- Cos’è l’infiammazione alla cuffia dei rotatori?
- Infiammazione cuffia dei rotatori, sintomi tipici e segni
- Da cosa può essere determinata?
- In che modo avviene la diagnosi?
- Come si cura l’infiammazione alla cuffia dei rotatori?
- Come evitare l’infiammazione alle cuffie dei rotatori?
Cos’è l’infiammazione alla cuffia dei rotatori?
↑ topL’infiammazione della cuffia dei rotatori è un problema comune che coinvolge i tendini e i muscoli che compongono la cuffia dei rotatori, presenti nell’articolazione della spalla.
La cuffia dei rotatori è un complesso di quattro muscoli, e altrettanti tendini, che stabilizzano l’articolazione tra scapola e omero e permettono i movimenti della spalla. I muscoli sono:
- sovraspinato
- sottospinato
- piccolo rotondo
- sottoscapolare.
Infiammazione cuffia dei rotatori, sintomi tipici e segni
↑ topI principali sintomi di questo tipo di infiammazione sono:
- il dolore localizzato, che si avverte nella parte anteriore e laterale della spalla. Può intensificarsi durante la notte, rendendo difficile dormire sulla spalla affetta. Si ha dolore anche con il movimento, come ad esempio sollevare il braccio sopra la testa, o portarlo dietro la schiena.
- È presente anche debolezza muscolare. Si può infatti notare una riduzione della forza nei muscoli della spalla, condizione che determina difficoltà nello svolgere attività anche semplici, e quotidiane, come sollevare un oggetto.
- Il paziente può inoltre riferire una riduzione anche della mobilità articolare: la spalla diventa rigida e si ha una limitazione dell’ampiezza dei movimenti.
Non di rado sono presenti poi:
- rumori articolari, come scricchiolii
- edema, ovvero un gonfiore visibile
- sensazione di calore.
Quanto può durare?
↑ topLa durata dell’infiammazione alle cuffie dei rotatori può estendersi da poche settimane fino ad alcuni mesi. Non è da escludere l’eventualità che si abbia nei casi più severi una durata di molto superiore, fino ai due anni.
Proprio in quest’ottica la diagnosi precoce e i trattamenti svolti per tempo giocano un ruolo fondamentale.
Da cosa può essere determinata?
↑ topLe cause più comuni dell’infiammazione alle cuffie dei rotatori includono:
- movimenti ripetitivi che determinano uno stress dell’articolazione tra omero e scapola. Risulta particolarmente frequente negli atleti agonisti che praticano nuoto, tennis, sollevamento pesi, sport di lancio, rugby, e pallacanestro.
- trauma o lesione dovuti a cadute, incidenti o colpi diretti alla spalla possono causare danni alla cuffia dei rotatori, portando a infiammazione e dolore
- postura protratta, per lunghi periodi, può mettere stress sull’articolazione della spalla e sollecitare oltremodo i tendini della cuffia dei rotatori
- usura dovuta all’età. Con l’avanzare dell’età, i tendini della cuffia dei rotatori possono andare incontro a degenerazione, sviluppando maggiore suscettibilità a lesioni e infiammazioni.
Non di rado l’infiammazione deriva dal sovrapporsi di alcuni tra questi fattori. Un’altra causa può essere ritrovata nella sindrome da impingement, nella quale il tendine del muscolo sovraspinato risulta compresso quando il braccio viene abbassato o sollevato.
In che modo avviene la diagnosi?
↑ topLa diagnosi avviene tramite anamnesi, esame obiettivo ed eventuali esami specifici.
L’anamnesi serve per avere un quadro delle condizioni in cui si è sviluppata la condizione. Consiste in una serie di domande del medico al paziente.
Di solito è sufficiente poi un esame fisico, dal momento che il movimento dell’articolazione del braccio di per sé aiuta la conferma nella diagnosi di questo tipo di condizione.
Si ricorre alla radiografia per verificare possibili imperfezioni delle ossa, che potrebbero determinare un logoramento, anche se lento, del tendine, o per scoprire possibili calcificazioni proprio del tendine.
Ecografia o risonanza magnetica hanno lo scopo di escludere possibili condizioni sottostanti come un edema osseo, una borsite, la presenza di calcificazioni anomale nel contesto della cuffia.
Come si cura l’infiammazione alla cuffia dei rotatori?
↑ topLa prima cosa da fare è solitamente riposare l’articolazione, in modo da permettere la riduzione dello stato infiammatorio. Ciò significa in altre parole:
- riduzione dell’attività svolta dalla spalla
- crioterapia, ovvero l’applicazione di ghiaccio sulla spalla per 15 o 20 minuti, non direttamente sulla pelle, per diverse volte al giorno.
In contemporanea può venire prescritta l’adozione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), per via orale o sotto forma di gel.
Questo senza dubbio serve a livello sintomatico a ridurre l’infiammazione e alleviare il dolore.
Iniezioni di corticosteroidi o acido ialuronico direttamente nella spalla sono previste nel caso in cui gli approcci terapeutici finora indicati non risultano efficaci.
La fisioterapia entra in gioco, una volta risolta l’infiammazione, grazie ad esercizi specifici per rafforzare e stabilizzare la spalla, riducendo il rischio di recidive e migliorando la funzionalità dell’articolazione.
In alcuni casi, piuttosto rari, potrebbe essere necessario ricorrere a interventi chirurgici, come la riparazione artroscopica della cuffia dei rotatori, per risolvere possibili lesioni importanti dei tendini.
Come evitare l’infiammazione alle cuffie dei rotatori?
↑ topA scopo preventivo, si possono indicare alcune buone pratiche sia nella vita quotidiana che durante l’attività fisica.
- È utile rafforzare i muscoli della spalla attraverso esercizi specifici che ne migliorano la stabilità e la flessibilità, riducendo così un generale rischio di lesioni.
- È sempre opportuno mantenere o ripristinare una postura adeguata e, se possibile, evitare di sovraccaricare le spalle con movimenti ripetitivi o sollevamenti eccessivi.
- Prima di qualsiasi attività fisica bisogna riscaldarsi adeguatamente, così da preparare i muscoli e i tendini allo sforzo.
- Evitare accuratamente movimenti che vadano oltre la normale mobilità della spalla, che siano inadeguati al livello di allenamento o che causino dolore.
Se poi si avvertono dolore o disagio alla spalla, bisogna rivolgersi al medico o allo specialista quanto prima, per evitare ulteriori possibili danni all’articolazione.