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La fistola


La fistola è un piccolo canale, di tipo patologico, che mette in comunicazione due organi o cavità del corpo tra loro o questi con la cute esterna

La fistola è un piccolo canale, di tipo patologico, che mette in comunicazione due organi o cavità del corpo tra loro o questi con la cute esterna. Le fistole possono interessare quasi tutte le zone dell’organismo e formarsi attraverso meccanismi differenti. Si tratta di lesioni che spesso provocano dolore e che tendono a non guarire spontaneamente, per cui è necessario trattarle con cure specifiche.

Che cosa è una fistola?

Una fistola (dal latino fistula, canale, comunicazione) è un condotto di forma tubolare che collega due strutture o due cavità dell’organismo. Le fistole possono essere interne (quando mettono in comunicazione due organi o cavità interne all'organismo) o esterne, quando mettono in comunicazione una o più cavità con l'esterno. Si dicono poi semplici, quando si ha un unico canale, e multiple o ramificate quando esistono più tubicini fra gli stessi organi o cavità. Si può poi parlare di fistole incomplete nel caso in cui la fessura creatasi è “cieca” e non completa il canale di comunicazione.

Perché si forma una fistola

Le cause della comparsa di una fistola possono essere varie. Ne è più soggetto chi è interessato da:

Le fistole possono essere presenti nella prima infanzia e sono anomalie di natura congenita che compaiono con più frequenza tra i soggetti di sesso maschile rispetto che tra le femmine. Delle altre, invece, la causa varia a seconda degli organi interessati.

Dove vengono le fistole?

Le fistole possono presentarsi in molti organi: possono esserci ad esempio le fistole uretroperineali, canali che mettono in collegamento l’uretra con l’area perineale. Esistono anche le fistole sacro coccigee, che collegano l'ano con la zona coccigea e sono di solito conseguenza delle cisti pilonidali (sinus pilonidalis): sono infezioni a carattere suppurativo causate dall’infiammazione di una ghiandola pilifera nella regione sacrococcigea.

La maggior parte di esse però si forma nelle cripte anorettali, originando da una ghiandola profonda nella parete dell’ano o del retto (fistole criptogenetiche). A volte si formano come conseguenza del drenaggio di un ascesso perirettale (nella zona del retto o del canale anale), ovvero la fase acuta di un’infezione che prende origine dalle ghiandole secernenti muco presenti tra gli sfinteri, ossia tra i muscoli che circondano e chiudono l’ano.

Ancora più frequentemente, però, sono di natura spontanea ed è difficile identificarne la causa. Le fistole che interessano questa area del corpo sono dette fistole ano rettali e uniscono l'ano o il canale rettale con il peritoneo o la cute perianale. Talvolta una fistola perianale può collegare il retto con un altro organo, come ad esempio la vagina o la vescica. Si tratta delle fistole retto vescicali e retto vaginali, che possono essere provocate dalla malattia di Crohn, da lesioni ostetriche (da parto), da radioterapia o da neoplasie.

Come capire se si ha una fistola ano rettale?

La presenza di una fistola anale si può riconoscere perché vi è gonfiore, rossore e secrezione di materiale sieroso e purulento (pus) e/o sangue. In caso di infezione ci può essere anche dolore. La diagnosi si basa su un esame obiettivo del medico, che procede alla valutazione clinica con un’ispezione e con altri test di diagnostica per immagini.

Può essere inserita una sonda rigida corta (anoscopio) per eseguire una esplorazione rettale più approfondita, in grado di individuare l’apertura interna della fistola e determinarne profondità, direzione ed eventuali ramificazioni.

Una Sigmoidoscopia, ovvero l’ispezione con un sigmoidoscopio (una sonda di esplorazione molto più lunga), aiuta il medico a stabilire se il problema è causato da cancro, morbo di Crohn o da un’altra patologia di cui si sospetta.

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Fonti:

  1. MSDManuals
  2. Sicrr

Quanto tempo ci vuole per guarire da una fistola?

Per curare una fistola ci sono due possibili rimedi:

  • Varie procedure chirurgiche
  • Trattamento medico e farmacologico nel caso in cui la causa sia la malattia di Crohn

Se in passato l'unico trattamento efficace contro le fistole erano gli interventi chirurgici per aprire la fistola (fistulotomia), oggi esistono alternative relativamente meno invasive. La fistulotomia consiste nell’apertura dell’orifizio primario e dell’intero tratto, per renderli dei semplici avvallamenti. Questa procedura, però, talvolta può richiedere la sezione parziale dello sfintere e se ciò interessa una parte considerevole dell'anello sfinterico, si può avere un certo grado di incontinenza (il paziente potrebbe avere difficoltà nel controllare le evacuazioni).

Le procedure chirurgiche più avanzate comprendono la tecnica del "lembo di avanzamento" (lembi di tessuto distesi sopra l’apertura della fistola) o altre procedure per chiudere l’apertura interna della fistola. Alternative alla fistulotomia sono anche l’inserimento di tappi biologici e applicazioni di colla di fibrina tramite instillazione.

Se il soggetto presenta diarrea o morbo di Crohn, la fistulotomia è sconsigliata perché la guarigione della ferita risulta ritardata. Ai pazienti con malattia di Crohn si possono somministrare metronidazolo, altri antibiotici e terapie immuno-soppressive che contribuiscono alla chiusura delle fistole.

Esistono alcune indagini preoperatorie che permettono al chirurgo di avere un quadro preciso dello stato della fistola ano rettale da operare.

  • Ecografia endoanale con sonda rotante: è in grado di visualizzare le diramazioni dell’infezione in rapporto agli sfinteri.
  • Manometria ano-rettale: misura le pressioni ai vari livelli del canale anale ed è utile per valutare il rischio di incontinenza.
  • Risonanza magnetica nucleare pelvi-perineale: è in grado di fornire ulteriori informazioni sui rapporti tra la fistola e le strutture muscolari.