Cerca nel sito
Chiudi

Melanoma, che cos’è e come si manifesta

A cura di
Daniela
Pisacane

Il melanoma è un tumore cutaneo maligno che ha origine da alcune cellule dette melanociti. Ecco come si presenta, come si effettua la diagnosi e quali sono le aspettative di vita

Che tumore è il melanoma?

Il melanoma è un tumore maligno particolarmente aggressivo della pelle e delle mucose che origina da alcune cellule, dette melanociti. I melanociti sono le cellule deputate alla produzione di pigmento, che quindi determinano il colore della pelle. Se colpiti dalla luce del sole, producono più melanina, e al contempo cresce il rischio di melanoma.

Il melanoma è un tumore tra i più aggressivi, ma data la sua visibilità è facilmente individuabile e quindi diagnosticabile.  Le persone con la pelle chiara sono maggiormente soggette e devono prestare particolare attenzione all’esposizione ai raggi solari.

Come si presenta un melanoma all'inizio?

I primi segnali della presenza di un tumore della pelle sono

  • il cambiamento della forma, del colore o delle dimensioni di un neo
  • la comparsa di sintomatologia e/o di infiammazione o sanguinamento in corrispondenza di un neo

In questi casi è necessario sottoporsi ad un controllo specialistico più approfondito. È importante precisare che il melanoma può avere origine da un neo preesistente oppure nascere su una zona di cute priva di nei.

Quali sono i fattori di rischio?

La possibilità di sviluppare un melanoma dipende dall'interazione di vari fattori di rischio:

  • Il fototipo
  • La familiarità
  • Un pregresso melanoma
  • Un elevato numero di nei
  • Le scottature solari nell'infanzia e nell'adolescenza

Oltre questi fattori dobbiamo considerare:

  • L'esposizione ai raggi UV naturali (sole) e artificiali (lampade)
  • La sensibilità al sole (capelli biondi, occhi e pelle chiari)
  • Stati di immunosoppressione

Quando il melanoma è pericoloso?

Il melanoma può diventare pericoloso nel momento in cui non viene diagnosticato tempestivamente e, quindi, asportato. In questi casi, il tumore può formare metastasi e intaccare altri organi. Ecco perché è fondamentale sottoporsi a controlli dermatologici periodici tenendo sempre sotto controllo la propria cute.

La prognosi del tumore, infatti, può cambiare radicalmente a seconda dello stadio in cui viene diagnosticato. I melanomi della pelle, solitamente, sono classificati su una scala di quattro stadi. Oltre a questi, c’è anche uno stadio 0 che indica una forma di melanoma in situ, ossia sullo strato più superficiale della cute. La scala degli stadi del melanoma si basa sul cosiddetto sistema TNM che tiene conto di diverse caratteristiche del tumore come:

  • spessore, velocità di replicazione e presenza di eventuali ulcerazioni (T)
  • coinvolgimento dei linfonodi (N)
  • presenza di metastasi (M)  

I melanomi della cute possono svilupparsi sia a partire da nevi congeniti (presenti dalla nascita) o acquisiti (comparsi nel corso della vita) sia sulla pelle integra.

Le principali forme di questo cancro della pelle sono quattro:

  • melanoma a diffusione superficiale, il più frequente che rappresenta sette melanomi cutanei su 10
  • lentigo maligna, che ha un’incidenza maggiore nelle persone anziane e si manifesta con macchie pigmentate
  • melanoma lentigginoso acrale 
  • melanoma nodulare, rappresenta circa il 15% di tutti i melanomi della cute ed è la forma più aggressiva in quanto già nelle fasi iniziali della patologia le cellule cancerogene si sviluppano in profondità  

Che succede se si ha un melanoma?

La diagnosi precoce è la prima arma per combattere il melanoma, per questo è necessario imparare a conoscere la propria pelle. Tutti possono (e devono) essere in grado di controllare periodicamente i propri nei sapendo quali caratteristiche cercare seguendo queste semplici regole:

  • A – come  Asimmetria. Se ipotizziamo di dividere il neo a metà con una linea verticale, dobbiamo verificare se le due parti sono uguali (simmetriche) oppure diverse tra loro (asimmetriche). Se la macchia è asimmetrica potrebbe essere una nota di irregolarità da verificare 
  • B – come Bordi. I bordi di un neo non pericoloso sono regolari, mentre se sono irregolari e frastagliati potrebbe essere sospetto.
  • C – come Colore. Se il colore si modifica nel tempo o vi sono più colori contemporaneamente bisogna sottoporsi a controllo
  • D – come Dimensione. se il diametro supera i 6 mm va controllato con attenzione sottoponendosi a visita specialistica 
  • E – come Evoluzione. Se il neo si modifica velocemente cambiando aspetto, quindi forma, colore o dimensioni oppure se si avverte prurito, bruciore, dolore, è bene rivolgersi al dermatologo

Come capire se è un melanoma?

L'autocontrollo è fondamentale per qualsiasi zona del corpo:

  • Esaminare prima le gambe e poi i piedi (piante, dita, unghie, interstizi delle dita) come pure i genitali e l'ano.
  • Allo specchio controllare con cura il viso, il collo, le orecchie e il cuoio capelluto (il cuoio capelluto si esamina più facilmente con i capelli bagnati).
  • Esaminare la nuca, la parte posteriore delle braccia e tutta la schiena.
  • Davanti allo specchio alzare le braccia, voltandosi a sinistra e poi a destra. Per finire, esaminare con cura le mani e gli avambracci.

Il fine dell'esame dei nei di routine (esame in epiluminescenza o dermatoscopia) è quello di identificare i nei anomali e tenerli sotto controllo.

Come sono le macchie del melanoma?

Nella maggior parte dei casi, le lesioni tipiche del melanoma compaiono nelle aree del corpo esposte al sole: dal viso al busto, passando per braccia e orecchie.

Il neo o nevo melanocitico si presenta come una macchia - può essere sia piatta, ma anche leggermente rialzata - con bordi irregolari e un colore che può variare dal marrone/marrone scuro al blu/nero.

Una piccola parte dei melanomi (meno del 10%) non produce pigmenti (melanomi amelanotici).

Che sintomi ha un melanoma?

I melanomi possono anche non causare, almeno nello stadio iniziale della malattia, alcun tipo di manifestazione sintomatologica. Tuttavia, quando il tumore inizia a diffondersi nell’organismo formando metastasi, i sintomi dipendono dall’organo o dalle parti del corpo colpite.

All’inizio del melanoma, le lesioni cutanee possono possono essere pruriginose, rilasciare siero o sanguinare. C’è da sottolineare, però, che questi sintomi non sono presenti in tutti i casi di melanoma.

Diagnosi

In presenza di uno o più segnali tra quelli sopraindicati, occorre rivolgersi al dermatologo, che potrà procedere alla biopsia rimuovendo l’intera formazione o una parte di essa. Se l’esame al microscopio rileva la natura cancerosa del neo, verrà rimossa l’eventuale parte rimanente. 

Dal momento che non si tratta di un intervento particolarmente invasivo (si può effettuare in ambulatorio in anestesia locale), la rimozione dei nei sospetti viene spesso scelta come forma di prevenzione anche in caso di nei atipici che potrebbero diventare melanomi, pur se ancora non lo sono.

Quanto è mortale il melanoma?

Si può morire di melanoma nel momento in cui il tumore, dopo una fase iniziale in cui è cresciuto in estensione solo sulla superficie della pelle, inizia a svilupparsi anche in verticale, andando a intaccare i vasi e diffondendosi anche in regioni dell’organismo lontane da quella di origine.

In questi casi il melanoma può raggiungere i linfonodi e altri organi interni formando metastasi e compromettendo potenzialmente anche le funzionalità vitali dell’organismo.

Quali organi colpisce il melanoma?

Questo tumore, potenzialmente, può colpire qualsiasi area dell’organismo, anche se le zone più soggette a sviluppare metastasi sono i linfonodi, cervello, fegato, polmoni e ossa. Anche la sintomatologia del melanoma, quindi, dipende dall’area o dall’organo in cui si stanno sviluppando metastasi.

Quanto si può vivere con un melanoma?

La diagnosi precoce, la chirurgia, ma anche trattamenti innovativi come immunoterapia e terapie farmacologiche a bersaglio molecolare hanno aumentato la speranza di vita dei pazienti affetti da melanoma.

L’87% di loro sopravvive a cinque anni dalla diagnosi, mentre nel 50% dei casi si sopravvive anche a fronte di una diagnosi di melanoma in stadio avanzato.

Come si cura un melanoma maligno?

Le tipologie di intervento per il trattamento del melanoma maligno sono molteplici. Si va dall’operazione chirurgica, all’utilizzo di farmaci specifici contro mutazioni nel Dna fino alla radioterapia. Ecco in che cosa consistono e da cosa dipende la scelta di ricorrere ad un trattamento piuttosto che un altro.

L’intervento chirurgico

L’intervento di tipo chirurgico, soprattutto se effettuato nelle fasi iniziali del melanoma, può essere risolutivo e curarla in maniera definitiva. Tuttavia, molto dipende dallo stadio del tumore, da quanto si è esteso e dall’eventualità che abbia già fatto metastasi. Il successo dell’operazione è direttamente proporzionale alla superficialità del melanoma.

Di solito, oltre al nevo maligno viene rimossa anche la porzione di cute che circonda quella malata per avere la certezza che tutto il tessuto cancerogeno sia stato asportato e non possa più proliferare. 

Una volta conclusa l’operazione chirurgica, viene effettuato un esame bioptico sul tessuto che non è stato asportato e che si trova attorno alla porzione rimossa per verificare l’eventuale presenza di cellule tumorali. In caso di riscontro positivo, è necessario un nuovo intervento chirurgico per rimuoverle. 

Può succedere che il chirurgo decida di rimuovere anche i linfonodi che ricevono linfa direttamente dal tumore (linfonodi sentinella), cioè quelli più vicini alla formazione.

Si può ricorrere all’intervento chirurgico anche per rimuovere le eventuali metastasi tumorali.

Immunoterapia e terapie mirate

Se il tumore si è esteso ad altri organi, generalmente non si interviene chirurgicamente, ma si intraprende l’immunoterapia tramite la somministrazione di farmaci che aiutano l’organismo a combattere il tumore. Il ricorso all’immunoterapia, che si utilizza da poco più di 10 anni (2011, anno di approvazione dell’ipilimumab), ha radicalmente trasformato la vita, e l’aspettativa di vita, dei pazienti con melanoma in metastasi.

Inoltre, gli interventi terapeutici a bersaglio molecolare e la terapia di tipo immunologico hanno fatto sì che il ricorso alla chemioterapia nella fase avanzata del melanoma sia stato ridotto negli ultimi anni. 

L’obiettivo sarebbe quello di garantire, con il tempo, terapie sempre più personalizzate che tengano conto delle caratteristiche del paziente e delle sue specifiche criticità. Si stanno valutando, inoltre, trattamenti terapeutici di tipo combinato.

Come detto in precedenza, però, molto dipende dallo stadio del melanoma, dalla sua estensione e, di conseguenza, dalla necessità di intervenire più o meno rapidamente.

Altre terapie mirate prevedono l’utilizzo di farmaci che agiscano direttamente contro specifiche mutazioni nelle catene di Dna.

La radioterapia

Il ricorso alla radioterapia è una scelta terapeutica che si può fare in caso di metastasi sviluppatesi a livello cerebrale o osseo, quando il melanoma non può essere asportato chirurgicamente, in associazione ad altri trattamenti o come palliativo per alleviare i sintomi del tumore.

Prevenzione

Quello che si può fare per prevenire la formazione di melanomi è gestire correttamente l’esposizione al sole. Non è detto che facendolo si eviterà la formazione di melanomi, che come abbiamo visto ha diverse cause, ma è appurata la correlazione tra esposizione al sole e formazione di melanomi. Dunque è in ogni caso importante assumere i comportamenti corretti sin dall’infanzia (con particolare attenzione durante infanzia e adolescenza):

  • limitare (o evitare, se si ha la pelle chiara) l’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata (tra le 10 e le 16)
  • se non lo si può evitare, indossare indumenti coprenti, meglio se di colore chiaro
  • applicare creme solari con FPS pari o superiore a 30 e protezione UVA e UVB ogni qualvolta ci si espone al sole, ripetendo l’applicazione ogni due ore
  • limitare al massimo l’uso di lettini abbronzanti (evitarli in giovane età)

Chi ha già avuto un melanoma è maggiormente predisposto a svilupparne un altro, quindi deve sottoporsi a controlli regolari anche in assenza di nei sospetti visibili.