturbo compromette in modo significativo la vita quotidiana. Deve sempre essere gestito da un professionista, con dosaggi e tempi controllati.

  • benzodiazepine, come lorazepam, temazepam, diazepam. Sono tra i farmaci più frequentemente prescritti. Agiscono potenziando l’effetto del neurotrasmettitore GABA, favorendo l’addormentamento e prolungando il sonno. Hanno un elevato rischio di tolleranza, dipendenza e sedazione diurna, perciò vanno usate per brevi periodi
  • farmaci “Z”, come zolpidem, zopiclone, zaleplon/eszopiclone. Sono capaci di indurre il sonno rapidamente, con minor rischio di sedazione residua rispetto alle benzodiazepine
  • altri farmaci sedativo-ipnotici come il trazodone, un antidepressivo con effetto sedativo. Possono essere impiegati come alternativa, soprattutto quando sono presenti ansia o alterazioni dell’umore
  • melatonina, utilizzata per disturbi dell’orologio biologico, ad esempio come jet lag o insonnie legate ai ritmi circadiani.

Il Santagostino dispone di un Ambulatorio Disturbi del sonno che permette di costruire un vero e proprio percorso di guarigione dall’insonnia.

Vuoi sapere come dormi? Scopri DORMI, il braccialetto che fotografa il tuo sonno