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Artropatia psoriasica. Sintomi, eziologia, cure


L’artrite psoriasica è una malattia infiammatoria cronica a carico delle articolazioni. Può presentarsi in concomitanza con la psoriasi cutanea. Come si manifesta? E in che modo si può intervenire? Le risposte della reumatologa del Santagostino.

Artropatia psoriasica, una definizione

L’artropatia psoriasica è una patologia infiammatoria cronica delle articolazioni. Si caratterizza per la concomitanza con la psoriasi cutanea. In più dell’80% dei soggetti la manifestazione cutanea avviene prima dell’interessamento articolare, e solo nel 15% dei soggetti non si ha manifestazione cutanea.

La tipica età dell’esordio oscilla tra i 30 e i 50 anni, senza particolare distinzione tra i sessi. Attualmente, si hanno più di 3600 nuove diagnosi su base annua; ma questa cifra è sottostimata, perché il numero di soggetti che non hanno una diagnosi, pur in presenza di patologia, è piuttosto alto. L’artropatia può colpire:

  • lo scheletro assiale, composto da cranio e ossa associate, la colonna vertebrale, le coste e lo sterno
  • l’entesi, ovvero l’inserzione dal tendine all’osso.

Ad essere interessati da questa infiammazione cronica sono anche i soggetti con un parente, di primo grado, che soffre di psoriasi.

Che sintomi dà l’artropatia psoriasica?

Il segno distintivo dell’artropatia psoriasica è la dattilite, comunemente detta dito a salsicciotto. La dattilite è un’infiammazione a carico degli interi segmenti ossei, chiamati raggi, delle mani e dei piedi. Un sintomo tipico è il dito, caratterizzato da dolore, che si presenta tumefatto e di colore rosso. L’interessamento del tendine di Achille, o della fascia plantare, si verifica con una frequenza importante.

Le forme dell’artropatia psoriasica possono essere diverse. Si segnalano:

  • la forma oligoarticolare, che interessa meno di 5 articolazioni
  • la forma poliarticolare, con un interessamento di più di 5 articolazioni
  • la spondiloartrite psoriasica, una forma che interessa in particolar modo le articolazioni dello scheletro assiale.

Anche l’articolazione sacroiliaca può essere interessata. È frequente poi che si verifichino contemporaneamente un interessamento periferico e assiale. L’andamento di questa infiammazione vede nella maggior parte dei casi alternarsi periodi di remissione e periodi di riacutizzazione.  

Quanto è pericolosa?

Anche se per molto tempo è stata considerata una patologia meno pericolosa e meno grave dell’artrite reumatoide, l’artropatia psoriasica può presentare complicazioni, nel corso del tempo, se non trattata adeguatamente.

È possibile che si manifestino delle erosioni articolari, che nel tempo possono essere causa di una invalidità importante, minando in modo serio la qualità di vita del soggetto. La prognosi rimane tuttavia buona, seguendo la terapia indicata dallo specialista.

In che modo si svolge la diagnosi?

Va detto che non esiste sempre una diretta correlazione tra la gravità della psoriasi e l’interessamento delle articolazioni. Si può avere diagnosi di artropatia psoriasica anche in soggetti che non soffrono di psoriasi, ma che comunque hanno familiari di primo grado che sono portatori di psoriasi.

La diagnosi è eminentemente clinica, e deve essere presa in considerazione tutte le volte in cui un paziente presenti artrite e psoriasi o una familiarità con la psoriasi. Tra gli esami si possono indicare:

Quando si manifesta in modo aggressivo, l’artropatia psoriasica determina caratteristiche lesioni ossee, specie all’altezza del periostio, tessuto connettivo che riveste le ossa, o dell’inserzione delle capsule articolari. Nelle forme che si manifestano precocemente è possibile che si abbiano quadri sfumati con osteoporosi in prossimità dell’articolazione.

Nel 20% dei casi è possibile che gli indici infiammatori siano normali, l’incremento dei valori non è sempre correlato all’entità della condizione clinica. È invece molto frequente la presenza di alterazioni dismetaboliche quali iperglicemia, iperuricemia e ipertrigliceridemia.

Come si cura l’artropatia psoriasica?

Il trattamento dell’artropatia psoriasica varia con il variare delle forme. Nel caso delle forme mono oppure oligoarticolari vengono somministrati antinfiammatori, così da controllare la sintomatologia dolorosa, oltre che l’infiammazione articolare. Quando si ha a che vedere con forme poliarticolari, o con un importante interessamento cutaneo, si ricorre in prima battuta ai DMARDs, ovvero ai farmaci di fondo.

I farmaci di fondo, chiamati così perché agiscono non solo sui sintomi ma anche sui meccanismi alla base dell’infiammazione, influenzano quindi sia l’attività della patologia ma soprattutto il suo evolvere.

Tra i farmaci di fondo più adottati si possono indicare la ciclosporina, il methotrexate, la salazopirina, la leflunomide e l’idrossiclorochina. Sia la ciclosporina che il methotrexate agiscono in modo favorevole anche sulla cute.

Terapia con farmaci biotecnologici

Quando i comuni DMARDs non sortiscono effetto, o in presenza di forme più aggressive, si può ricorrere all’uso di farmaci biotecnologici, quindi sintetizzati in laboratorio, capaci di entrare in contrasto con l’azione delle citochine, molecole proteiche alla base del processo infiammatorio.

Tra i farmaci biotecnologici più adottati attualmente per l’artropatia psoriasica, si indicano gli inibitoritori TNF -α, una citochina dal ruolo fondamentale in diverse patologie a base infiammatoria, tra cui l’artrite reumatoide, l’artrite psoriasica e la spondilite anchilosante. Tra gli inibitori del TNF-α ora in commercio si indicano golimumab, certolizumab, etanercept, adalimumab e infliximab.

Ultimamente in Italia risulta prescrivibile il ustekinumab. Questo farmaco biotecnologico è in grado di bloccare l’attività di due citochine: l’interleuchina-12 e l’interleuchina-23, riducendo l’attività del sistema immunitario e di conseguenza il quadro sintomatologico. I farmaci biotecnologici hanno effetto dopo alcune settimane dall’assunzione, vengono somministrati esclusivamente in ospedale e sotto stretto controllo medico.