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Pubblicato inPatologie

L’orzaiolo: rimedi

L’orzaiolo è un’infiammazione dell’occhio a livello delle palpebre, che colpisce le ghiandole sebacee presenti nelle ciglia. Scopri le cause e come curarlo.

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L’orzaiolo è un’infiammazione acuta di una o più ghiandole sebacee presenti sul bordo delle palpebre, e ha origine batterica. Si dà orzaiolo interno quando a essere infiammata è la ghiandola di Meibomio. È, invece, esterno quando l’infiammazione colpisce la ghiandola di Zeis o di Moll.

Gli orzaioli possono presentarsi sul bordo della palpebra superiore o inferiore. Hanno l’aspetto di brufoli, con una colorazione che tende al giallo, e possono causare dolore, gonfiore, arrossamento.

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Sintomi dell’orzaiolo

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L’orzaiolo esterno si presenta come un piccolo rigonfiamento rosso e doloroso sul margine della palpebra, vicino alle ciglia. Se interno, si sviluppa al di qua della palpebra e provoca un gonfiore più diffuso e profondo. Questa seconda forma tende a ripresentarsi.

I principali sintomi di questa infiammazione al bordo della palpebra, che si tratti di orzaiolo interno o di orzaiolo esterno, sono:

  • gonfiore localizzato, una delle prime manifestazioni è il gonfiore della palpebra, che può essere doloroso al tatto
  • dolore, soprattutto quando si tocca o si apre e chiude l’occhio
  • arrossamento, specie nella zona intorno al gonfiore
  • sensibilità alla luce, con l’occhio può diventare più sensibile alla luce
  • lacrimazione eccessiva
  • presenza di un nodulo, che si può sviluppare all’interno della palpebra. A volte può avere un puntino bianco o giallo al centro, segno di accumulo di pus
  • sensazione di corpo estraneo.

Quanto dura in media?

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In generale guarisce in maniera spontanea in circa due settimane. Se dopo due settimane il gonfiore, il dolore o altri sintomi non migliorano, è necessario rivolgersi al proprio medico.

Per quale motivo viene l’orzaiolo?

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L’orzaiolo esterno si forma per via di un’infezione batterica, spesso dovuta allo Staphylococcus aureus, che penetra attraverso piccole lesioni cutanee o follicoli piliferi ostruiti. Fattori come scarsa igiene oculare, uso di cosmetici contaminati e sfregamento degli occhi con mani sporche aumentano il rischio di insorgenza.

Anche in caso di orzaiolo interno l’origine è generalmente batterica, ma l’infezione si sviluppa in profondità e può essere favorita da condizioni quali blefarite cronica, rosacea oculare o dermatite seborroica.

Tra i fattori di rischio per l’insorgenza dell’orzaiolo si possono indicare la scarsa igiene oculare e il contatto frequente degli occhi con mani sporche, che facilitano la penetrazione dei batteri.

Cosmetici scaduti o contaminati e un trucco eliminato in modo non corretto e completo sono altri fattori di cui tenere conto. Anche un sistema immunitario indebolito, lo stress e l’uso prolungato di lenti a contatto, soprattutto se non adeguatamente pulite, sono ulteriori fattori predisponenti.

Fattori di rischio

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I fattori di rischio per l’orzaiolo sono riportati in tabella.

Fattore di rischio Descrizione
Blefarite Un’infiammazione cronica delle palpebre che può causare un’eccessiva produzione di sebo.
Dermatite seborroica Condizione caratterizzata da una produzione eccessiva di sebo.
Scarsa igiene di occhi e mani L’orzaiolo è spesso causato da una scarsa igiene delle mani, che porta batteri agli occhi provocando l’infiammazione dei follicoli.
Contatto con persone infette L’orzaiolo può essere contagioso, soprattutto attraverso il contatto diretto con le palpebre di una persona infetta o con oggetti contaminati.

Differenze tra orzaiolo e calazio

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L’orzaiolo è un’infezione acuta di una ghiandola palpebrale, spesso causata dallo Staphylococcus aureus, e si manifesta con dolore, arrossamento e gonfiore localizzato. Il calazio, invece, è un’infiammazione cronica non infettiva dovuta all’ostruzione di una ghiandola di Meibomio, con formazione di un nodulo duro e indolore.

Ecco come distinguerli: il primo tende a comparire rapidamente ed è doloroso al tatto, mentre il calazio si sviluppa più lentamente e non provoca dolore, a meno che non si sovrapponga un’infezione.

Come si fa a capire se ho l’orzaiolo?

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La diagnosi di orzaiolo è relativamente semplice. Si basa infatti sull’anamnesi da parte del medico, per raccogliere segni e sintomi indicati dal paziente, e sull’esame obiettivo.

Prevenzione orzaiolo, cosa fare

Come si fa a togliere l’orzaiolo?

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Le cure e il trattamento più indicati consistono nell’applicare alla zona interessata impacchi caldi. Questo calore può essere utile per la maturazione, la rottura o il drenaggio spontaneo dell’orzaiolo.

Nel caso in cui l’orzaiolo esterno non si risolva spontaneamente o mediante impacchi caldi, dovrà essere drenato da un medico. Nella medesima modalità dovrà essere trattato anche un orzaiolo interno perché raramente sarà in grado di rompersi spontaneamente, ma anzi tenderà a recidivare. Viene quindi svolta una semplice operazione che deve essere eseguita in anestesia locale.

Il medico potrà anche decidere di somministrare al paziente farmaci specifici sia per uso topico che orale. Gli antibiotici orali vengono infatti prescritti in caso di infezione e qualora il paziente sia stato sottoposto a un intervento chirurgico per la rimozione di tale infiammazione.

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Cosa non fare in caso di orzaiolo

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L’orzaiolo sebbene fastidioso si risolve spontaneamente nel giro di due settimane. Tuttavia, per favorire una guarigione rapida e senza complicazioni è essenziale evitare alcuni comportamenti che potrebbero peggiorare la situazione.

  • Toccare o strofinare l’occhio: lo strofinamento può irritare la zona e diffondere l’infezione ad altre aree dell’occhio o del viso
  • Applicare pressione: bisogna evitare di premere sull’orzaiolo, in quanto ciò potrebbe far fuoriuscire il pus e diffondere l’infezione
  • Utilizzare trucchi o lenti a contatto che possono irritare ulteriormente l’occhio e ostacolare la guarigione
  • Condividere oggetti personali: evitare di condividere asciugamani, fazzoletti o altri oggetti personali con altre persone, in quanto l’orzaiolo può essere contagioso
  • Fare impacchi freddi: il freddo può ridurre l’afflusso di sangue alla zona e rallentare la guarigione.