- Perché fare il test dell’antitrombina?
- Quando fare il test dell’antitrombina?
- Campione richiesto per l’antitrombina?
- Preparazione
- Serve il digiuno?
- È opportuno fare l’esame dell’antitrombina di prima mattina?
- In cosa consiste l’esame dell’antitrombina?
- Cosa sappiamo con questo esame?
- Quando viene prescritto l’esame dell’antitrombina?
- Utile da sapere
La disfunzione o l’alterazione quantitativa di questo fattore determina un rischio maggiore di eventuali fenomeni tromboembolici.
Con il termine antitrombina ci si riferisce a una proteina che viene prodotta dal fegato e che ha la funzione di regolare l’eventuale formazione di coaguli sanguigni, andando a fluidificare il sangue. Quando un vaso sanguigno subisce un danneggiamento, l’organismo si attiva mediante una serie di eventi che permette di evitare una perdita eccessiva di sangue, andando a formare un coagulo.
L’emostasi, che regola appunto la coagulazione, impedisce sia di perdere troppo sangue che di formare un’eccessiva quantità di coaguli. Il processo di coagulazione è consentito quindi grazie all’attivazione dei fattori di coagulazione (proteine), mediante una serie di passaggi: la cascata coagulativa.
Perché fare il test dell’antitrombina?
↑ topÈ necessario fare il test dell’antitrombina per comprendere la causa di eventi coagulativi imprevisti, e nella diagnosi per carenza da antitrombina.
Quando fare il test dell’antitrombina?
↑ topIl test dell’antitrombina può essere prescritto:
- All’incirca due mesi dopo il verificarsi di un fenomeno coagulativo inappropriato, come può esserlo un evento trombotico
- Quando il paziente non risponde correttamente alla terapia anticoagulante eparinica
Campione richiesto per l’antitrombina?
↑ topViene prelevato un campione di sangue venoso.
Preparazione
↑ topNo, non è richiesta nessuna preparazione per questo test.
Serve il digiuno?
↑ topSì, è consigliabile che il paziente si presenti a digiuno per effettuare l’esame.
È opportuno fare l’esame dell’antitrombina di prima mattina?
↑ topSì, è opportuno fare l’esame dell’antitrombina di prima mattina.
In cosa consiste l’esame dell’antitrombina?
↑ topL’esame dell’antitrombina III permette di misurarne la concentrazione (la quantità) e l’attività (la funzionalità) nel sangue della persona che si sottopone a questo test. In questo modo è possibile stabilire le cause di eventuali fenomeni coagulativi inappropriati.
Cosa sappiamo con questo esame?
↑ topQuesto test è richiesto soprattutto:
- Per quelle persone che presentano episodi trombotici ricorrenti (trombosi)
- Per valutare se l’attività di tale proteina è normale (test funzionale dell’antitrombina)
- In associazione al test antigenico nel caso in cui l’attività dell’antitrombina sia bassa, per determinarne la concentrazione. In questo modo è possibile differenziare la carenza da antitrombina di tipo 1 e di tipo 2. Nel tipo 1 la quantità della proteina è insufficiente, ma funziona correttamente. Nel tipo 2 la funzionalità non è corretta e accettabile, ma la quantità prodotta è sufficiente
- Permette di fare approfondimenti in quei pazienti che non rispondono correttamente all’eparina
Quando viene prescritto l’esame dell’antitrombina?
↑ topL’esame dell’antitrombina viene prescritto:
- A pazienti che presentano eventi trombotici ricorrenti o trombosi venosa profonda
- In associazione ad altre analisi, in presenza di patologie sospette da eccessiva coagulazione (Proteina C, Proteina S, Lupus anticoagulanti)
- A pazienti che non rispondono in maniera adeguata all’eparina
Gli esami del sangue più importanti
Utile da sapere
↑ top- Un paziente che presenta una bassa concentrazione di antitrombina associata a difetti di coagulazione (come la carenza di proteina S o C, la mutazione del fattore V Leiden) e all’utilizzo di contraccettivi orali, è a rischio trombosi
- Chi presenta una carenza di antitrombina deve assumere anticoagulanti prima di sottoporsi a interventi chirurgici
- Può sopraggiungere a ogni età la carenza di antitrombina acquisita, soprattutto se associata ad altre patologie quali ad esempio: coagulazione intravascolare disseminata (CID), sindromi emorragiche, sindrome nefrosica, cancro, trombosi estesa