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Il vaccino. Cos’è, perché si somministra


Perché è importante vaccinare i propri bambini, e non solo? Ci sono effetti collaterali o controindicazioni?

Cosa si intende per vaccino?

Il termine vaccino indica un farmaco, essenzialmente costituito da microrganismi attenuati oppure uccisi, il cui obiettivo è stimolare il sistema immunitario alla produzione di anticorpi. La funzione degli anticorpi è di contrastare gli agenti patogeni che determinano una malattia.

Nel concreto, quando un vaccino viene somministrato l’organismo reagisce per affrontare una infezione, anche se non l’ha contratta. La presenza di anticorpi specifici rende quindi il soggetto immune, cioè capace di reagire all’agente infettivo immediatamente, evitando la comparsa della malattia.

Somministrare il vaccino è un atto di sanità pubblica che permette di proteggere sia l'individuo sia la comunità, riducendo fortemente il numero di gravi malattie. Infatti, se più del 90-95% della popolazione è immune l’agente infettivo non circola più. Se queste percentuali sono raggiunte e mantenute nel tempo, non c’è pericolo di malattia nemmeno per chi non può essere vaccinato. Si ha quella che viene definita immunità di gregge.

Qual è l’origine del termine vaccino?

Il termine vaccino è stato coniato dal medico britannico Edward Jenner nel 1796. Jenner si accorse di come le persone che erano state esposte alla malattia del vaiolo delle mucche, cowpox, sembravano sviluppare una certa immunità alla forma umana della malattia, il vaiolo.

Decise allora di fare una sperimentazione. A maggio del 1796 inoculò in un bambino di 8 anni, James Phipps, del materiale purulento prelevato da una donna che aveva contratto il cowpox. Alcuni mesi dopo, Jenner inoculò su James un campione di pus del vaiolo umano, e questa volta il virus non riuscì ad attecchire. Questo processo prese il nome di vaccinazione.

Quali sono i tipi di vaccino?

I principali tipi di vaccini sono:

  • a virus inattivati. Contengono virus che sono stati inattivati o uccisi in laboratorio, non possono quindi causare malattie. Stimolano una risposta immunitaria nel corpo senza causare alcuna infezione attiva
  • a virus vivi attenuati. Presentano virus vivi che sono stati debilitati in laboratorio, così da non causare malattie gravi. Possono moltiplicarsi nel corpo e stimolare una risposta immunitaria più robusta
  • a subunità proteiche. In questo caso contengono solo parti specifiche dei virus o dei batteri, come ad esempio proteine ​​o frammenti di proteine. Possono essere creati utilizzando tecniche di ingegneria genetica o estratti da organismi coltivati. Stimolano una risposta immunitaria specifica contro le parti specifiche dell’agente patogeno
  • a vettore virale. Utilizzano un virus diverso come vettore per trasportare geni o proteine ​​del patogeno nel corpo umano. Il vettore può essere modificato in modo che non causi malattie nell’organismo. La risposta immunitaria avviene contro il patogeno trasportato dal vettore
  • a mRNA. Con acidi ribonucleici messaggeri (mRNA) che forniscono istruzioni per produrre una parte specifica del patogeno, come una proteina virale. Il sistema immunitario riconosce queste proteine ​​come estranee e sviluppa una risposta immunitaria contro di esse
  • anti-idiotipo. L’antigene originale viene mimato, per così dire, dagli anticorpi anti-idiotipo. In questo modo, a differenza di quanto accade con gli antigeni virali ad esempio, non si manifestano effetti collaterali quali reazioni di tipo tossico o allergico.

Il vaccino è sicuro?

ll vaccino è tanto efficace quanto sicuro. I vaccini oggi in uso sono in genere efficaci nel 90-95% dei casi e sono sicuri. Quando un vaccino è messo a punto, si cerca di ottenere la massima efficacia e contenere al minimo gli effetti collaterali. Questo si può ottenere utilizzando virus vivi attenuati mediante trattamenti o virus uccisi o frammenti di proteine del virus o del batterio sintetizzati in laboratorio. Le paure che si sono diffuse in questi anni sono ingiustificate. 

Gli effetti collaterali sono comunque lievi e poco frequenti: un po’ di febbre, dopo uno o più giorni, sempre di breve durata, un piccolo gonfiore o un po’  di sonnolenza o di irritabilità. A volte possono presentarsi dolori muscolari. Reazioni più gravi sono possibili, ma rimangono davvero molto rare. Il rischio è minimo, soprattutto se paragonato al rischio rappresentato dalle malattie che le vaccinazioni consentono di prevenire.

Le controindicazioni permanenti sono poche: i vaccini costituiti da virus vivi attenuati sono pericolosi per chi è affetto da alcuni deficit immunitari, congeniti o acquisiti, o da epilessia non controllata. Una controindicazione temporanea è la presenza di una malattia acuta: in questi casi è opportuno rimandare la vaccinazione a guarigione avvenuta.

Anche i bambini allergici possono essere vaccinati. Per precauzione, quando c’è stata una reazione grave (anafilassi) all’uovo, si consiglia di praticare il vaccino anti morbillo, coltivato su cellule embrionali di pollo, in ambiente protetto, cioè in ospedale.

Per quanto tempo il vaccino protegge?

Alcuni tipi di vaccino sono protettivi dopo una sola somministrazione e l’efficacia permane per molti anni. La rivaccinazione, consigliata a 6 anni per morbillo, rosolia e parotite, rinforza l’immunità nei soggetti che rispondono in modo insufficiente alla prima dose.

Per altri tipi di vaccino, come l'anti difterite-tetano-pertosse, occorrono più dosi per un primo ciclo e successivi richiami, per mantenere la protezione nel tempo.

Quali vaccini sono obbligatori?

Secondo le linee guida del Ministero della Salute, i vaccini obbligatori sono quelli per:

La somministrazione di questi vaccini avviene per mezzo di 2 vaccini combinati: l’esavalente e il tetravalente.

Quando fare i vaccini?

Il calendario vaccinale consiglia somministrazioni mirate per proteggere i bambini dalle malattie infettive. Nei primi mesi di vita (tra il secondo e il terzo mese), quando gli anticorpi materni diminuiscono, vengono somministrati l’esavalente, l’antipneumococco, e l’antirotavirus. Nel primo anno, sono previste almeno una dose di richiamo di antirotavirus e due dosi di esavalente e antipneumococco. L’antimeningococco B è raccomandato con due dosi.

Nel secondo anno si somministra il vaccino contro morbillo, parotite, rosolia, varicella (tra il 13° e il 15° mese) e un’altra dose di antimeningococco B. Richiami periodici sono necessari per difterite, tetano, pertosse e poliomielite, generalmente a 5-6 anni e intorno ai 13-14 anni, con successivi richiami ogni 10 anni. Per morbillo, parotite, rosolia e varicella, una ulteriore dose è consigliata tra i 5 e i 6 anni per garantire la protezione. Questo approccio graduale e mirato aiuta a sviluppare una solida immunità nei bambini, riducendo il rischio di malattie infettive.

Quali vaccini sono più utili?

Ci sono poi alcuni altri vaccini raccomandati:

Non va dimenticata l’eventualità di vaccinarsi per chi viaggia all’estero.

 

Vaccini somministrabili al Santagostino

Al Santagostino è possibile la somministrazione di tutti i vaccini indicati finora. Tra le altre somministrazioni vaccinali possibili si possono indicare: