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La toxoplasmosi in gravidanza: come prevenirla e curarla

A cura di
Michela
Bardino

La toxoplasmosi in gravidanza desta molte preoccupazioni: una sua eventuale trasmissione al feto può infatti comportare rischi importanti per la sua salute

Cos'è la toxoplasmosi?

La toxoplasmosi è una malattia parassitaria causata dal parassita Toxoplasma gondii, noto per riprodursi sessualmente nei felidi. Questo parassita può trasmettersi all'uomo attraverso gli animali, in particolare i gatti, oppure attraverso il cibo: mangiando carne cruda o vegetali contaminati da feci di gatto.

L'infezione può causare talvolta, negli umani adulti, sintomi simil influenzali, come dolore muscolare, e qualche grado di febbre. I sintomi più gravi come convulsioni o scarsa capacità di coordinamento sono rari e coinvolgono chi ha un sistema immunitario molto debole. Non poche preoccupazioni desta la toxoplasmosi in gravidanza perché l'infezione è in grado di passare attraverso la placenta, e provocare malformazioni nel feto.

Metà della popolazione mondiale è infettata da toxoplasmosi, ma risulta asintomatica. Negli Stati Uniti, circa il 23% della popolazione ha il parassita, un dato che in alcune zone del mondo arriva fino al 95%. È possibile verificare con un semplice esame del sangue specifico se si è già contratta l'infezione e quindi se si è immuni, o se invece non si è mai venuti in contatto con il Toxoplasma.

Come si prende la toxoplasmosi in gravidanza? 

La toxoplasmosi in gravidanza si può contrarre dopo aver ingerito cibo crudo o non completamente cotto contenente oocisti di Toxoplasma, oppure attraverso il contatto con le feci di un gatto infetto. In generale contrarre questa infezione non è molto probabile per cui non servono accortezze particolari se non per le donne in stato di gravidanza.

Tuttavia, è bene ridimensionare eventuali timori legati all’infezione da toxoplasmosi in gravidanza dal momento che la probabilità di infezione è bassa in ambienti urbani con un adeguato livello igienico. Inoltre, i gatti di casa ormai sono nutriti con cibo controllato e non mangiano più prede come uccelli o roditori (a loro volta infetti), hanno abitudini comportamentali e alimentari completamente diverse.

Le precauzioni da osservare per ridurre i rischi di infezione sono semplici: lavare accuratamente con acqua e bicarbonato frutta e verdura cruda avendo cura di rimuovere eventuali residui di terra. Infine, si raccomanda di tenere puliti e disinfettare i piani di lavoro della cucina e lavarsi con cura le mani più volte al giorno; nel caso si faccia giardinaggio è bene indossare i guanti. La probabilità di contrarre l'infezione è generalmente bassa e seguendo queste indicazioni igieniche si riduce ulteriormente.

In che mese è pericolosa la toxoplasmosi?

I danni della toxoplasmosi in gravidanza potrebbero essere seri; tuttavia, la loro severità varia in base al periodo in cui si contrae l’infezione. Ecco un breve prospetto delle probabilità di trasmettere l’infezione al feto, in base al periodo gestazionale:

  • Concepimento: l’eventualità di trasmettere l’infezione al feto sono molto basse: circa il 5%
  • Primo trimestre: le probabilità di trasmissione dell’infezione al feto rimangono basse (circa il 17%), ma in caso di infezione, il rischio di aborto spontaneo è alto, e gli eventuali danni al feto abbastanza gravi, dal momento che gli organi sono ancora in formazione
  • Secondo e terzo trimestre: le probabilità di trasmissione sono alte e si aggirano intorno al 65-90%, e aumentano nelle ultime 3 o 4 settimane di gestazione. Le conseguenze, tuttavia, sono meno gravi, poiché il feto è già formato. Nella quasi totalità dei casi, i neonati non hanno sintomi alla nascita, ma li sviluppano nei mesi successivi.

Toxoplasmosi in gravidanza: sintomi

La toxoplasmosi, in genere, è asintomatica, e chi ne è affetto, nella maggior parte dei casi, non si accorge di averla contratta. Talvolta, invece, come accennato, possono manifestarsi alcuni segni e sintomi simil influenzali come:

Cosa fa la toxoplasmosi al feto?

Nel caso di mancato trattamento della toxoplasmosi in gravidanza, ed eventuale trasmissione dell’infezione al feto può produrre danni anche gravi a quest’ultimo. Tra i rischi per il feto figurano:

  • Aborto spontaneo
  • Ritardo della crescita intrauterina
  • Nascita prematura.

Nel caso in cui la gravidanza invece venga portata a termine, i sintomi nel bambino includono:

In presenza di problemi a carico del sistema nervoso centrale possono manifestarsi anche:

  • Convulsioni
  • Ipotono
  • Disabilità intellettiva
  • Calcificazioni cerebrali
  • Perdita dell'udito
  • Ritardo psicomotorio
  • Difficoltà di alimentazione.

Cosa fare se si è positivi alla toxoplasmosi in gravidanza? Cura e trattamento

Nel caso in cui si contragga la toxoplasmosi in gravidanza è possibile arrestare la trasmissione dell’infezione al feto attraverso una cura mirata a base di antibiotici

Il trattamento antibiotico più utilizzato è quello a base di spiramicina, un farmaco ben tollerato dalla madre e dal feto. Esistono altri farmaci di comprovata efficacia come la pirimetamina e la sulfadiazina, in particolare per evitare la comparsa di postumi nel bambino durante il primo anno di vita. L’uso di questi ultimi farmaci è d’obbligo nel caso in cui la trasmissione dell’infezione al feto sia avvenuta attraverso l’amniocentesi.

Prevenzione

In Italia, per tutte le donne è possibile seguire uno screening preconcezionale o all’inizio gravidanza per sapere se si è immuni o meno alla toxoplasmosi. Le persone immuni non possono contrarre l'infezione nuovamente; mentre quelle non immuni (ricettive) sono a rischio e devono seguire indicazioni igieniche e alimentari più rigide.

Cosa non si deve mangiare per la toxoplasmosi in gravidanza?

Per sottrarsi al rischio di contrarre la toxoplasmosi in gravidanza, e bene evitare il consumo di:

  • Ortaggi freschi se non si è sicuri del corretto lavaggio
  • Verdura cruda o lavata male
  • Carni crude o poco cotte
  • Insaccati, salumi crudi o poco stagionati 

Infine, è importante prestare attenzione agli alimenti pronti per il consumo che possono essere esposti a una contaminazione incrociata, per esempio:

  • Diretta, attraverso il contatto con altri alimenti che veicolano il patogeno
  • Indiretta, attraverso il contatto di utensili o superfici di lavoro contaminate.

In generale il Toxoplasma muore con una cottura superiore ai 70°C e con il surgelamento sotto i -18°C.