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Le emorroidi

A cura di
Francesco
Colombo
Pasquale
Ventura

Le emorroidi sono la più diffusa causa di sofferenza della regione anorettale. Scopri quali sono i sintomi, come si effettua la diagnosi e le cure più indicate

Che cosa sono le emorroidi?

Le emorroidi sono strutture vascolari presenti nel canale anale, formate da tessuto connettivo e vasi sanguigni.

Hanno il compito di aiutare a mantenere la continenza fecale, contribuendo a chiudere l'ano quando non si sta defecando.

Quando queste strutture si gonfiano o si infiammano, possono causare sintomi come dolore, prurito e sanguinamento, portando alla condizione nota come malattia emorroidaria. Le emorroidi possono essere interne, situate all'interno del retto, o esterne, situate sotto la pelle intorno all'ano.

Si tratta della più diffusa causa di sofferenza della regione anale. Oltre il 50% della popolazione adulta occidentale ne soffre o ne ha sofferto. A soffrire di emorroidi maggiormente è la fascia anagrafica tra i 45 e i 65 anni.

Tipi di emorroidi

Si parla di malattia emorroidaria quando le emorroidi, a seguito di un processo infiammatorio, escono nel canale anale.

Le emorroidi possono essere interne o esterne.

Le emorroidi interne

Le emorroidi interne aumentano di volume all’interno dell'ano, e si fanno riconoscere in genere solo durante il passaggio delle feci con dolore, perdita di sangue e prurito. Possono fuoriuscire all'esterno dell'ano (emorroidi prolassanti) e rientrare da sole o con l'aiuto delle dita, e sono molto dolorose se non si riesce a riposizionarle all’interno del canale anale.

Le emorroidi esterne

Le emorroidi esterne si sviluppano al margine dell'ano, sotto tensione possono essere molto dolorose, e, più frequentemente di quelle interne, possono complicarsi con la formazione di coaguli al loro interno (trombosi emorroidaria).

Emorroidi, i diversi stadi

A seconda del grado di avanzamento della patologia si distinguono quattro stadi:

  • Emorroidi di primo grado: il rigonfiamento dei cuscinetti emorroidari è presente solo all’interno dell’ano
  • Emorroidi di secondo grado: in seguito a un particolare sforzo, compare il prolasso delle emorroidi all’esterno dello sfintere, ma regredisce in modo spontaneo una volta cessato lo stimolo
  • Emorroidi di terzo grado: il prolasso si presenta indipendentemente da sforzi, le emorroidi possono essere riposizionate manualmente all’interno del canale anale
  • Emorroidi di quarto grado: le emorroidi risultano prolassate in modo permanente e non possono essere ricollocate dentro l’ano

Emorroidi, cause e sintomi

La patologia emorroidaria si sviluppa quando il sangue si accumula all’interno delle emorroidi facendole gonfiare e cedere verso il basso. Ciò provoca la lesione delle pareti sanguigne e la flessione dei tessuti della regione anorettale.

Non esiste un'unica causa per la comparsa di questo fenomeno. I fattori di rischio sono:

  • L'aumentare dell'età
  • La stipsi cronica e in generale gli sforzi eccessivi durante la defecazione
  • Stare a lungo sul water
  • Stare a lungo in piedi o, uno stile di vita sedentario:
  • Un’alimentazione con poche fibre
  • Un insufficiente apporto d’acqua
  • Alimenti infiammatori per l’intestino
  • La gravidanza
  • Sovrappeso e obesità
  • Farmaci anticoncezionali e lassativi
  • I fattori ereditari

Come si fa a capire se sono emorroidi?

I sintomi più comuni associati al rigonfiamento delle emorroidi sono:

  • Il prolasso, che può rientrare più o meno facilmente
  • Il prurito anale spesso accompagnato dalla sensazione di ano umido
  • Il dolore/bruciore
  • Il nodulo o la tumefazione dolorosa intorno all'ano
  • Il sanguinamento durante la defecazione con sangue rosso vivo nelle feci

Come avviene la diagnosi?

All'esterno le emorroidi sono visibili solo se di grado avanzato, oppure si possono vedere le complicanze della patologia emorroidaria, come le trombosi.

Il medico designato alla diagnosi delle emorroidi è il colonproctologo. La visita specialistica prevede un’ispezione della zona anale volta a osservare l’eventuale presenza di prolassi, ragadi, fistole, ascessi e sintomi di infezione.

All’osservazione visiva delle emorroidi segue l’esplorazione rettale, che si effettua inserendo un dito lubrificato all’interno del retto allo scopo di valutare il tono dell’orifizio anale e appurare la presenza di masse e rigonfiamenti.

L'anoscopia è invece l'esame indicato per confermare la presenza della malattia emorroidaria, classificarne l'entità ed escludere o individuare altre patologie proctologiche associate.

Perché fanno male le emorroidi?

Le emorroidi provocano dolore quando sono infiammate. Si può trattare di un semplice fastidio o bruciore nei casi in cui l’irritazione sia più contenuta oppure di un dolore più intenso, anche lancinante, qualora vi sia la formazione di trombi e coaguli di sangue.

Cosa fare per far passare le emorroidi?

La cura prevista in caso di patologia emorroidaria varia a seconda della durata e dello stadio di sviluppo del disturbo.

In genere si procede:

  • al trattamento della stipsi o della diarrea
  • alla modifica delle abitudini alimentari
  • alla cura dello spasmo e del dolore.

Nelle fasi acute, con presenza di spiccato edema e dolore, è necessario invece un trattamento analgesico e decongestionante mediante farmaci e pomate locali.

Nel caso di emorroidi interne emorragiche, il medico può ricorrere a diverse modalità di intervento:

  • La scleroterapia iniettiva, ovvero l’iniezione di una sostanza che provoca la necrosi delle emorroidi
  • La fotocoagulazione a raggi infrarossi, che consiste nel trattamento delle emorroidi sanguinanti con una luce a infrarossi
  • La legatura elastica, una procedura attraverso la quale le emorroidi vengono legate con elastici di gomma che ne causano la scomparsa

In caso questi sistemi non funzionassero, si ricorre all’intervento chirurgico in day hospital. 

Emorroidi, quando preoccuparsi? 

Il rischio, quando non si interviene tempestivamente, è che il disturbo progredisca verso stadi più avanzati. È uno scenario piuttosto comune.

In realtà le cure attuali permettono di migliorare o risolvere i sintomi rapidamente, se si interviene negli stadi iniziali della patologia. È dunque fondamentale prestare attenzione alle prime manifestazioni emorroidarie, come sangue sulla carta igienica, e agire per tempo per trattare la sintomatologia prima che si aggravi.

Cosa non si deve mangiare con le emorroidi?

In caso di emorroidi infiammate curare l’alimentazione è un accorgimento che può aiutare ad alleviare il bruciore o dolore in corrispondenza della zona anorettale.

È evitare invece cibi che potrebbero peggiorare l’infiammazione delle emorroidi, come:

  • Alimenti speziati e piccanti
  • Bevande alcoliche e superalcoliche
  • Bevande ricche di caffeina
  • Insaccati e cibi ad alto contenuto di sale
  • Alimenti ricchi di grassi e pesanti da digerire.

Al contrario, abitudini alimentari consigliate sono:

  • Assumere cibi ricchi di fibre come verdure, frutta e alimenti integrali, che agevolano il transito intestinale
  • Consumare alimenti ricchi di ferro per compensare quello eventualmente perso con il sanguinamento emorroidale
  • Bere molto (almeno 1,5 litri d'acqua al giorno) per ammorbidire le feci.

Quanto sopra vale anche in funzione preventiva, unitamente all’attività fisica regolare. 

Consigli per la prevenzione

Per prevenire l’infiammazione delle emorroidi è necessario adottare uno stile di vita sano ed equilibrato, osservando i seguenti accorgimenti:

  • Seguire una dieta ricca di fibre (frutta e verdura)
  • Bere molto (1,5-2 litri al giorno)
  • Evitare di fare sforzi defecatori senza stimolo
  • Non reprimere lo stimolo defecatorio
  • Evitare uno stile di vita sedentario
  • Fare un'attività fisica regolare.