- Cos’è la mastite?
- Differenti tipi di mastite
- Perché viene la mastite?
- Quali sono i sintomi della mastite
- Cosa fare in caso di mastite?
- Rimedi e cura della mastite
- Quanto può durare la mastite?
- La mastite si può prevenire?
Cos’è la mastite?
↑ topLa mastite è un’infiammazione del tessuto mammario, spesso dolorosa e talvolta accompagnata da un’infezione batterica, che può causare gonfiore, arrossamento e sensazione di calore, alterando sia l’aspetto che la funzionalità del seno.
Questo disturbo interessa prevalentemente le donne durante il periodo dell’allattamento, ma può manifestarsi anche in altre fasi della vita, dando origine a mastiti non puerperali. L’infiammazione può compromettere temporaneamente la funzionalità della mammella e influire sul benessere generale.
Differenti tipi di mastite
↑ topEsistono diverse forme di mastite, che si distinguono in acute e croniche, ciascuna con caratteristiche e cause specifiche.
Tra le mastiti acute, la più frequente è la mastite puerperale, tipica delle prime settimane o mesi di allattamento, che colpisce generalmente una sola mammella (forma monolaterale).
Le mastiti croniche sono meno comuni e comprendono forme dovute a infiammazione dei dotti galattofori, al tessuto connettivo circostante o a processi chimici come nella mastite plasmacellulare.
Altre varianti includono:
- la mastite della pubertà, caratterizzata da una piccola tumescenza mammaria a bottone, frequente in età puberale (regredisce dopo alcuni mesi)
- la mastite dei neonati, legata all’attività secretoria transitoria delle ghiandole mammarie nei primi giorni di vita
Alcune forme, come quella suppurativa o stafilococcica, possono evolvere verso la formazione di ascessi, richiedendo intervento medico tempestivo.
Altre tipologie di mastite
↑ top| Da congestione | Infiammazione o ingorgo locale in un galattocele in una donna che allatta il bambino al seno |
| Ghiandolare | Malattia infiammatoria della mammella che coinvolge i tubuli lattiferi |
| Interstiziale | Malattia infiammatoria della mammella nella quale i batteri accedono al tessuto connettivo attraverso una rottura o una fissurazione profonda |
| Periduttale | Infiammazione dei tessuti circostanti i dotti mammari |
| Plasmacellulare | Sono presenti ispessimento e stasi, cosa che rende questa forma un’infiammazione chimica piuttosto che batterica. |
Perché viene la mastite?
↑ topLe cause della mastite sono diverse, ma nella maggior parte dei casi sono legate alla proliferazione batterica all’interno della ghiandola mammaria. Nei soggetti che allattano, il fattore scatenante più comune è l’ingorgo mammario, ossia il ristagno di latte nei dotti galattofori che crea un ambiente favorevole ai batteri.
Piccole lesioni o ragadi del capezzolo possono ulteriormente favorire l’ingresso dei microrganismi, tra cui lo Stafilococco aureo, lo Streptococco piogene o, meno frequentemente, l’Escherichia coli.
Altri fattori predisponenti includono poppate irregolari, attacco non corretto del bambino al seno e scarsa igiene locale.
Le mastiti acute non puerperali, invece, possono manifestarsi anche in assenza di allattamento e spesso derivano da traumi locali, stress o condizioni preesistenti come la mastopatia fibrocistica.
Quali sono i sintomi della mastite
↑ topI sintomi della mastite compaiono spesso in modo improvviso e possono variare in intensità. Tra i segnali principali si riscontrano dolore localizzato al seno e aumentata sensibilità della mammella.

La mammella può apparire turgida e, in alcuni casi, si possono percepire noduli o ispessimenti del tessuto mammario.
Nei casi più gravi, la mastite può essere accompagnata da febbre, brividi e malessere generale. Anche se raramente, talvolta può verificarsi la formazione di ascessi mammari, sacche di pus che richiedono attenzione.
Come riconoscerla?
Riconoscere la mastite richiede un’attenta valutazione medica, basata sui sintomi riferiti dalla paziente e sull’esame clinico della mammella. Durante la visita, il medico valuta il turgore, l’arrossamento e il calore del seno, eventuali ispessimenti del tessuto mammario o la presenza di noduli e ascessi. Nei casi più comuni, non sono necessari esami strumentali: l’anamnesi accurata e l’ispezione clinica sono sufficienti per confermare la diagnosi.
Se l’infezione è grave, ricorrente, resistente alla terapia antibiotica o acquisita in ambiente ospedaliero, può essere indicato un esame colturale del latte materno o un’ecografia mammaria per escludere complicanze.
Cosa fare in caso di mastite?
↑ topIn caso di mastite durante l’allattamento, la rimozione regolare del latte è il primo passo: il bambino dovrebbe essere attaccato al seno colpito per favorire lo svuotamento della mammella, eventualmente alternando le poppate tra il seno sano e quello infiammato. Massaggi delicati dal capezzolo verso l’area colpita possono aiutare a drenare il latte e ridurre l’ingorgo.
Applicare impacchi caldi prima della poppata può favorire la fluidificazione del latte, mentre impacchi freddi dopo l’allattamento aiutano a ridurre dolore e gonfiore. È inoltre consigliabile mantenere una buona idratazione, indossare reggiseni comodi e riposare il più possibile.
Se compaiono febbre alta o peggioramento dei sintomi, è fondamentale contattare il medico curante per valutare l’opportunità di iniziare la terapia farmacologica.
Rimedi e cura della mastite
↑ topPer il trattamento di questa infezione possono essere prescritti dal medico sia farmaci antinfiammatori, come paracetamolo o ibuprofene, che una terapia antibiotica (dicloxacillina, clindamicina, cefalexina e anche l’eritromicina).
Quanto può durare la mastite?
↑ topIn molti casi la mastite, se riconosciuta e trattata rapidamente, si risolve in circa 10-14 giorni. Spesso, già dopo i primi giorni di cura, si osserva un miglioramento dei sintomi. È però fondamentale completare l’intero trattamento prescritto dal medico, in modo da evitare ricadute e impedire che l’infezione si ripresenti.
La mastite si può prevenire?
↑ topPrevenire la mastite è possibile adottando alcune semplici strategie durante l’allattamento. In particolar modo, è opportuno assicurarsi che:
- durante la poppata, il bambino si attacchi in maniera corretta al seno
- tra una sessione di allattamento e l’altra si alternino i due seni
- la mammella venga sempre svuotata