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La toxoplasmosi, di cosa si tratta e perché fare il test


La toxoplasmosi è una infezione parassitaria determinata dal protozoo Toxoplasma gondii. Come si manifesta, perché fare il test, e qual è la possibile terapia.

Che cos’è la toxoplasmosi?

La toxoplasmosi è un’infezione determinata dal parassita Toxoplasma gondii che tendenzialmente non causa particolari sintomi. Con buona frequenza è infatti asintomatica. Tuttavia è molto rischiosa per le donne incinte perché può avere delle ripercussioni sul feto, determinando problemi nello sviluppo mentale e in alcune circostanze anche l’aborto.

La toxoplasmosi presenta rischi anche per le persone fragili a livello del sistema immunitario, per le quali può risultare anche letale, ed è la più frequente causa di infiammazione a livello intraoculare. In caso di complicanze può provocare gravi infezioni oculari e cicatrici nella retina.

Solitamente, una volta contratta l’infezione da Toxoplasma gondii, l’immunità acquisita permette di proteggersi da ulteriori infezioni.

Quali sono i sintomi per la toxoplasmosi?

Dopo un mese dalla infezione, si manifestano i sintomi. Quando il soggetto ha un buon sistema immunitario, si ricorda, possono non presentarsi sintomi. L’eventuale quadro sintomatologico è contraddistinto da:

Il Toxoplasma gondii arriva al feto per mezzo della placenta, e può determinare un aborto se l’infezione si ha durante le prime settimane della gravidanza. Può anche causare ritardo mentale nel feto.

Se un soggetto presenta un sistema immunitario debilitato, perché sotto terapia immunosoppressiva o in chemioterapia, o perché si è sieropositivi o si ha conclamata Aids, è possibile che ci siano complicazioni più importanti quali:

  • infezioni a carico dei polmoni
  • danni alle ossa, al fegato o al sistema nervoso
  • linfoadenopatie.

Tra gli ulteriori sintomi, possono presentarsi emicrania, stato confusionale, dolori muscolari, febbre.

Come si può prendere la toxoplasmosi?

L’essere umano si contagia da toxoplasmosi mediante l’indigestione del parassita Toxoplasma gondii. Il contagio per via orale avviene mediante:

  • feci del gatto infette
  • acqua contaminata
  • carne cruda o poco cotta carne di maiale, selvaggina, pecora e agnello
  • verdura e la frutta contaminate
  • posate e gli utensili contaminati
  • trasfusione di sangue o di organi se il donatore presenta già infezione.

I cani, si specifica, possono ospitare questo agente patogeno ma non sono in grado di espellerlo, e non determinano contagio.

Come si trasmette la toxoplasmosi da uomo a uomo?

La toxoplasmosi non viene trasmessa da persona a persona, l’unica eccezione è rappresentata dalla trasmissione madre-feto.

Come uccidere il batterio della toxoplasmosi?

Per prevenire l’infezione è fondamentale adottare alcune precauzioni, con l’obiettivo di eliminare il batterio della toxoplasmosi. In primo luogo, è essenziale cuocere accuratamente tutti i cibi per uccidere il parassita; si deve evitare il consumo di carne cruda, specialmente di agnello, maiale e manzo. Lo stesso vale per la verdura, che deve essere cotta per eliminare il rischio di infezione.

Gli utensili utilizzati per manipolare carne e verdura crudi devono essere attentamente lavati. Si deve anche evitare il contatto diretto con le feci dei gatti, soprattutto durante la pulizia della lettiera. Dopo ogni contatto con felini le mani vanno accuratamente lavate. Queste precauzioni dovrebbero essere seguite anche durante i lavori di giardinaggio.

Chi possiede un gatto dovrebbe prestare attenzione alla sua alimentazione, evitando di dare carne cruda, facendo in modo che non abbia prede animali ed eviti il contatto con gatti randagi. La lettiera del gatto deve essere pulita con acqua bollente, con guanti e mascherina.

Quanto tempo ci vuole per guarire dalla toxoplasmosi?

Generalmente si ha risoluzione, senza alcuna conseguenza, dopo due o tre settimane, a volte un mese.

Utile da sapere

  • La toxoplasmosi è la più frequente causa di infiammazione a livello intraoculare (in caso di complicanze può provocare gravi infezioni oculari e cicatrici nella retina)
  • La toxoplasmosi non viene trasmessa da persona a persona (l'unica eccezione è rappresentata dalla trasmissione madre-feto)
  • L'infezione viene contratta o attraverso bevande e cibo o manipolando oggetti contaminati
  • Solitamente, una volta contratta l'infezione da Toxoplasma gondii, l'immunità acquisita permette di proteggersi da ulteriori infezioni, ma ci sono alcune eccezioni che determinano una riattivazione delle cisti inattive

Perché fare il test della toxoplasmosi?

È necessario fare questo test durante lo screening prenatale per:

  • definire la risposta immunitaria della madre rispetto l'infezione da Toxoplasma gondii
  • rilevare nelle donne in gravidanza, nei bambini che ancora non sono nati o in soggetti fragili immunocompromessi (che presentano dei sintomi parainfluenzali) una eventuale infezione da Toxoplasma gondii
  • rilevare un'infezione precedente da Toxoplasma gondii ed eventuali complicanze ad essa legate

Quando fare il test della toxoplasmosi?

È necessario fare il test della toxoplasmosi quando:

  • una persona immunocompromessa o una donna in gravidanza con sintomi para-influenzali, infezioni all'encefalo o agli occhi sono state esposte a Toxoplasma gondii
  • nello screening prenatale entro la tredicesima settimana di gravidanza e ogni trenta o quaranta giorni in caso di sieronegatività.

Campione richiesto per la toxoplasmosi?

Viene prelevato un campione di sangue venoso. In alcuni casi per il test può essere raccolto del liquido amniotico tramite amniocentesi o un campione del liquido cefalorachidiano tramite rachicentesi o puntura lombare.

Preparazione

No, questo test non richiede alcuna preparazione.

Serve il digiuno?

, è consigliabile che il paziente si presenti a digiuno per effettuare l’esame.

È opportuno fare l’esame della toxoplasmosi di prima mattina?

, è opportuno fare questo test di prima mattina.

In cosa consiste l’esame della toxoplasmosi?

La toxoplasmosi è un'infezione provocata da un parassita che non è visibile a occhio nudo. Toxoplasma gondii si trova specialmente nel gatto che mangia carne cruda infetta, uccelli e roditori.

Può essere sia un test di tipo sierologico che molecolare:

  • test sierologico, rileva gli anticorpi che vengono prodotti come risposta all'infezione in atto (anticorpi presenti IgM e IgG)
  • test molecolare, viene rilevato il DNA (materiale genetico) del parassita che si trova nel sangue e che determina un'infezione acuta.

Cosa sappiamo con questo esame?

Grazie a questo test possiamo rilevare la presenza o meno dell'infezione ad opera del parassita Toxoplasma gondii. Questa analisi viene prescritta a:

  • donne in gravidanza, per verificare la positività o meno a questa infezione ed eventualmente per monitorarla
  • persone immunocompromesse quando presentano dei sintomi para-influenzali
  • feto, attraverso il liquido amniotico, come diagnosi prenatale
  • chi presenta sintomi tipici della toxoplasmosi.

A ogni paziente, a seconda dei sintomi e della propria cartella clinica, il medico curante prescrive il test più opportuno e adatto:

  • test anticorpale: ogni persona esposta a Toxoplasma gondii produce anticorpi capaci di riconoscere il parassita. Gli anticorpi prodotti appartengono a due classi di anticorpi differenti, le IgM (i primi anticorpi a essere prodotti in caso di infezione) e le IgG (sono prodotte dopo un paio di settimane dall'infezione e permettono che il paziente abbia una protezione a lungo termine)
  • test molecolare: test effettuato analizzando i campioni ottenuti o dal liquido cefalorachidiano o dal liquido amniotico e nei pazienti immunocompromessi che non hanno sviluppato gli anticorpi.

Quando viene prescritto questo esame?

Questo esame viene prescritto:

  • durante la gravidanza per proteggere la salute del feto e della madre
  • nello screening prenatale alla ricerca degli anticorpi IgG e IgM anti-T. gondii (entro la tredicesima settimana di gravidanza e ogni trenta o quaranta giorni
  • nelle persone immunocompromesse che presentano sintomi quali febbre, cefalea, dolore muscolare, linfonodi ingrossati, senso di fatica e debolezza, mal di gola.