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Pubblicato inPatologie

Che cos’è il verme solitario: sintomi, trattamenti

Il verme solitario, che può essere una Taenia solium o una Taenia saginata, è un verme parassita. Arriva attraverso l’ingestione di carni crude o poco cotte. Può dare disturbi gastrointestinali e viene trattato con una terapia farmacologica specifica.

Cos’è il verme solitario?

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​L’espressione comune “verme solitario” si riferisce a parassiti intestinali che appartengono al genere Taenia. In particolare Taenia solium e Taenia saginata. Questi cestodi, che si caratterizzano per avere da un corpo piatto e segmentato, possono raggiungere lunghezze considerevoli all’interno dell’intestino umano.

Il loro ciclo vitale prevede il transito in ospiti intermedi, ad esempio suini o bovini, nei cui tessuti muscolari si sviluppano le larve, che prendono il nome di cisticerchi. L’infezione umana avviene principalmente attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta, all’interno della quale sono presenti cisticerchi vitali. Una volta ingerite, le larve maturano nell’intestino tenue e danno origine alla forma adulta del parassita.

Nei casi in cui le uova si schiudano nell’intestino vengono rilasciate le oncosfere che penetrano le pareti intestinali e arrivano a muscoli, cervello, midollo spinale e occhi dove si trasformano in cisticerchi.

Dal punto di vista clinico, l’infestazione da Taenia (teniasi) può essere asintomatica o manifestarsi con sintomi gastrointestinali aspecifici. La diagnosi si basa sull’identificazione microscopica delle uova o delle proglottidi nelle feci, mentre il trattamento prevede la somministrazione di farmaci antiparassitari specifici. La prevenzione si fonda su pratiche igieniche adeguate e sulla cottura completa delle carni.

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Quali sono i sintomi della tenia?

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​L’infezione da verme solitario spesso decorre in modo asintomatico o con manifestazioni cliniche aspecifiche, e la diagnosi può pertanto risultare non immediata. Quando presenti, i sintomi possono essere:

In alcuni casi il paziente può avere una perdita di peso non intenzionale, nonostante un’alimentazione normale o aumentata. Questo calo ponderale può essere accompagnato da una sensazione persistente di affaticamento e debolezza, che a sua volta può essere legata a carenze nutrizionali dovute alla tenia.

Un segno distintivo, ma non sempre presente, è la presenza di segmenti del parassita (proglottidi) nelle feci o la loro fuoriuscita dall’ano.

È importante sottolineare che questi sintomi, essendo comuni a diverse condizioni gastrointestinali, non sono specifici della teniasi. Pertanto in presenza di tali manifestazioni, è consigliabile consultare un medico per una valutazione accurata e l’eventuale esecuzione di esami diagnostici appropriati.

Nel caso di cisticercosi con localizzazione nel sistema nervoso centrale, si possono presentare convulsioni e altri segni neurologici.

Come si capisce che si ha il verme solitario?

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​La diagnosi di un’infezione da verme solitario si basa sull’analisi di campioni fecali per individuare la presenza di uova o segmenti del parassita. ​

L’esame parassitologico delle feci è il metodo diagnostico più comune. L’eliminazione di uova e proglottidi può comunque essere intermittente, e per questa ragione è consigliabile raccogliere campioni in giorni differenti, così da aumentare la probabilità di rilevamento.

Nel caso di sintomi neurologici è utile eseguire una TAC o RMN dell’encefalo, midollo spinale e occhio.  Il dosaggio anticorpale invece non è in grado di distinguere tra infezione attiva o pregressa. ​

Come si prende il verme solitario?

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Questo parassita arriva all’uomo il consumo di determinati alimenti. Le fonti di infezione sono:

  • carne di maiale cruda o poco cotta: la Taenia solium si trasmette principalmente attraverso il consumo di carne suina infetta non cotta in modo adeguato
  • carne di bovino cruda o poco cotta: la Taenia saginata si contrae ingerendo carne bovina contaminata e non sufficientemente cotta.

Fattori di rischio

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Vanno tenuti in considerazione anche alcuni fattori di rischio, nel contrarre la tenia:

  • scarsa igiene personale e ambientale: la mancanza di adeguate pratiche igieniche può facilitare la trasmissione delle uova di tenia attraverso il contatto con superfici o alimenti contaminati
  • consumo di acqua o cibo contaminato: ingestione di acqua o alimenti contaminati da feci contenenti uova di tenia, soprattutto in aree con scarse condizioni igienico-sanitarie
  • viaggi in aree endemiche (Africa Medio Oriente Messico Sud America): visitare regioni dove la teniasi è comune aumenta il rischio di esposizione al parassita
  • professioni a rischio: lavorare a stretto contatto con animali potenzialmente infetti, come allevatori o macellai, può incrementare le possibilità di contrarre l’infezione.

Verme solitario, come eliminarlo?

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L’eliminazione della tenia avviene attraverso una terapia farmacologica specifica prescritta dal medico. Il farmaco più utilizzato è il praziquantel, un antiparassitario efficace nel provocare il distacco del parassita dalla parete intestinale.

Dopo l’assunzione del farmaco deve essere monitorata l’eliminazione del parassita, che avviene entro pochi giorni. In alcuni casi può essere necessario ripetere l’esame delle feci per verificare la completa espulsione delle proglottidi e delle uova, così da evitare recidive dopo 1 e 3 mesi. Al riguardo, vanno seguite le indicazioni mediche in modo scrupolo. E il ciclo di terapia deve essere completato anche in assenza di sintomi evidenti, per garantire l’eradicazione dell’infezione.

Tale terapia deve essere usata con cautela nel caso di neurocisticercosi, perché la morte delle uova può innescare una risposta infiammatoria associata a convulsioni o altri sintomi neurologici.

In caso di cisticercosi nel tessuto muscolare o nel sistema nervoso centrale, il trattamento può richiedere un approccio più complesso e prolungato nel tempo. In simili circostanze è prevista l’associazione di cortisonici e anticonvulsivanti e, a volte, un intervento chirurgico.

In questi casi infatti è fondamentale ridurre prima l’infiammazione e solo successivamente effettuare la terapia antielmintica che appare meno urgente e necessaria solo nel caso in cui le cisti siano ancora vitali. In questi casi viene più frequentemente utilizzato l’albendazolo.

È certamente consigliabile adottare misure igieniche rigorose durante e dopo il trattamento, come lavarsi accuratamente le mani e sanificare gli ambienti, per evitare una reinfezione o la trasmissione del parassita ad altri membri della famiglia.

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Come fare prevenzione

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Le misure più efficaci per prevenire la teniasi sono:

  • pratiche igieniche corrette: lavarsi accuratamente le mani prima dei pasti e dopo l’uso dei servizi igienici, nonché lavare frutta e verdura prima del consumo
  • controllo sanitario degli alimenti: acquistare carne e pesce da fonti affidabili e sottoposti a controlli veterinari
  • evitare il consumo di carne cruda o poco cotta: specialmente in aree ad alto rischio, è consigliabile evitare il consumo di carne e pesce crudi o non adeguatamente cotti. Almeno 63-71°C nella carne
  • aree endemiche: se ci si trova in queste aree, è opportuno prestare particolare attenzione a cosa si mangia.