- Cos’è lo stretto toracico
- Quali sono i sintomi della sindrome dello stretto toracico
- Cause della sindrome dello stretto toracico
- Come guarire dallo stretto toracico
- Sindrome stretto toracico quanto dura
La sindrome di stretto toracico rappresenta un complesso di sintomi causato dalla compressione delle strutture neurovascolari che attraversano lo spazio anatomico compreso tra la base del collo e l’ascella. Questa condizione, spesso misconosciuta, può causare sintomi significativi che compromettono la qualità della vita del paziente.
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Cos’è lo stretto toracico
↑ topLo stretto toracico superiore è uno spazio anatomico delimitato da diverse strutture ossee e muscolari attraverso il quale passano importanti vasi sanguigni e nervi diretti all’arto superiore.
Confini anatomici dello stretto toracico:
- Anteriormente: clavicola e muscolo succlavio
- Posteriormente: prima costola e muscoli scaleni
- Medialmente: colonna vertebrale cervicale
- Lateralmente: processo coracoideo della scapola
Questo spazio contiene strutture vitali per la funzione dell’arto superiore: l’arteria succlavia, la vena succlavia e il plesso brachiale (rete di nervi che origina dalle radici nervose C5-T1).

Tipi di stretto toracico
↑ topDal punto di vista anatomico, si distinguono tre spazi principali dove può verificarsi la compressione:
Triangolo degli scaleni: spazio delimitato dai muscoli scaleno anteriore e medio, dove passano l’arteria succlavia e il plesso brachiale.
Spazio costoclavicolare: area compresa tra la clavicola e la prima costola, attraversata da arteria, vena succlavia e plesso brachiale.
Spazio sotto-pettorale: regione sotto il muscolo piccolo pettorale, dove le strutture neurovascolari si dirigono verso l’ascella.
La compressione può interessare una o più di queste aree, determinando sintomi diversi a seconda delle strutture coinvolte.
Quali sono i sintomi della sindrome dello stretto toracico
↑ topSintomi neurologici
↑ topI sintomi nervosi rappresentano la manifestazione più comune della sindrome, interessando circa il 90% dei pazienti. Derivano dalla compressione del plesso brachiale e si distribuiscono seguendo i territori di innervazione specifici.
Manifestazioni sensitive:
- Parestesie: formicolii e intorpidimenti di mano e dita
- Disestesie: sensazioni anomale di bruciore o “spilli”
- Ipoestesia: riduzione della sensibilità tattile
- Dolore neuropatico: dolore urente che segue il decorso nervoso
Distribuzione dei sintomi nervosi:
La sintomatologia segue tipicamente la distribuzione del nervo ulnare (C8-T1), interessando il mignolo, l’anulare e il margine ulnare della mano. Questo pattern è caratteristico e aiuta nella diagnosi differenziale.
Sintomi motori:
- Debolezza muscolare: perdita di forza nella presa e nei movimenti fini
- Atrofia: riduzione del volume muscolare dell’eminenza tenar e ipotenar
- Impaccio funzionale: difficoltà nelle attività manuali precise
- Affaticabilità: stanchezza precoce durante l’uso dell’arto
Sintomi vascolari
↑ topI sintomi circolatori sono meno frequenti ma possono essere drammatici quando presenti. Derivano dalla compressione dell’arteria o della vena succlavia.
Sintomi arteriosi:
- Claudicatio dell’arto superiore: dolore e affaticamento durante l’attività
- Pallore: colorito pallido della mano e delle dita
- Cianosi: colorazione bluastra per ipossia tissutale
- Freddezza: temperatura ridotta dell’arto interessato
- Riduzione dei polsi: indebolimento del polso radiale e ulnare
Sintomi venosi:
- Gonfiore: edema dell’arto superiore
- Sensazione di pesantezza e tensione
- Distensione delle vene superficiali
- Colorazione cianotica per stasi venosa
Pattern sintomatologici
↑ topI sintomi della sindrome di stretto toracico presentano caratteristiche specifiche che aiutano nel riconoscimento:
Peggioramento posturale: i sintomi si accentuano con determinate posizioni del braccio e della spalla, particolarmente con l’abduzione e l’elevazione dell’arto.
Variabilità temporale: i sintomi possono essere intermittenti, manifestandosi principalmente durante specifiche attività o posture e migliorando con il riposo.
Lateralizzazione: solitamente unilaterale, anche se forme bilaterali sono possibili, specialmente in presenza di anomalie anatomiche congenite.
Cause della sindrome dello stretto toracico
↑ topAnomalie anatomiche congenite
↑ topCostole cervicali soprannumerarie: presente in circa l’1% della popolazione, rappresenta la causa congenita più comune. Questa costola accessoria, che origina dalla settima vertebra cervicale, può comprimere le strutture neurovascolari.
Bande fibrose: cordoni fibrosi che collegano le apofisi trasverse cervicali alle prime costole, creando restringimenti anatomici che possono comprimere il plesso brachiale.
Anomalie delle prime costole: malformazioni che alterano la normale anatomia dello stretto toracico, restringendo gli spazi di passaggio delle strutture neurovascolari.
Ipertrofia dei muscoli scaleni: sviluppo eccessivo di questi muscoli può ridurre lo spazio del triangolo degli scaleni, comprimendo arteria succlavia e plesso brachiale.
Cause acquisite
↑ topTraumi: rappresentano una causa importante di sindrome di stretto toracico acquisita.
Fratture clavicolari: la consolidazione di fratture della clavicola può creare calli ossei che riducono lo spazio costoclavicolare.
Traumi cervicali: il colpo di frusta e altri traumi del rachide cervicale possono causare spasmo e fibrosi dei muscoli scaleni.
Traumi toracici: fratture costali e lesioni della parete toracica possono alterare l’anatomia dello stretto toracico.
Fattori meccanici e posturali
↑ topAttività lavorative: lavori che richiedono movimenti ripetitivi delle braccia sopra la testa (imbianchini, elettricisti, parrucchieri) predispongono alla sindrome.
Attività sportive: sport che coinvolgono movimenti ripetitivi delle spalle come nuoto, tennis, baseball possono favorire l’insorgenza della sindrome.
Alterazioni posturali: posture scorrette con antepulsione delle spalle e cifosi dorsale possono ridurre gli spazi anatomici dello stretto toracico.
Ipertrofia muscolare: lo sviluppo eccessivo dei muscoli del cingolo scapolare, particolarmente comune in bodybuilder e sollevatori di peso.
Come guarire dallo stretto toracico
↑ topTrattamento conservativo
↑ topLa maggior parte dei pazienti con sindrome di stretto toracico risponde favorevolmente al trattamento conservativo, che rappresenta sempre la prima linea terapeutica.
Fisioterapia specializzata:
La fisioterapia costituisce il pilastro del trattamento conservativo e deve essere condotta da fisioterapisti esperti nella patologia.
Obiettivi della fisioterapia:
- Miglioramento della postura della spalla e del collo
- Allungamento dei muscoli scaleni e piccolo pettorale
- Rinforzo dei muscoli stabilizzatori della scapola
- Educazione posturale per attività lavorative e sportive
Esercizi specifici:
- Stretching dei muscoli scaleni e del piccolo pettorale
- Mobilizzazione della gabbia toracica
- Rinforzo dei muscoli romboidi e trapezio medio
- Esercizi di stabilizzazione scapolare
Modifiche dell’attività:
- Evitare posizioni e movimenti che scatenano i sintomi
- Adattare la postazione lavorativa (ergonomia)
- Modificare le tecniche sportive problematiche
- Usare supporti ergonomici quando necessario
Terapie mediche complementari
↑ topFarmacoterapia: utilizzata principalmente per il controllo sintomatico:
Antinfiammatori non steroidei (FANS): per ridurre l’infiammazione e il dolore associati alla compressione delle strutture.
Miorilassanti: possono essere utili nei casi con significativa componente di spasmo muscolare dei muscoli scaleni.
Farmaci neuropatici: gabapentin o pregabalin per il controllo del dolore neuropatico quando predominante.
Infiltrazioni: procedure specialistiche che possono fornire sollievo temporaneo:
Blocco degli scaleni: iniezione di anestetico locale e corticosteroidi nei muscoli scaleni per ridurre la compressione e l’infiammazione.
Iniezione del piccolo pettorale: procedura che può essere utile quando la compressione avviene principalmente nello spazio sotto-pettorale.
Trattamento chirurgico
↑ topIl trattamento chirurgico è riservato ai casi che non rispondono al trattamento conservativo dopo un periodo adeguato (generalmente 6-12 mesi) o in presenza di compromissione vascolare significativa.
Indicazioni chirurgiche:
- Fallimento del trattamento conservativo dopo 6-12 mesi
- Sintomi severi che compromettono significativamente la qualità della vita
- Compromissione vascolare documentata
- Presenza di anomalie anatomiche significative (costola cervicale)
Procedure chirurgiche:
Scalenotomia: sezione dei muscoli scaleni per decomprimere il triangolo degli scaleni.
Resezione della prima costola: rimozione della prima costola per aumentare lo spazio costoclavicolare.
Costolectomia cervicale: asportazione della costola cervicale soprannumeraria quando presente.
Tenotomia del piccolo pettorale: sezione del tendine del muscolo piccolo pettorale per decomprimere lo spazio sotto-pettorale.
Sindrome stretto toracico quanto dura
↑ topDecorso naturale
↑ topIl decorso della sindrome di stretto toracico è estremamente variabile e dipende da molteplici fattori, incluse la causa sottostante, la precocità della diagnosi, l’aderenza al trattamento e le caratteristiche individuali del paziente.
Forme acute: quando la sindrome si sviluppa acutamente (post-trauma, dopo sforzi intensi), la durata può essere di alcune settimane o mesi con trattamento appropriato.
Forme croniche: le forme che si sviluppano gradualmente (cause occupazionali, posturali) tendono ad avere un decorso più prolungato e possono richiedere trattamenti più intensivi.
Fattori prognostici
↑ topFattori favorevoli:
- Età giovane del paziente
- Assenza di anomalie anatomiche congenite
- Diagnosi precoce e trattamento tempestivo
- Buona aderenza al programma fisioterapico
- Possibilità di modificare i fattori scatenanti
Fattori sfavorevoli:
- Presenza di anomalie anatomiche congenite
- Diagnosi tardiva con sintomi cronici
- Impossibilità di modificare fattori occupazionali o sportivi
- Scarsa aderenza al trattamento
- Compromissione vascolare significativa
Tempi di recupero
↑ topTrattamento conservativo: la risposta al trattamento fisioterapico conservativo può essere apprezzata già dopo 4-6 settimane, ma il recupero completo richiede tipicamente 3-6 mesi di trattamento costante.
Trattamento chirurgico: quando indicato, il recupero post-chirurgico richiede generalmente 2-4 mesi per il ritorno alle attività normali, con miglioramenti progressivi che possono continuare fino a 6-12 mesi post-operatori.
Fattori di recidiva: la prevenzione delle recidive richiede il mantenimento di una buona postura, l’evitamento dei fattori scatenanti e l’esecuzione regolare di esercizi di mantenimento.
Prognosi a lungo termine
↑ topTrattamento conservativo: circa il 70-80% dei pazienti ottiene un miglioramento significativo con il solo trattamento conservativo, specialmente quando iniziato precocemente.
Trattamento chirurgico: quando appropriatamente indicato, il trattamento chirurgico ha tassi di successo del 80-90% nel fornire sollievo duraturo dei sintomi.
Qualità della vita: con trattamento adeguato, la maggior parte dei pazienti può tornare alle normali attività lavorative e ricreative, anche se alcuni potrebbero necessitare di modifiche permanenti nelle attività che scatenano i sintomi.
La sindrome di stretto toracico, pur essendo una condizione complessa, ha generalmente una prognosi favorevole quando diagnosticata correttamente e trattata in modo appropriato. La chiave del successo risiede nella diagnosi precoce, nell’identificazione e correzione dei fattori causali, e nell’adesione costante al programma terapeutico prescritto.