- Cos’è la scabbia?
- Come si prende la scabbia?
- Quali sono i primi sintomi della scabbia?
- Diagnosi di scabbia
- Trattamento della scabbia
Cos’è la scabbia?
↑ topLa scabbia è una patologia infettiva della pelle causata dall’acaro Sarcoptes scabiei. Determina prurito e secondariamente, a seguito del grattarsi, pustole.
È particolarmente contagiosa e, di conseguenza, facilmente trasmissibile da persona a persona attraverso il contatto fisico diretto. Il contatto può avvenire tra pelle e pelle, ma anche tra pelle e mucose oppure in maniera diretta con vestiti o lenzuola contaminati.
Colpisce principalmente giovani adulti, attraverso rapporti intimi, e in anziani, che possono essere costretti a rimanere a letto per lunghi periodi. Un sistema immunitario in deficit può essere fattore di aggravamento.
La scabbia può diffondersi in nuclei familiari e all’interno di luoghi particolarmente affollati: scuole, case di riposo, caserme, centri accoglienza. Negli ultimi cinque anni si è assistito ad una crescita importante di casi, in Italia, come evidenziato dalla Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse.
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Acaro della scabbia
↑ topL’acaro responsabile della scabbia è il Sarcoptes scabiei nella variante hominis. Invisibile a occhio nudo, questo parassita scava piccoli cunicoli nell’epidermide. Dopo l’infestazione, la femmina fecondata si insedia nella pelle e deposita 2, 3 uova al giorno, per un totale di circa 40-50 uova nell’arco della sua vita, che raggiunge un massimo di 6 settimane.
Le uova si schiudono dopo massimo 4 giorni, liberando larve che risalgono in superficie e completano lo sviluppo in circa 14 giorni. Al termine di questo periodo, iniziano ad accoppiarsi, depositando ulteriori uova.
Sono proprio i cunicoli a causare il prurito intenso, dal momento che il sistema immunitario reagisce alla presenza dell’acaro, delle uova e delle sue secrezioni.
L’acaro sopravvive poche ore fuori dal corpo umano, ma sulla pelle si riproduce con rapidità, se non trattato.
Come si prende la scabbia?
↑ topLa scabbia, come sopra indicato, si trasmette attraverso il contatto diretto e prolungato tra cute e cute, nei casi di infestazione di Sarcoptes scabiei. Il motivo per cui la trasmissione avviene solo in questo modo sta nel fatto che il parassita responsabile dell’infezione non è in grado né di saltare né di volare.
Nella maggior parte dei casi, perché la trasmissione avvenga, sono necessari circa dieci minuti di contatto diretto tra pelle e pelle. Ecco perché rappresentano un fattore di rischio per questa patologia anche i rapporti sessuali con persone infette.
Abbracci o strette di mano, solitamente, non devono invece destare particolari preoccupazioni.
La condivisione di lenzuola o altri oggetti, come avviene all’interno di una famiglia, può al contrario rappresentare un fattore di rischio, pur non essendo la più comune modalità di trasmissione dell’infezione parassitaria.
La scabbia viene dallo sporco?
↑ topNo, la scabbia non è conseguenza di scarsa igiene personale: l’infestazione può colpire chiunque. La trasmissione è favorita da ambienti affollati e carenti condizioni igienico-sanitarie, e avviene soprattutto via contatto diretto, non attraverso lo sporco.
Una buona igiene cutanea è comunque utile a ridurre la presenza dell’acaro, ma non previene completamente la scabbia né rappresenta una cura.

Quali sono i primi sintomi della scabbia?
↑ topIn genere, per le persone che non hanno mai avuto la malattia in passato, il periodo di incubazione della scabbia è di alcune settimane. Le prime manifestazioni sintomatologiche compaiono infatti a distanza di circa tre o sei settimane dal contagio.
In caso di seconda infezione, invece, il tempo di decorrenza è decisamente più ridotto e può essere compreso tra uno e quattro giorni. In quest’ultimo caso, il sistema immunitario della persona, già in contatto con il parassita, lo riconosce prima e dà una risposta più tempestiva.
Il primo segno tipico è il prurito, che spesso peggiora nelle ore notturne o dopo bagni caldi, perché il calore stimola l’attività degli acari. Il quadro sintomatologico completo si caratterizza per:
- prurito intenso, soprattutto di notte, dovuto alla risposta immunitaria all’acaro che scava piccoli cunicoli nella pelle
- lesioni cutanee lineari o leggermente sinuose, ovvero i cunicoli scabbiosi, che rappresentano di fatto il percorso dell’acaro sotto lo strato superficiale della pelle
- eruzioni simili a piccole macchie rosse, oppure vescicole e pustole spesso localizzate tra le dita delle mani, sui polsi, attorno all’ombelico, sui glutei o nella zona genitale
- ispessimento e irritazione della pelle nelle zone più grattate, causate dall’infiammazione o da sovrainfezioni batteriche conseguenti al continuo sfregamento
- croste o escoriazioni nelle aree soggette a grattamento intenso, che possono indicare un peggioramento o la presenza di un’infezione sovrapposta
- diffusione graduale delle lesioni ad altre parti del corpo nel corso delle settimane, tipica dell’infestazione non trattata
- coinvolgimento più esteso con lesioni anche su testa, palmi delle mani e piante dei piedi, soprattutto nei bambini e nei soggetti fragili.
Scabbia: durata e possibili complicazioni
↑ topSe non curata, la scabbia può durare per mesi o addirittura anni.
L’acaro della scabbia può vivere sulla pelle umana per diverso tempo e continuare a riprodursi, causando costanti lesioni cutanee e altri problemi della pelle.
In alcuni casi, la scabbia non curata può portare a complicazioni più gravi, come infezioni batteriche della pelle o la glomerulonefrite, un’infiammazione dei reni.
Se la scabbia non viene trattata tempestivamente, il prurito persistente può essere causa di episodi di insonnia, con conseguenze rilevanti sul benessere psico-fisico. Lo sfregamento continuo, da non sottovalutare, favorisce lesioni nella pelle, a loro volta porte d’ingresso per batteri, in particolare Staphylococcus e Streptococcus. Di qui allo sviluppo di infezioni secondarie il passo può essere breve.
Nelle forme croniche o crostose, l’infestazione può durare mesi o anni, aumentando il rischio di epidemie locali in contesti collettivi come case di riposo o comunità.
La scabbia crostosa
↑ topUna forma più severa di scabbia è la scabbia crostosa, o norvegese, che può insorgere in pazienti con sistema immunitario compromesso, come gli anziani o gli individui che seguono terapie immunosoppressive.
Questa infestazione si caratterizza per la formazione di spesse croste che contengono un numero elevatissimo sia di acari sia di uova. L’individuo che ne è affetto risulta pertanto particolarmente contagioso anche attraverso la trasmissione indiretta.
È richiesta una terapia aggressiva e tempestiva per evitare complicanze e ridurre il rischio che vengano innescati dei focolai.
Diagnosi di scabbia
↑ topLa diagnosi si articola in diversi passaggi.
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Trattamento della scabbia
↑ topIl trattamento si articola in tre fasi distinte, coordinate per estirpare l’acaro, alleviare i sintomi e prevenire la reinfestazione:
- terapia scabicida: nella scabbia classica, si applica la permetrina al 5% su tutto il corpo (dal collo in giù) la sera, lasciandola agire per 8–14 ore. Spesso è sufficiente un’unica applicazione, ma si consiglia un secondo trattamento a distanza di una settimana per sicurezza. Se la forma è resistente o complicata (ad esempio scabbia crostosa) oppure in soggetti immunodepressi, si ricorre all’ivermectina orale, somministrata due volte a distanza di 7, 14 giorni
- trattamento dei contatti: tutti i conviventi o chi ha avuto contatto pelle‑pelle prolungato devono ricevere lo stesso trattamento, indipendentemente dalla presenza di sintomi, per interrompere il ciclo di reinfestazione
- decontaminazione ambientale e follow‑up – Biancheria, vestiti e asciugamani usati nei tre giorni precedenti devono essere lavati a ≥ 60 °C o sigillati per almeno 72 ore. Dopo il trattamento, il prurito può persistere per alcune settimane. non indica fallimento, ma reazioni a residui di acari morti. Se dopo 2, 4 settimane tornano sintomi o compaiono nuove lesioni, è opportuno ripetere il trattamento e rivalutare il piano terapeutico.
Per attenuare il prurito, che tende a durare anche oltre 14 giorni dall’avvio del trattamento, possono essere prescritti farmaci antistaminici insieme a creme emollienti, applicate nelle zone che lo richiedono.
Chi ha la scabbia deve stare in isolamento?
↑ topChi ha contratto la scabbia deve evitare i contatti diretti fino alla completa guarigione. Per questo motivo è necessario seguire qualche giorno di isolamento onde scongiurare la trasmissione del parassita, che potrebbe dare adito a focolai particolarmente ostici da risolvere una volta partita l’infezione.
Se possibile, la persona affetta da scabbia dovrebbe rimanere a casa dal lavoro o dalla scuola per evitare di diffondere la malattia in contesti affollati.
In casa, se la disposizione lo consente, è consigliabile usare una camera da letto e un bagno separati dagli altri membri della famiglia. È molto importante anche lavare frequentemente le mani per evitare di diffondere il parassita
Come precauzione, le lesioni cutanee dovrebbero essere coperte con abiti larghi o bende per evitare il contatto diretto con la pelle di altre persone.