Le emorroidi sono la più diffusa causa di sofferenza della regione anorettale. Scopri quali sono i sintomi, come si effettua la diagnosi e le cure più indicate
Che cosa sono le emorroidi?
Le emorroidi sono dei cuscinetti di tessuto vascolarizzato prevalentemente a sangue venoso localizzati nel canale anale. Normalmente svolgono un importante ruolo nel mantenimento della continenza fecale.
Solo quando danno dei sintomi si parla di patologia emorroidaria. Si tratta della più diffusa causa di sofferenza della zona anorettale. Oltre il 50% della popolazione adulta occidentale soffre o ha sofferto di malattia emorroidaria. A esserne colpita maggiormente è la fascia anagrafica tra i 45 e i 65 anni.
Si parla di malattia emorroidaria quando le emorroidi, a seguito di un processo infiammatorio, escono nel canale anale.
Le emorroidi possono essere interne o esterne.
Le emorroidi interne
Le emorroidi interne aumentano di volume all’interno dell'ano, e si fanno riconoscere in genere solo durante il passaggio delle feci con dolore, perdita di sangue e prurito. Possono fuoriuscire all'esterno dell'ano e rientrare da sole o con l'aiuto delle dita, e sono molto dolorose se non si riesce a riposizionarle all’interno del canale anale.
Le emorroidi esterne
Le emorroidi esterne si sviluppano al margine dell'ano, sotto tensione possono essere molto dolorose, e, più frequentemente di quelle interne, possono complicarsi con la formazione di coaguli al loro interno (trombosi emorroidaria).
Emorroidi, i diversi stadi
A seconda del grado di avanzamento della patologia si distinguono quattro stadi:
Emorroidi di primo grado: il rigonfiamento dei cuscinetti emorroidari è presente solo all’interno dell’ano
Emorroidi di secondo grado: in seguito a un particolare sforzo, compare il prolasso delle emorroidi all’esterno dello sfintere, ma regredisce in modo spontaneo una volta cessato lo stimolo
Emorroidi di terzo grado: il prolasso si presenta indipendentemente da sforzi, le emorroidi possono essere riposizionate manualmente all’interno del canale anale
Emorroidi di quarto grado: le emorroidi risultano prolassate in modo permanente e non possono essere ricollocate dentro l’ano
Cause e sintomi delle emorroidi
La patologia emorroidaria si sviluppa quando il sangue si accumula all’interno delle emorroidi facendole gonfiare e cedere verso il basso. Ciò provoca la lesione delle pareti sanguigne e la flessione dei tessuti della regione anorettale.
Non esiste un'unica causa per la comparsa di questo fenomeno. I fattori che ne favoriscono l'insorgenza sono:
L'aumentare dell'età
La stipsi cronica e in generale le eccessive spinte per evacuare le feci
La lunga permanenza sulla tazza da bagno
La tendenza a mantenere a lungo la stazione eretta
Uno stile di vita sedentario
Un’alimentazione scarsamente ricca di fibre, un insufficiente apporto d’acqua o il consumo di alimenti irritanti che causano un’alterazione delle funzioni intestinali (feci molto dure o diarrea)
La gravidanza, per i cambiamenti ormonali legati alla gestazione e la pressione del feto sulla regione pelvica
Le emorroidi provocano dolore quando sono infiammate. Si può trattare di un semplice fastidio o bruciore nei casi in cui l’irritazione sia più contenuta oppure di un dolore più intenso, anche lancinante, qualora vi sia la formazione di trombi e coaguli di sangue.
Come avviene la diagnosi?
All'esterno le emorroidi sono visibili solo se di grado avanzato, oppure si possono vedere le complicanze della patologia emorroidaria, come le trombosi.
Il medico designato alla diagnosi delle emorroidi è il colonproctologo. La visita specialistica prevede un’ispezione della zona anale volta a osservare l’eventuale presenza di prolassi, ragadi, fistole, ascessi e sintomi di infezione.
All’osservazione visiva delle emorroidi segue l’esplorazione rettale, che si effettua inserendo un dito lubrificato all’interno del retto allo scopo di valutare il tono dell’orifizio anale e appurare la presenza di masse e rigonfiamenti.
L'anoscopia è invece l'esame indicato per confermare la presenza della malattia emorroidaria, classificarne l'entità ed escludere o individuare altre patologie proctologiche associate.
Cosa fare per far passare le emorroidi?
La cura prevista in caso di patologia emorroidaria varia a seconda della durata e dello stadio di sviluppo del disturbo.
La terapia iniziale è mirata alla cura della causa. Nella maggior parte dei casi si procede al trattamento della stipsi con lassativi o fibre vegetali; alla correzione della diarrea; all’educazione a una corretta defecazione; alla modifica delle abitudini alimentarie alla cura dello spasmo e del dolore perianale.
Nelle fasi acute, con presenza di spiccato edema e dolore, è necessario invece un trattamento analgesico e decongestionante mediante farmaci e pomate locali.
Nel caso di emorroidi interne emorragiche, il medico può ricorrere a diverse modalità (non chirurgiche) di intervento:
La scleroterapia iniettiva, ovvero l’iniezione di una sostanza che provoca la necrosi delle emorroidi
La fotocoagulazione a raggi infrarossi, che consiste nel trattamento delle emorroidi sanguinanti con una luce a infrarossi
La legatura elastica, una procedura attraverso la quale le emorroidi vengono legate con elastici di gomma che ne causano la scomparsa
Qualora, nonostante la terapia, i sintomi perdurassero o addirittura peggiorassero, è necessario considerare un intervento chirurgico di asportazione, ambulatoriale o in regime di Day Hospital.
Cosa succede se non si curano le emorroidi? Quando preoccuparsi per le emorroidi?
Il rischio, quando non si interviene tempestivamente nella cura delle emorroidi, è che il disturbo progredisca verso stadi più avanzati. È uno scenario piuttosto comune: molti pazienti rimandano una visita specialistica sino a quando i sintomi diventano particolarmente significativi e invalidanti, anche per via di un senso di imbarazzo che li spinge a non voler parlare apertamente di un problema che riguarda la loro sfera intima.
In realtà le cure attuali permettono di migliorare o risolvere i sintomi rapidamente, se si interviene negli stadi iniziali della patologia. È dunque fondamentale prestare attenzione alle prime manifestazioni emorroidarie e agire per tempo per trattare la sintomatologia prima che si aggravi.
Cosa si può mangiare con le emorroidi infiammate?
In caso di emorroidi infiammate curare l’alimentazione è un accorgimento che può aiutare ad alleviare il bruciore o dolore in corrispondenza della zona anorettale. Ecco alcuni suggerimenti utili:
Assumere cibi ricchi di fibre come verdure, frutta e alimenti integrali, che agevolano il transito intestinale
Consumare alimenti ricchi di ferro per compensare quello eventualmente perso con il sanguinamento emorroidale
Bere 1,5 acqua al giorno per ammorbidire le feci e rendere meno doloroso il momento dell’evacuazione
È importante prediligere pasti equilibrati ed evitare invece cibi che potrebbero peggiorare l’infiammazione delle emorroidi, come:
Alimenti speziati e piccanti
Bevande alcoliche e superalcoliche
Bevande ricche di caffeina
Insaccati e cibi ad alto contenuto di sale
Alimenti ricchi di grassi e pesanti da digerire
Consigli per la prevenzione
Per prevenire l’infiammazione delle emorroidi è necessario adottare unostile di vita sano ed equilibrato, osservando i seguenti accorgimenti:
Seguire una dieta ricca di fibre (frutta e verdura)