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Pubblicato inPatologie

Malattie cardiovascolari, serve un cambiamento culturale

Infarti ictus, embolie polmonari e trombosi hanno ucciso 17,9 milioni di persone nell’ultimo anno, circa il 40% dei decessi a livello globale (di questi, l’85% sono causati da infarto e ictus). Cifre che sicuramente fanno allarmare, ma che devono anche fare riflettere

Cosa sono le malattie cardiovascolari?

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Si tratta di una serie di condizioni di carattere patologico che colpiscono il cuore e i vasi sanguigni, ossia arterie, vene e capillari.

Le malattie cardiovascolari sono, ancora oggi, la principale causa di morte del mondo. Queste patologie tuttavia non sono – quasi mai – delle condanne, anzi, spesso sono prevedibili agendo sui fattori di rischio modificabili, come fumo, dieta, ipertensione, ma anche inquinamento e, soprattutto, istruzione.

Su quest’ultimo punto in particolare molto è stato fatto, soprattutto a livello culturale: le campagne di comunicazione legate all’adozione di corretti stili di vita hanno permesso negli ultimi anni di ridurre notevolmente il numero di morti per malattie cardiovascolari soprattutto nei paesi ad alto reddito, in cui le strategie di prevenzione sono penetrate maggiormente nella popolazione, insieme a un livello di inquinamento inferiore rispetto ai paesi in via di sviluppo.

La dimostrazione è contenuta in uno studio canadese pubblicato su Lancet. È vero, infatti, che le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte nel mondo, ma è altrettanto vero che questa affermazione non vale più nei paesi ad alto reddito, in cui le morti per cancro sono il doppio rispetto a quelle causate da ictus o infarto. Al contrario, nei paesi a basso reddito le morti causate da malattie cardiovascolari hanno ancora il triste primato e colpiscono quasi tre volte di più rispetto al cancro.

I fattori di rischio cardiovascolare possono essere di due tipi: primari, cioè che agiscono direttamente favorendo la malattia, e secondari, che agiscono prevalentemente (non esclusivamente) per favorire i fattori primari. I fattori di rischio sono additivi: cioè il rischio aumenta con l’aumentare dei fattori di rischio presenti.

I fattori di rischio primari

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Tra i principali fattori primari troviamo:

  • Diabete (aumento dello zucchero disciolto nel sangue)
  • Dislipidemia (aumento dei grassi nel sangue)
  • Ipertensione arteriosa (aumento della pressione arteriosa)
  • Fumo
  • Familiarità (nonni, genitori, zii, fratelli o sorelle con una storia di malattia cardiovascolare)

I fattori secondari principali sono invece sedentarietà e sovrappeso.

Come intuibile, quindi, l’unico fattore di rischio realmente non modificabile è la familiarità, trattandosi di una predisposizione genetica. Tutti gli altri fattori sono modificabili e quindi prevenibili con un cambiamento culturale e di stili di vita: completamente prevenibile nel caso del fumo, mentre in maniera più o meno completa per quanto riguarda gli altri elementi di rischio.

Non è mai troppo tardi per smettere di fumare. La sospensione del fumo porta infatti vantaggi concreti e immediati. Già nel giro di alcuni mesi si notano miglioramenti sostanziali, mentre dopo circa 10 anni il rischio cardiovascolare diventa sovrapponibile in tutto e per tutto a quello di chi non ha mai fumato, a prescindere dall’età in cui si decide di interrompere. Discorso diverso, invece, per la prevenzione dei tumori. In questo caso, al contrario, non è mai troppo presto: il rischio, infatti, si correla con la durata del fumo e non con l’attualità dello stesso.

Ipertensione, dislipidemia, diabete

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Per questi fattori la prima cura è non farmacologica, ma comportamentale: attività fisica aerobica regolare, calo di peso, dieta appropriata sono i primi ambiti di intervento. Se questo non bastasse, come succede relativamente spesso, bisognerà ricorrere a farmaci, che naturalmente andranno assunti con regolarità ed adattati all’andamento delle malattie.

I fattori di rischio secondari

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Qualora i soli fattori di rischio fossero quelli secondari (sedentarietà e sovrappeso), basteranno le cure non farmacologiche.

Sedentarietà

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Per combattere la sedentarietà la regola è di 30 min al giorno di esercizio fisico moderato (es. camminare a passo spedito: 5 Km/h); oppure 15 min al giorno di attività moderato-intensa (ad es corsa 10-15 Km/h).

Un’attività maggiore non aggiunge sostanziale beneficio sulla salute, ma aumenta le prestazioni atletiche. Un’attività fisica molto intensa, invece, sarebbe correlata a un maggior rischio di aritmie.

Sovrappeso

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La riduzione del peso (escluse rare cause “ormonali”) si ottiene riducendo le calorie e praticando regolare attività fisica. Anche la distribuzione dei pasti pare in alcuni studi statistici avere un ruolo: colazione abbondante e piccoli pasti frequenti sembrano favorire la perdita di peso.

L’alimentazione equilibrata è un tassello fondamentale. Seppure non esistano criteri universali che possono andare bene per tutti, ci sono delle indicazioni che sono generalmente adatte ad un numero vasto di individui

Una dieta sana è di solito composta da cibo non processato, con un equilibrio tra carboidrati, proteine e grassi. In particolare una dieta sana è:

  • ricca di frutta e verdura; fibre, inclusi cereali non raffinati, legumi; grassi insaturi (in genere di origine vegetale, soprattutto olio e noci, oppure nel pesce di mare)
  • povera di grassi saturi (in genere nei grassi di origine animale; rari grassi vegetali, come olio di palma); zuccheri semplici; sale

Può comprendere 3-5 caffè o tè al giorno; 2 dosi di alcool al giorno per gli uomini, 1 e ½ per le donne.

Tipi di malattie cardiovascolari

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Sono come detto tutte le malattie a carico del sistema cardiovascolare compreso di cuore e vasi sanguigni.

Tra esse ci sono malattie che possono anche essere congenite, come malformazioni del cuore o altro.

Le malattie del sistema cardiovascolare sono molte, tra le principali possiamo ricordare le seguenti:

La lista di cui sopra non è esaustiva e si consiglia sempre di rivolgersi ad un medico specializzato in cardiologia in caso di dubbi.

Quali sono i sintomi di una malattia cardiovascolare?

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La sintomatologia varia a seconda del possibile disturbo, e come detto in caso di dubbi può essere necessario rivolgersi ad un medico.

Tra i sintomi che possono risultare da anomalie del flusso sanguigno e quindi dell’afflusso di sangue ai vari distretti del corpo ci sono:

  • affaticamento
  • dolore al petto
  • confusione mentale
  • mal di testa
  • problemi di memoria
  • paresi di parte del corpo