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Pubblicato inPrevenzione e Benessere

Catetere, cos’è e come funziona

Il catetere è un piccolo tubicino, in materiale bio-compatibile, che viene utilizzato per alcune condizioni a carico del cuore o della vescica. Svolge una funzione sia terapeutica che diagnostica.

Catetere

Il catetere è un piccolo tubicino flessibile utilizzato per l’accesso a cavità corporee, vasi sanguigni o organi interni per scopi diagnostici o terapeutici. Consente l’inserimento, il drenaggio o l’iniezione di fluidi in diverse parti del corpo, realizzato in materiali biocompatibili come silicone, lattice o poliuretano.

Esistono due tipologie principali di catetere: vescicale e cardiaco.

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Quali sono i tipi di catetere vescicale?

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Il calibro è standardizzato in unità French (F) note anche come unità Charrière (Ch). Le misure variano da 12 a 24 F per gli adulti e da 8 a 12 F per i bambini.

Il numero di vie permette di differenziare i cateteri:

  • ad una via (un’unica via per il deflusso delle urine)
  • a due vie (una via per il deflusso delle urine e una via per la distensione di un palloncino per l’ancoraggio in vescica)
  • a tre vie (una via per il drenaggio, una per l’ancoraggio e una terza per consentire l’irrigazione vescicale)

Si possono trovare cateteri dei seguenti materiali:

  • lattice (indicati per i cateterismi a breve termine essendo il lattice un materiale che può dare allergia o irritazione)
  • hydrogel (fatti in lattice ma con rivestimento esterno in hydrogel così da renderne possibile l’applicazione anche in persone allergiche)
  • silicone (morbidi, ad elevata biocompatibilità, ideali per il cateterismo a lungo termine)
  • PVC (a basso rischio di irritazione, indicati nel cateterismo intermittente)

Riguardo alle caratteristiche della punta alcuni esempi sono: il catetere tipo Foley (molle e confortevole, il più utilizzato), il catetere Nelaton (utilizzato soprattutto nella donna), il catetere Couvelaire (semirigido, utilizzato soprattutto in caso di emorragia vescicale o dopo prostatectomia radicale) e il catetere Dufour (semirigido, indicato in caso di tamponamento vescicale).

Catetere cardiaco

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Il catetere cardiaco è un tubicino sottile e flessibile che viene inserito nei vasi sanguigni per raggiungere il cuore. Questo strumento medico ha un diametro di pochi millimetri e può essere lungo fino a un metro.

Consente ai medici di accedere alle strutture cardiache attraverso i vasi sanguigni senza dover ricorrere a interventi chirurgici aperti.

A cosa serve il catetere cardiaco

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Il catetere cardiaco viene utilizzato principalmente per diagnosticare e trattare diverse patologie cardiovascolari. Dal punto di vista diagnostico, permette di:

  • misurare le pressioni all’interno del cuore e dei grandi vasi
  • valutare la funzione delle valvole cardiache
  • visualizzare le arterie coronarie attraverso l’angiografia per identificare eventuali ostruzioni
  • prelevare campioni di sangue o tessuto per analisi specifiche

Dal punto di vista terapeutico, il catetere consente di eseguire procedure come:

  • angioplastica coronarica con posizionamento di stent per riaprire arterie ostruite
  • valvuloplastica per dilatare valvole in stenosi (restringimento)
  • ablazione di tessuti cardiaci anomali che causano aritmie.

Come si inserisce un catetere?

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Esistono due procedure distinte, a seconda che si debba inserire un catetere vescicale o cardiaco.

Inserimento catetere vescicale

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Il catetere nell’uomo viene inserito attraverso meato, ossia l’orifizio dell’uretra da cui escono sperma e urina. 

Al paziente si somministra la lidocaina iniettata direttamente nell’uretra per rilassarla, fornire un po’ di effetto anestetico e favorire, di conseguenza, l’inserimento del catetere. Per la medesima ragione, si applica del lubrificante sulla punta del catetere

A questo punto, si procede con l’inserimento che, nella maggior parte dei casi, può comunque creare disagio al paziente. Per tale ragione, può essere utile a ridurre il fastidio fare dei respiri lenti e profondi

Nelle donne, l’apertura dell’uretra dove va inserito il catetere si trova sopra la vagina. Anche in questo caso, respiri lenti e profondi facilitano l’inserimento e possono ridurre il fastidio. Ci si accorge di essere arrivati alla vescica nel momento in cui comincia a fuoriuscire l’urina attraverso il tubicino.

Inserimento catetere cardiaco

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La procedura di cateterismo cardiaco viene eseguita in una sala di emodinamica sotto controllo radiografico. Il paziente riceve un’anestesia locale nel punto di inserzione, solitamente a livello dell’inguine (arteria femorale) o del polso (arteria radiale).

Il medico pratica una piccola incisione e inserisce un introduttore nel vaso sanguigno, attraverso il quale viene fatto passare il catetere. Utilizzando guide radiologiche e mezzi di contrasto, il catetere viene delicatamente spinto attraverso il sistema vascolare fino a raggiungere il cuore.

Durante la procedura, che dura generalmente tra i 30 minuti e le 2 ore, il paziente rimane sveglio e può comunicare con l’équipe medica. Dopo l’intervento, è necessario un periodo di osservazione e il paziente deve mantenere l’immobilità per alcune ore per permettere la corretta cicatrizzazione del punto di accesso vascolare.

Catetere vescicale uomo: c’è differenza con quello femminile?

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L’uretra femminile è più breve di quella maschile e più facilmente distensibile, l’uretra maschile è più lunga e stretta.
Sulla base di queste differenze quindi il catetere vescicale può variare tra maschio e femmina per lunghezza e calibro mentre non ci sono differenze per quanto riguarda le altre caratteristiche ed il metodo di inserimento è fondamentalmente il medesimo per entrambi.

Perché va messo il catetere vescicale?

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Il posizionamento del catetere vescicale avviene solitamente per i seguenti motivi:

  • risolvere una ritenzione urinaria acuta o cronica (che può comportare la formazione del globo vescicale, ossia la distensione anomala della vescica dovuta all’aumento di volume dell’urina)
  • risolvere un’incontinenza urinaria
  • monitorare la diuresi nei pazienti critici
  • dopo alcuni interventi chirurgici
  • ottenere urina per esami diagnostici
  • immettere mezzi di contrasto o farmaci direttamente in vescica
  • irrigare la vescica.

Quanto tempo si può tenere il catetere vescicale?

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Il cateterismo vescicale può essere:

  • a breve permanenza (il catetere rimane in sede meno di 2 settimane)
  • a lunga permanenza (il catetere rimane in sede più di 2 settimane)
  • intermittente (quando si rimuove il catetere dopo ogni cateterismo).

A seconda del tipo di cateterismo da effettuare vengono utilizzati cateteri con determinate caratteristiche (selezionati per materiale, punta etc.) e, nel caso ad esempio di cateterismo a lunga permanenza, il catetere viene periodicamente sostituito.

Per quanto riguarda invece il cateterismo intermittente è possibile optare per l’autocateterismo: la persona si inserisce il catetere per via transuretrale autonomamente, così da permettere lo svuotamento completo della vescica. È una manovra che va effettuata più volte al giorno, in maniera autonoma e al domicilio. Questo tipo di cateterismo ha il grosso vantaggio di evitare il disagio di un cateterismo a permanenza.

Come evitare infezioni da catetere vescicale?

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Le principali complicanze che possono occorrere in corso di cateterismo vescicale sono le infezioni delle vie urinarie e i traumi uretrali e/o vescicali.

Per ridurre al minimo il rischio di complicanze è importante ricorrere al cateterismo vescicale solo in presenza di una precisa indicazione clinica e rimuoverlo non appena l’indicazione all’uso venga a mancare.

È inoltre importante rispettare tutte le procedure di igiene per l’inserimento e la gestione del catetere, come il corretto lavaggio delle mani e l’utilizzo di attrezzatura sterile.
Essenziale infine controllare sempre che il catetere sia in posizione corretta.

È doloroso l’inserimento del catetere vescicale?

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Il cateterismo transuretrale solitamente non è doloroso. Si può avvertire fastidio e bruciore durante l’inserimento o la rimozione del catetere. Questi sintomi sono solitamente più comuni negli uomini rispetto alle donne perché l’uretra maschile è più lunga.
Il cateterismo sovrapubico prevede invece un intervento chirurgico della durata solitamente di circa 30 minuti, eseguito in anestesia locale o generale.

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Come stimolare la vescica dopo un cateterismo?

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Dopo un cateterismo vescicale, specie se di lunga durata, possono insorgere difficoltà nella ripresa di una diuresi spontanea.
Per stimolare la minzione, a seconda delle situazioni, si può ricorrere a farmaci (ad esempio alfalitici) oppure ad alcuni “trucchi” come porre una borsa di ghiaccio sull’addome.
Talvolta è necessario affidarsi ad uno specialista per uno studio più approfondito della funzionalità vescicale ed uretrale.