Che cosa sono l'ernia inguinale e l'ernia crurale?
L'ernia inguinale è una condizione in cui si verifica la fuoriuscita di componenti della cavità addominale. Solitamente si tratta del peritoneo (una membrana che avvolge gli organi dell'addome) o dell'intestino, attraverso il canale inguinale.
Il canale inguinale è situato alla radice delle cosce. Soprattutto nell’uomo, è una zona di debolezza della parete addominale che frequentemente può diventare luogo di ernia inguinale.
L'ernia crurale è, invece, quella condizione in cui il peritoneo (e/o intestino) si fa strada attraverso il canale femorale. Quest’ultimo è un orifizio che fa da passaggio ai grossi vasi della coscia, appena al di sotto del canale inguinale.
Chi colpisce l'ernia inguinale e crurale?
Circa il 25% degli uomini e il 2% delle donne sviluppano un'ernia inguinale nel corso della vita. L'età più frequentemente colpita è tra i 40 e i 60 anni, ma un'ernia inguinale può presentarsi anche in età giovanile soprattutto negli atleti che eseguono quotidianamente sforzi e attività fisica.
L'ernia crurale invece è molto più frequente nelle donne.
Cosa vuol dire che un'ernia è riducibile?
Nel caso in cui l’ernia sia riducibile, può essere reintrodotta in addome con una leggera pressione. Si definisce incarcerata, invece, l’ernia che non si riesce a rimettere nell’addome.
In questi casi può succedere che l'apporto di sangue all'intestino erniato venga impedito o ridotto. Si parla di ernia strangolata o strozzata quando c’è la necessità di un intervento chirurgico urgente.
Quali sono i sintomi dell'ernia inguinale e crurale?
I sintomi dell'ernia inguinale e crurale sono:
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Comparsa di una tumefazione nella regione dell'inguine e del femore che nel maschio può coinvolgere lo scroto omolaterale. Solitamente la tumefazione è più evidente in posizione eretta e dopo colpi di tosse o contrazione della parete addominale
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Senso di peso doloroso o crampi che partono dalla regione inguinale e si irradiano alla radice della coscia e ai genitali esterni. Il dolore può essere prevalente alla fine della giornata o dopo prolungata attività fisica
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Se il dolore è forte, con impossibilità di ridurre l'ernia in addome, è probabile che l'ernia sia in fase di strangolamento. Tale condizione richiede di recarsi in Pronto Soccorso per il trattamento immediato.
Quali sono i fattori di rischio?
- Età avanzata (>70 anni): i muscoli e la parete addominale in generale sono più deboli e predispongono allo sviluppo di ernie
- Obesità: causa un aumento della pressione addominale che si esercita direttamente sulle zone di debolezza della parete (canale inguinale);
- Sforzo importante e improvviso che coinvolga direttamente la parete addominale inferiore
- Contrattura addominale cronica (bronchite cronica, stipsi cronica…);
- Familiarità di malattia erniaria;
- Malattie congenite del collagene e del tessuto connettivo;
- Gravidanza
- Fumo: si ipotizza che, favorendo il danneggiamento precoce dei tessuti, possa predisporre all'ernia.
Come scopro se ho l'ernia inguinale e crurale?
La valutazione clinica è l'unico esame necessario per fare una diagnosi. In alcuni casi l'ecografia dei tessuti molli o la TC/risonanza addome possono essere di supporto nelle condizioni in cui i sintomi sono ambigui.
Come si cura l'ernia inginuale e crurale?
L'unica possibilità di trattamento definitivo di un'ernia inguinale o crurale è un intervento chirurgico per reintrodurre eventuali visceri erniati in addome.
L’intervento chirurgico è sconsigliato:
- in presenza di altre malattie;
- di fronte ad un’ernia iniziale poco sintomatica.
In ogni caso, è consigliabile uno stretto monitoraggio clinico. Se i sintomi peggiorano o si sviluppa uno strozzamento dell'ernia, l'intervento chirurgico deve essere effettuato.
La tecnica open per curare l'ernia
L'intervento con la tecnica open può essere fatto in anestesia spinale o in anestesia locale. Viene effettuata un'incisione nella regione inguinale per rimettere l'ernia in addome e si ripara l'orifizio erniario solitamente mediante una rete in materiale anallergico. La rete può essere fissata con dei punti di sutura alle strutture rigide della regione inguinale.
In condizioni di urgenza, in caso di ernia strozzata o di infezione, posizionare la rete può essere pericoloso per il rischio di infezione batterica. Per questa ragione è più prudente riparare l'ernia tramite alcuni punti di sutura.
Come curare l'ernia: la tecnica laparoscopica
La tecnica con laparoscopia viene eseguita mediante l'esecuzione di alcune piccole incisioni cutanee a livello dell'ombelico e dei quadranti addominali inferiori. Attraverso una strumentazione apposita viene introdotta anidride carbonica nella cavità addominale o nello spazio tra il peritoneo e la parete addominale. Con una piccola telecamera è possibile ispezionare dall'interno la regione inguinale.
La riparazione dell'ernia può avvenire entrando nella cavità addominale. In alternativa, può essere effettuata rimanendo in un piano esterno al peritoneo.
L'intervento è eseguibile solo in anestesia generale. Ha il vantaggio di garantire un minor dolore dopo l’operazione e un più rapido ritorno alle attività quotidiane. Non vi è differenza con la tecnica open per quanto riguarda il tasso di recidive.
Il rischio di complicanze aumenta, sia dopo un intervento open che dopo un intervento in laparoscopia, in presenza di un'ernia estesa allo scroto.
Il decorso post-operatorio per ernia inguinale e crurale
- Dieta: ricca di fibre per garantire regolarità intestinale senza sforzi eccessivi per la defecazione;
- Ripresa motoria: graduale ritorno ad una regolare attività fisica in 2-3 settimane. Evitare sforzi fisici eccessivi (sollevamenti, trazioni…) per 1 mese. Può essere utile indossare degli slip elastici contenitivi per i primi 20-30 gg;
- Ritorno al lavoro/scuola: quando il paziente si sente abbastanza in forma per svolgere le normali attività quotidiane. È molto variabile da persona a persona; solitamente dopo 14-21 giorni;
- Disinfettare le ferite cutanee con una soluzione antisettica sino alla rimozione dei punti di sutura che solitamente avviene dopo 8-10gg. Sino ad allora evitare di bagnare le ferite;
- Evitare esposizione diretta delle ferite ai raggi solari per 4-5 mesi dopo l'operazione, proteggendole con creme ad alta protezione;
- Il controllo del dolore dopo l’intervento chirurgico avviene solitamente attraverso i normali analgesici con dosaggio a scalare.