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Il fuoco di Sant’Antonio (Herpes Zoster)


Il fuoco di Sant’Antonio, in termini scientifici Herpes Zoster, è una patologia della cute causata dal virus della varicella che determina rash cutaneo e prurito. L'articolo ne spiega cause, sintomi e risoluzione.

Cos’è il fuoco di Sant’Antonio

Il fuoco di Sant’Antonio, denominazione comune con cui si è soliti indicare l’Herpes Zoster (HZ), è una patologia a carico della cute e delle terminazioni nervose.

Questa patologia prende il nome da due parole del greco classico, herpetòn e zoster, che vogliono dire rispettivamente serpente e cintura. Termini che evocano in modo piuttosto chiaro i principali sintomi di questa condizione, in particolare l’eruzione cutanea che tende a comparire, in particolare sul tronco, come se fosse una mezza cintura.

Come si prende il fuoco di Sant'Antonio?

Il fuoco di Sant'Antonio è causato da un virus. Si tratta del virus varicella-Zoster (VVZ), che nel corso della vita può essere contratto quando si è molto giovani. Il contatto con questo virus causa lo sviluppo della varicella, che a sua volta è caratterizzata da prurito, a volte anche molto intenso, e da una cospicua quantità di vescicole sulla pelle.

Quando la varicella arriva a soluzione, il virus rimane in ogni caso all’interno dell’organismo, ed è per così dire sotto controllo del sistema immunitario. In queste occasioni si parla di infezione latente. Ma in età adulta, per via di trattamenti farmacologici importanti o anche per un improvviso e inaspettato abbassamento delle difese immunitarie, il virus può riattivarsi e si manifesta sotto forma di rash cutaneo. È questo il caso in cui si parla di fuoco di Sant’Antonio.

Chi colpisce il fuoco di Sant’Antonio?

Su scala globale l’incidenza dell’Herpes Zoster oscilla tra 1,2 casi e 3,4 casi per mille persone quando interessa individui sani; aumenta poi tra il 3,9 e l’11,8 per mille persone tra gli anziani che hanno più di 65 anni. 

In Italia si ritiene che circa il 90% della popolazione abbia avuto almeno una volta nella vita la varicella (solitamente durante l'infanzia); di questi, il 10%, con il trascorrere degli anni, andrà incontro a una recidiva sotto forma di Herpes Zoster, dovuta alla riattivazione del virus.

Chi non prende invece il fuoco di Sant'Antonio? Non corrono il rischio di contrarre questa malattia coloro che non hanno mai avuto la varicella.

Quali sono i primi sintomi del fuoco di Sant'Antonio?

Come si fa a riconoscere il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio? Nella maggior parte dei casi il paziente affetto da Herpes Zoster lamenta di base un dolore molto intenso su una parte del corpo. Poi su un solo lato, che spesso presenta dei focolai di prurito in zone dall’estensione che può variare.

Con una decorrenza della durata di 4 o 5 giorni, ecco che si verifica la comparsa di chiazze, di un eritema e infine delle vescicole, che confluiscono in bolle o si dispongono in una composizione a grappolo. Questi tuttavia non sono i soli sintomi dell’Herpes Zoster. Oltre al prurito, il paziente può infatti lamentare:

Fuoco di Sant’Antonio: complicanze

Anche il viso può essere colpito dal virus, soprattutto intorno alla bocca, in prossimità degli occhi e dell’orecchio. Quando ad essere coinvolto è il nervo che innerva l’occhio (Herpes Zoster oftalmico), possono insorgere delle complicanze che richiedono un intervento tempestivo per evitare danni alla vista, inclusa la cecità. Anche l’interessamento dell’orecchio merita una terapia altrettanto celere, poiché può provocare dolore, ronzio e vertigini, la paralisi parziale del viso e la perdita dell’udito.

Tra le evoluzioni più critiche della malattia c’è da segnalare la possibilità che il paziente in seguito alla risoluzione dell’Herpes Zoster, che di solito accade dopo 10 o 15 giorni, possa sviluppare una nevralgia post erpetica. Si tratta di un disturbo severo e talvolta invalidante, diffuso specialmente tra i soggetti anziani, che induce dolore cronico (che potrebbe richiedere una terapia del dolore) nell’area della cute in cui sono presenti i nervi infettati dal virus.

Ulteriori complicazioni del fuoco di Sant’Antonio includono polmonite e disturbi a carico del sistema nervoso centrale.

Quando è infettivo il fuoco di Sant'Antonio? Come si trasmette?

Le persone che sviluppano l'Herpes Zoster sono contagiose e possono trasmettere il virus a chi non lo ha mai contratto in passato, cioè a chi non ha mai avuto la varicella o non ha fatto il vaccino. L'infezione avviene attraverso il contatto diretto con le vescicole aperte che contengono il virus. Chi viene esposto al virus per la prima volta, non svilupperà l'Herpes Zoster ma la varicella.

Cosa non bisogna fare dunque quando si ha il fuoco di Sant'Antonio? Data la sua contagiosità, si consiglia a chi è colpito dal virus, fino alla completa guarigione delle lesioni, di evitare di condividere asciugamani o vestiti, di rimanere a casa anziché recarsi in luoghi pubblici e di evitare attività che possano favorire la trasmissione del virus. La patologia non è contagiosa, invece, prima della comparsa dell'eruzione cutanea e in seguito all’evoluzione delle ulcere in croste.

Come si diagnostica?

I sintomi del fuoco di Sant’Antonio sono sufficientemente caratteristici da permettere una diagnosi piuttosto immediata da parte del medico attraverso un semplice esame obiettivo.

Tuttavia, in presenza di sintomi sospetti è possibile effettuare alcuni esami di laboratorio per avere conferma dell’ipotesi diagnostica. Generalmente si esegue il dosaggio degli anticorpi IgM specifici per il virus varicella-zoster (VZV); in alternativa, è possibile ricorrere alla PCR (reazione a catena della polimerasi), che consente di rilevare la presenza del DNA virale attraverso il dosaggio delle particelle virali.

Come si cura il fuoco di Sant'Antonio?

Consultare il proprio medico rappresenta sempre la prima scelta da intraprendere. E se da un lato la varicella o l’herpes labiale possono essere soggetti ad una guarigione spontanea, nel caso dell’Herpes Zoster è possibile adottare cure locali o generali (altrimenti dette sistemiche), per ottenere una riduzione dei sintomi ed evitare l’insorgenza di eventuali complicazioni. La cura dovrebbe iniziare entro le 72 ore dal manifestarsi dei primi sintomi, altrimenti potrebbe risultare inefficace.

È possibile ridurre i sintomi e le eventuali complicazioni annesse tramite farmaci antivirali. Tra i farmaci antivirali più utilizzati si ricordano innanzitutto il valaciclovir e il famciclovir, che dimostrano di avere una buona efficacia se somministrati per via orale, specie quando il paziente non soffre di immunodepressione. Esiste poi la possibilità di somministrare l’aciclovir, per via endovenosa, nei casi in cui il paziente presenti un sistema immunitario particolarmente compromesso.

Gestione dei sintomi correlati e guarigione

Quanto ai sintomi correlati, il medico può prevedere un trattamento specifico. Nel caso dell’insorgere di febbre, possono essere consigliati farmaci antipiretici; per il dolore possono essere assunti degli analgesici, sempre per via sistemica, mentre per lenire il bruciore e il prurito connessi al rash cutaneo si può ricorrere a degli antinfiammatori
 
Anche l’alimentazione può contribuire al naturale decorso di questa patologia. Come in tutti i casi di infiammazione, una dieta che presenti frutta e verdura in ricca alternanza è fortemente consigliata. Senza dimenticare che esistono alimenti che aiutano il sistema immunitario.

Un buon rimedio per ridurre il prurito sulle zone interessate dal fuoco di Sant'Antonio è fare bagni freschi o impacchi con dell’acqua fresca. In questo modo si evita anche il rischio di incorrere in sovrainfezioni dovute a batteri.

Quanto tempo ci vuole a guarire dal fuoco di Sant'Antonio?  

La guarigione, come si accennava, si verifica al massimo tra le due e le quattro settimane, al netto di possibili complicazioni. Ci sono però dei casi in cui il dolore può persistere, specie quando si ha una localizzazione oculare del rash cutaneo o nel caso di altre complicanze neurologiche.

Esiste un vaccino per l’Herpes Zoster?

La vaccinazione per l’Herpes Zoster esiste. Si tratta di una singola dose, la cui somministrazione è estremamente semplice, per via sottocutanea in corrispondenza del muscolo deltoide, all’interno del braccio. Nello specifico la vaccinazione è offerta in modo gratuito a tutti i pazienti che abbiano un’età superiore ai 65 anni e raccomandata, in generale, a chi corre il rischio di sviluppare questa patologia, come per esempio chi soffre di diabete o ha avuto un caso pregresso di varicella.

Come tutti i tipi di vaccino, anche quello anti Herpes Zoster si basa su una forma attenuata del virus (della varicella-Zoster) che inibisce la riattivazione del virus. Dopo la somministrazione del vaccino potrebbero manifestarsi lievi effetti collaterali come gonfiore, eritema o prurito. Reazioni gravi sono estremamente rare, e in ogni caso non compromettono la solidità dei vantaggi.

Il vaccino permette di ridurre in modo significativo le possibilità di sviluppare il fuoco di Sant’Antonio e la nevralgia post erpetica.